Allarme suicidi tra le Forze dell’ordine: il doppio dei casi rispetto alla popolazione generale. Gabrielli istituisce Osservatorio
di Domenico Della Porta
Dal 2010 al 2018 sono stati registrati 252 episodi di suicidio tra gli operatori delle Forze dell'ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Polizia Locale) con un’incidenza di 9,8 casi su 100mila appartenenti alle varie istituzioni, a fronte dei 5 casi per 100mila abitanti registrati tra la popolazione
15 FEB - Con il decreto di costituzione dell’Osservatorio Permanente Interforze sul fenomeno suicidario tra gli appartenenti alle Forze di Polizia, il Capo Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, prefetto
Franco Gabrielli, ha lanciato un fortissimo segnale finalizzato a studiare l’incidenza del fenomeno per approntare procedure, strutture e interventi mirati, atti a prevenire e/o intercettare l’eventuale disagio professionale e personale.
Partendo dagli studi della Direzione Centrale di Sanità della Polizia di Stato, il nuovo organismo avrà anche la possibilità di gestire gli effetti dello sconcertante fenomeno suicidario al fine di evitare ulteriori accadimenti auto lesivi e autosoppressivi.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sui Suicidi delle Forze dell’Ordine (ONSFO), parte integrante dell’Associazione No Profit Cerchio Blu, i suicidi registrati nelle Forze di Polizia (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Polizia Locale) sarebbero 252 gli episodi di suicidio dal 2010 al 2018.
Si tratta di un dato assolutamente preoccupante in quanto corrisponderebbe a 9,8 casi per 100.000 operatori delle forze dell’ordine, rispetto ai 5 casi di suicidio per 100.000 abitanti registrati nella popolazione generale italiana.
La questione affrontata nel provvedimento del Prefetto Gabrielli in termini assolutamente concreti, da tenere presente e a modello in tutti gli ambiti lavorativi, richiama alla mente la
Direttiva sul Benessere Organizzativo nella Pubblica Amministrazione, promulgata il 23 marzo 2004 dall’allora Ministro della Funzione Pubblica
Luigi Mazzella.
Quella direttiva nasceva anche dalla necessità di valutare l'impatto organizzativo delle riforme legislative degli ultimi anni e delle trasformazioni legate all'utilizzo delle nuove tecnologie sul personale delle amministrazioni pubbliche e di responsabilizzare la dirigenza sulla efficace gestione delle risorse umane. Le amministrazioni erano invitate, adottando le opportune forme di relazioni sindacali, a valutare e migliorare il benessere all'interno della propria organizzazione rilevando le opinioni dei dipendenti sulle dimensioni che determinano la qualità della vita e delle relazioni nei luoghi di lavoro e realizzando opportune misure di miglioramento.
E nel decreto del Capo del Dipartimento della Pubblica Sicurezza è richiamata proprio una particolare attenzione allo sviluppo di iniziative rivolte al benessere del personale e alla migliore gestione delle eventuali difficoltà che possono sorgere in attività di servizio, ritenendo di notevole importanza l’ambiente di lavoro.
Domenico Della Porta
Presidente dell’Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali Università degli Studi di Salerno
15 febbraio 2019
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lavoro e Professioni
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Joint Venture
- SICS srl
- Edizioni
Health Communication srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy