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Sui treni italiani nessun sistema di emergenza sanitaria. Balzanelli (Sis 118) scrive a Ferrovie dello Stato


Il presidente in una lettera al Presidente di ferrovie dello Stato Gianluigi Vittorio Castelli richiama l’attenzione sul fatto che “5 milioni di persone, ogni giorno prendono il treno. Ma non esiste un sistema emergenza”

09 GEN - Mario Balzanelli, Presidente SIS 118 è in queste ore su tutte le cronache nazionali per aver diretto magistralmente il salvataggio di una bambina di due anni che rischiava di rimanere soffocata nel giorno dell’Epifania.
 
“L’infermiere del 118 di Taranto, ricorda Balzanelli, è stato esemplare, ha messo in pratica con professionalità le linee guida che abbiamo scritto e che condivido quotidianamente con i miei collaboratori. Questo sistema, prosegue Balzanelli, deve essere portato su scala nazionale. Non possiamo permetterci di subire la morte, dobbiamo essere pronti a donare una speranza di vita”
 
Il Presidente del SIS 118 non si ferma nel suo “credo” e pone la propria attenzione su gli oltre 5 milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno. Così Mario Balzanelli scrive a Gianluigi Vittorio Castelli, Presidente di ferrovie dello Stato
 
“Gentilissimo Presidente, facendo seguito all’episodio segnalato nel mese scorso dalla stampa nazionale di grave malore occorso a persona in viaggio su treno ad alta velocità, in partenza dalla postazione di Napoli - Afragola, che ha richiesto l’intervento di un  mezzo di soccorso del Sistema di Emergenza Territoriale 118 (SET 118) territorialmente competente, chiedo, con carattere di urgenza, di voler assicurare alla cittadinanza tutta del Paese, che quotidianamente utilizza la modalità del trasporto ferroviario, di poter beneficiare – con carattere uniforme su tutto il territorio nazionale - di standard adeguati di cardioprotezione, mediante collocazione, sui treni, di defibrillatori semiautomatici (DAE) e di personale formato, certificato ed autorizzato al relativo utilizzo, nonché contestualmente addestrato riguardo alle competenze della rianimazione cardiorespiratoria di base (certificazione BLSD).
 
In caso di arresto cardiaco improvviso, evento “catastrofico” che può colpire, anche senza la comparsa di segni e sintomi premonitori, chiunque, di qualsiasi fascia d’età, tra i milioni di persone che ogni giorno viaggiano sui treni, il soccorso immediato effettuato con le compressioni toraciche esterne, entro e non oltre i primi 3 minuti dall’insorgenza dell’arresto cardiaco, nonché l’erogazione di una scarica elettrica, laddove necessaria, da parte di un defibrillatore semiautomatico, entro e non oltre i primi 5 - 8 minuti dall’insorgenza dell’arresto cardiaco, ha determinante valore salvavita. In questi casi, la tempestività e l’appropriatezza del soccorso “fanno la differenza” tra la vita e la morte ben prima che possa giungere sul posto l’intervento di soccorso effettuato dal Sistema di Emergenza Territoriale 118 (SET 118).
In assenza di tale risposta “organizzata” di Primo Soccorso, l’arrivo sul posto del personale del Sistema 118 trova, in questi casi, oggettivamente, e purtroppo, come oggi di norma accade, condizioni cliniche caratterizzate da bassissime possibilità di recupero alla vita di questi pazienti.
 
Auspicando risposta favorevole, in concreto tutelante, al meglio possibile, la salute e la sicurezza dei passeggeri e degli operatori stessi del sistema ferroviario italiano, in ambito attuativo peraltro conforme, in tutti i contesti situazionali complessivamente afferenti, agli obblighi di ottemperanza giuridica sanciti dall’art. 593 del CP e dal DL 81/08 coordinato con il DL 106/2009, ringrazio per l’attenzione, Mario Balzanelli.”
 

09 gennaio 2019
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