Conflitto d’interessi. Cipomo: “Soluzioni concrete e condivise per un nuovo modello sanitario”
“Auspichiamo che da questo momento di confronto possa nascere un documento, siglato da tutti gli 'attori' che contenga proposte concrete, efficaci e condivisibili per affrontare il problema del conflitto d’interessi in ambito sanitario”. Così il presidente Cipomo, Mario Clerico, a seguito di un incontro sul tema organizzato oggi a Roma alla presenta di rappresentanti di diverse Istituzioni.
15 FEB - Si è appena concluso l’incontro dal titolo “La questione del conflitto di interessi in sanità: riflessioni e proposte per un modello virtuoso di integrazione” organizzato e curato da Cipomo (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri) con il Patrocinio del Ministero della Salute. La giornata ha visto la partecipazione di rappresentanti di differenti istituzioni: da
Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, a
Antonio Messina, Vice Presidente di Farmindustria, da
Gianmauro Numico, Vice Presidente Cipomo, a
Massimo Enrico Baroni, Parlamentare e promotore della legge sulla trasparenza.
In apertura, Gianmauro Numico ha illustrato come la condizione di conflitto di interessi sia diffusa e spesso sottovalutata. Ha peraltro spiegato che, se da una parte si tratti di una questione in qualche modo fisiologica e non eliminabile, dall’altra è la sua influenza sui comportamenti che va individuata e prevenuta. “E’ solo – ha affermato Numico - attraverso un lavoro comune di operatori sanitari e industria e attraverso una riforma delle modalità di sostegno alle attività di ricerca e formazione che si potranno ottenere dei risultati. Serve inoltre che si recuperi un forte rapporto di fiducia tra i cittadini e il servizio sanitario”.
Cipomo, infatti, ha da sempre dimostrato il suo impegno nel voler mettere in evidenza le possibili implicazioni derivanti dal conflitto d’interessi in ambito medico e lo ha fatto soprattutto mettendosi in gioco in prima linea attraverso una ricerca interna per verificare l'opinione degli oncologi italiani in merito a tale problematica. I risultati, pubblicati sul British Medical Journal, hanno evidenziato una situazione del tutto simile a quella degli Stati Uniti, dove dal 2013 una legge sulla trasparenza molto simile a quella attualmente in discussione in Parlamento, permette di attingere ad una fonte affidabile di dati. Gli oncologi italiani hanno la percezione che il conflitto d’interessi costituisca un problema potenzialmente in grado di influenzare costi, qualità della ricerca e dell’assistenza.
I risultati emersi dalla ricerca hanno convinto Cipomo a prendere una chiara posizione sul tema attraverso la realizzazione di un Position Paper. Il documento rappresenta una bussola preziosa per guidare i comportamenti dei clinici ed è aperta anche alla lettura e al confronto con altre discipline.
Nino Cartabellotta, Presidente Fondazione Gimbe, presentando in anteprima i risultati di uno studio sul trasferimento di fondi dall’industria farmaceutica a operatori e organizzazioni sanitarie, ha affermato: “L’analisi condotta sui report di 14 aziende farmaceutiche che rappresentano oltre il 51% del fatturato di settore nel 2017, ha fornito preziose informazioni per comprendere meglio le dinamiche dei trasferimenti di valore, lasciando intravedere numerosi spunti di miglioramento.”
All’incontro è intervenuto in rappresentanza di Farmindustria Antonio Messina, Vice Presidente dell’Associazione, che ha dichiarato: “l’attenzione alla salute degli italiani rende prioritario l’impegno di tutti gli attori per un Sistema salute sempre più trasparente. Farmindustria ha adottato ormai da molti anni uno dei Codici deontologici più rigorosi d’Europa finalizzato a regolamentare i rapporti tra le industrie farmaceutiche, e la Classe Medica, le Società Scientifiche, gli altri operatori sanitari e le Associazioni dei pazienti”.
Questo incontro, nato però con l’obiettivo di non fermarsi a una mera riflessione ma di voler trovare insieme le possibili soluzioni al problema, ha visto la presenza del parlamentare Massimo Enrico Baroni, primo firmatario della proposta di legge a favore di una trasparenza totale in ambito sanitario. Il Sunshine Act, ripreso anche dal dott. Numico nel suo intervento di apertura è stato però definito da quest’ultimo come un “un provvedimento necessario e dovuto, ma solo una prima tappa nel cammino verso una piena gestione del conflitto di interessi”. Chiaro è che sarà quindi necessario affiancare all’impegno politico anche un supporto dell’intera comunità scientifica per trovare delle soluzioni innovative.
Ricca di utili spunti anche la tavola rotonda che nel pomeriggio ha visto intervenire i rappresentanti delle realtà più sensibili alla tematica quali: Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Simg (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Palliative), Favo (Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), Unamsi (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione), Cittadinanzattiva, Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) e Fadoi (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti).
Sulla base di quanto emerso da questo incontro che rappresenta l’impegno e la volontà dell’intera comunità medico-scientifica di risolvere tale problematica,
Mario Clerico (Presidente Cipomo) ha quindi concluso l’incontro ribadendo la necessità di tornare a compiere scelte cliniche che si ispirino al valore della persona e della sua salute e derivino dalle evidenze scientifiche”.
“Auspichiamo - ha aggiunto in conclusione Clerico – che da questo momento di confronto possa nascere un documento, siglato da tutti gli 'attori' che contenga proposte concrete, efficaci e condivisibili per affrontare il problema del conflitto d’interessi in ambito sanitario.”
15 febbraio 2019
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