Ssn. Winter School 2018, l'agenda del futuro della sanità: “Anche i media dovranno fare la loro parte per la sostenibilità culturale del Sistema”
Il futuro della sanità italiana, la sostenibilità dei farmaci, la riorganizzazione del Ssn tra centralismo e regionalismo, le prospettive delle cure oncologiche. Questi i temi centrali affrontati durante la Winter School 2018, appena conclusasi a Como. Dibattiti, lezioni e tavole rotonde che hanno coinvolto direttori Regionali e Generali, senatori e deputati, presidenti di enti sia pubblici che privati, rappresentanti di Centri di ricerca e dell’Università, oncologi di livello internazionale, associazioni di categoria, aziende del settore farmaceutico e della salute.
29 GEN - Continuare a migliorare la prevenzione delle malattie e l’efficienza delle strutture sanitarie, ridurre le disparità tra le prestazioni, definire una politica sanitaria nazionale integrata con le priorità industriali del Paese e semplificare la burocrazia. Queste sono alcune delle grandi sfide che il Sistema Sanitario Italiano dovrà fronteggiare per adattarsi al progresso tecnico che, insieme al trend demografici, ha contribuito ad allungare la vita media, aumentando di consegueza la domanda di prestazioni sanitarie. Grandi sfide al centro dei dibattiti che hanno animato l
a Winter School 2018.
Dopo il grande successo della scorsa edizione, tenutasi a Ferrara, anche quest’anno Motore Sanità ha promosso ed organizzato la seconda Winter School, a Como.
Le tre giornate, 25, 26 e 27 Gennaio, hanno coinvolto Direttori Regionali e Generali, Senatori e Deputati, Presidenti di enti sia pubblici che privati, rappresentanti di Centri di ricerca e dell’Università, oncologi di livello internazionale, associazioni di categoria, aziende del settore farmaceutico e della salute.
I temi trattati
Giovedì 25 gennaio: il futuro della sanità italiana e la sostenibilità del farmaco
“Quale modello sanitario potrà rispondere al diritto alla salute dei cittadini?” È questo il quesito a cui hanno risposto gli esperti della sanità presenti alla tavola rotonda di Como, proponendo modelli di sostenibilità che rispondono a concetti chiave. Innanzitutto, semplificazione, a dispetto di una burocratizzazione del sistema salute nel suo complesso, poi, hanno discusso dell’offerta Lea che deve diventare omogeneo in tutto il paese, e del lavoro in rete tra Asl.
La ricomposizione è un' altra necessaria chiave di volta, “intesa - hanno spiegato gli esperti - come omogeneizzazione di gestione, programmazione ed integrazione dei servizi e dei professionisti che operano nel campo della cronicità al fine di ottenere un’unica modalità di approccio nei confronti del paziente cronico. Risulta essere determinante nel processo di cambiamento anche la sinergia tra gli attori del sistema, nonché modelli organizzativiche non dimentichino, però, il rapporto paziente-medico e paziente-infermiere, la richiesta di autonomia differenziata e la proposta di una sanità integrativa”.
“
La sostenibilità economica futura del sistema - hanno detto i partecipanti alla tavola rotonda - è arrivata ad una svolta, ove o si implementa il finanziamento pubblico, possibilmente a parità di tassazione per evitare di deprimere la debole crescita economica, oppure si cambia il sistema, da sistema a fiscalità diretta ad un sistema misto-pubblico assicurativo, intendendo come tale soprattutto la componente dei fondi integrativi e la mutualità sociale oltre alle assicurazioni private. Il decrescere del finanziamento in rapporto al Pil, che passerà dal 6,7 al 6,3 nel 2020, pone problemi seri di mantenimento funzionale e strutturale del Ssn”.
Altro tema è la riconfigurazione della governance aziendale dove, date le attuali dimensioni assunte dalle aziende sanitarie, si ripropone da parte di alcuni “la presenza affiancatrice del Direttore Generale di un Consiglio di amministrazione composto da tecnici, sulla cui indipendenza dalla politica pone quesiti di non facile soluzione”.
Altro argomento di rilievo affrontato è stato quello della legge Gelli-Bianco: “se ha ampliato l'ambito di tutela del diritto alla salute ricomprendendovi la sicurezza delle cure, le strutture sanitarie, socio-sanitarie e gli esercenti la professione, proprio per salvaguardare tale diritto - hanno sottolineato gli esperti - dovranno adottare risorse strutturali, tecnologiche ed organizzative adeguate, tra le quali deve ricomprendersi necessariamente anche il rispetto della normativa sulla privacy”.
Venerdì 26 gennaio: la riorganizzazione del Ssn tra centralismo e regionalismo
La riorganizzazione del servizio sanitario nazionale tra centralismo e regionalismo è stato il tema della seconda giornata Winter School 2018.Ospite d’onore della sessione di studio e di confronto, che ha coinvolto i massimi esperti della sanità italiana, è stato
Renato Balduzzi, membro del Consiglio Superiore della Magistratura che ai presenti ha portato la sua Lectio magistralis.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha approfondito le enormi differenze tra i 21 sistemi sanitari: dagli inadempimenti sui Lea, al programma nazionale esiti, dalle differenti modalità di applicazione del ticket agli stili di vita per la prevenzione primaria.
Il
secondo tema della giornata è stato la “cronicità” con la presentazione del modello lombardo e del modello veneto in cui il ruolo dei Medici di medicina generale e dei farmacisti sarà strategico nell’accompagnamento del paziente nel percorso di cura e nella fornitura di servizi che vanno oltre la somministrazione del farmaco.
Il modello lombardo
In Regione Lombardia vivono 3,3 milioni di persone affette da patologie croniche, il 32% dell’intera popolazione, e assorbono il 77% del Fondo sanitario regionale. La Regione Lombardia, sistema sanitario di eccellenza per avere tanti ospedali di grande qualità diffusi sul territorio, e per avere una rete territoriale fatta di medici con i quali in questi anni si sono fatte sperimentazioni importanti di presa in carico dei pazienti cronici, prova a lanciare una nuova sfida, costruire un modello di presa in carico del paziente cronico.In questo progetto sono coinvolti 294 gestori, tra medici di medicina generale e strutture sanitarie e socio sanitarie accreditate e contrattualizzate con il sistema sanitario che si occuperanno di trattare i pazienti affetti dalle 65 patologie croniche individuate.
Il paziente non si dovrà più preoccuparsi di prenotare gli esami ma
ci sarà il gestore-struttura che prenoterà tutto quello che è compreso nel Piano assistenziale individuale (Pai) redatto dal proprio medico. Così fatta, l’organizzazione della gestione del paziente cronico consentirà da una parte di alleviare il carico dei pronti soccorsi, di rendere meno lunghe, o ancora meglio, di azzerare le liste d'attesa; dall’altra far sentire il paziente realmente accompagnato e non abbandonato, con il miglioramento degli out-come.
Il modello della Regione Veneto
È basato su
“un modello di presa in carico della cronicità per intensità di cura e di assistenza” volto alla gestione della cronicità semplice (con le Medicine di gruppo integrate) e alla gestione della cronicità complessa ed avanzata. Quest’ultima prevede: la costruzione di team multiprofessionali e specialistici che garantiscano il coordinamento dei diversi nodi della rete nell’attuazione dei Pai condivisi dal team e dal paziente, coinvolgendo anche la rete ospedaliera, con importante funzione consulenziale e di supporto alla domiciliarizzazione, l’offerta di cure domiciliari con programmazione degli accessi 7 giorni su 7, dalle 7 alle 21, favorire il consolidamento delle cure palliative anche con la strutturazione dell’attività ambulatoriale ad integrazione e supporto delle cure domiciliari e dell’ospedalizzazione, dimensionare i team multiprofessionali per la gestione della cronicità complessa e avanzata sulla base della popolazione target.
Che contributo potrà dare la tecnologia alla presa in carico del paziente cronico?
Gli esperti hanno risposto al quesito illustrando progetti di informatizzazione della presa in carico, come il progetto Ticuro Reply, grazie al quale il cittadino è spinto a diventare sempre più protagonista del percorso di cura individuale pensato – per e con lui – da équipes multiprofessionali, in seguito a una valutazione multidimensionale.
Sabato 27 gennaio: il futuro dell'oncologia e la sostenibilità del Ssn
L’ultima giornata della Winter School 2018 dedicata all’innovazione dell’oncologia è stata aperta dal saluto di
Mario Melazzini, Direttore Generale di Aifa, che ha rilanciato l’impegno di Aifa per una vera innovazione sostenibile economicamente: “auspico - ha detto che tutti gli attori della Sanità partecipino insieme alla sfida che il Ssn oggi impone, che i pazienti siano aderenti alle terapie e che si affidino a chi quotidianamente deve garantire loro rapide risposte”.
La prevenzione, le diagnosi precoci ma anche le nuove armi terapeutiche a disposizione permettono guarigioni o lunghe sopravvivenze. L'oncologo si trova di fronte al grande progresso delle terapie oncologiche da una parte, ma dall'altra parte si scontra con i limiti attuali della genetica oncologica.
Oltre 3.000.000 di cittadini italiani vivono nel 2017 dopo una diagnosi di tumore (fonte: Aiom-Artum). Numeri che per gli esperti presenti all Convegno “rendono necessari, anche in oncologia, nuovi modelli organizzativi che potenzino ciò che da sempre caratterizza la ‘presa in carico’ di un paziente oncologico, ovvero la creazione di percorsi trasversali che superino la frammentazione di percorsi di diagnosi e trattamento, garantiscano continuità nell'accesso alla rete dei servizi e appropriatezza nelle prestazioni”.
I presenti all'ultima giornata della Winter Schoool hanno fatto il punto sullo stato dellarte dell’oncologia che, negli ultimi anni, “ha visto- una profonda evoluzione a partire dai riferimenti biologici, alle potenzialità cliniche fino agli aspetti organizzativi. Il fenomeno della cronicizzazione, la classificazione sulla base della tipizzazione biomolecolare, le opportunità della medicina di precisione, l’espansione della immunoterapia, sono alcuni degli aspetti più significativi. Ad essi si aggiungono gli sforzi per implementare le reti oncologiche come modello organizzativo più efficace e gli impegni, spesso anche complessi, per garantire la sostenibilità delle cure in un settore che vede i costi in continuo aumento”.
L’immuno-oncologia è la quarta arma contro il cancro che si affianca a quelle ‘classiche’ costituite da chirurgia, chemioterapia e radioterapia.
L'ultima parte dei lavori è stata dedicata al tema delle
Infezioni ed al loro impatto socio-economico. Oltre a essere un problema sanitario, le infezioni sono un fenomeno dal notevole impatto socio economico: una singola infezione ospedaliera ha un costo di circa 9 mila-10.500 euro poiché prolunga la degenza del 7,5-10% delle giornate di ricovero.
Un aspetto evidenziato dalla ricerca
"Burden economico delle infezioni ospedaliere in Italia", realizzata dalla Facoltà di Economia dell'Università di Tor Vergata di Roma è quello per cui partendo dal presupposto che le infezioni ospedaliere compaiono in circa 3 casi ogni mille ricoveri in regime ordinario, la stima media annua dei costi raggiunge 69,1 milioni di euro, oltre all'incremento della spesa media per singolo ricovero. (Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia sanitaria, Eehta Ceis; Università di Roma "Tor Vergata", Kingston Universtiy, London, UK, che ha anche sollecitato la creazione di un Osservatorio permanente sulle infezioni in collaborazione con il Ministero della Salute).
La giornata si è chiusa con una tavola su come comunicare in sanità. Il problema delle fake news a partire da dati imprecisi e non supportati da evidenza - stima delle persone che rinunciano alle cure, il livello posto dall’Oms sulla quota di 6,5 in rapporto al Pil per assicurare una sanità sufficiente alle esigenze della popolazione - si accumula alla tendenza della notizia che stupisce o impressiona. Gli esperti hanno concluso il dibattito sul tema concordando che “anche i mezzi di comunicazione dovranno fare la loro parte per la sostenibilità culturale futura del nostro Ssn”.
29 gennaio 2018
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