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Patto per la Salute. Giovani Medici: “Perplessi da bozza. No a doppio canale di accesso e a percorsi formativi regionali”


Il Sigm: “Siamo in un loop: a cadenza biennale viene riproposta in la possibilità di creare percorsi alternativi per la formazione specialistica. Crediamo in una formazione e in un SSN sostenibili, universali, omogenei ed uguali per tutti”.

25 MAR - L’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) esprime “perplessità” nel prendere visione del contenuto della bozza del Patto della Salute. “Per quanto concerne la formazione specialistica si parla della creazione di percorsi alternativi regionali di formazione, dell’imbuto formativo e dell’utilizzo attuale dello specializzando come “tappabuchi””.
 
“Rimaniamo perplessi di fronte all’iniziativa di creare un doppio canale di accesso per i medici alla formazione specialistica – dichiarano i Giovani Medici (SIGM) – Del tutto immotivata la gestione dell’organizzazione del percorso formativo regionale a carico delle Regioni. Molte strutture dei Sistemi Sanitari Regionali sono già inserite all’interno delle reti formative e se c’è disponibilità di ulteriori risorse non vi è alcuna valida motivazione che queste non siano destinate al finanziamento di ulteriori contratti di formazione specialistica nel prossimo bando di concorso per l’accesso alle Scuole di Specializzazione. Il grande rischio è che questi provvedimenti mascherino l’intenzione di ridurre il trattamento economico nel “canale alternativo” e/o siano volti semplicemente a cercare un escamotage per sottrarre la formazione al controllo della qualità formativa, come già accade per il corso di Formazione Specifica in Medicina Generale”.
 
“Senza dubbio – continua il SIGM –  la professionalità degli specializzandi, in molte scuole italiane, versa in condizioni gravissime, sia per la qualità della formazione che ad essi viene erogata sia per i massacranti turni che si trovano costretti a coprire, con attività routinarie e dequalificanti. A differenza di come si legge nella bozza del patto della salute questo accade proprio perché è del tutto assente lo status di “discente” del medico in formazione specialistica, che ha il diritto di imparare ed essere formato. Lo “specializzando” è oramai sempre più assimilabile ad un “soldato di corsia”, impiegato in attività burocratiche poco stimolanti. Siamo in un momento storico importante e ci stiamo rendendo portavoce delle numerose istanze che ogni giorno riceviamo da numerosi colleghi: per aspirare ad una formazione di qualità va potenziata l’attività degli Osservatori, Nazionale e Regionali, per la Formazione Specialistica e non frammentato ulteriormente il panorama formativo”.
 
“Appare paradossale, tuttavia, che la causa dell’imbuto formativo venga attribuita all’esistenza di un unico canale formativo. L’imbuto formativo è il frutto di un’insufficiente finanziamento cronico del capitolo di spesa della formazione post-lauream, da ascrivere al Governo del nostro Paese negli ultimi dieci anni! Rimangono inascoltati i continui appelli a provvedimenti volti a contenere il fenomeno di dispersione dei contratti. Ad oggi nessuno ha mai valutato e preso in considerazione la possibilità di unificare le graduatorie per l’accesso alle Scuole di Specializzazione e al corso di Formazione Specifica in Medicina Generale. Evidentemente l’intento è scardinare la formazione specialistica di qualità e frammentarla sul territorio, per continuare ad alimentare logiche sindacali e aumentare l’eterogeneità formativa sul territorio nazionale!cInoltre abbiamo proposto in numerose occasioni di procedere al potenziamento del sistema di accreditamento delle scuole di specializzazione, estendendolo anche ai corsi regionali di formazione specifica di medicina generale, e rendendo al contempo più stringenti le attività di monitoraggio degli Osservatori Regionali. Ma tutto sembra tacere anche su questo fronte! E’ gravissimo che nella bozza del Patto della Salute, a differenza di quanto fatto negli anni passati, non si menzioni nemmeno in un passaggio la valorizzazzione del corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, sia in termini di qualità della formazione che in termini di capitolo di spesa. Verso quale modello di Sanità stiamo andando?”.
 
I Giovani Medici (SIGM) rivolgono un appello al Governo ed al Parlamento affinché vengano prese in considerazione le istanze delle giovani generazioni di medici: “Siamo in un loop: a cadenza biennale viene riproposta in la possibilità di creare percorsi alternativi per la formazione specialistica. Crediamo in una formazione e in un SSN sostenibili, universali, omogenei ed uguali per tutti. Vogliamo che il percorso formativo post-laurea sia garantito a tutti con adeguati investimenti, statali e regionali, in un percorso unico che sia adeguatamente monitorato in termini di qualità ed efficienza. Qualsiasi altra soluzione apre il fianco a “pasticci” all’italiana, rischiando di dequalificare ulteriormente le giovani professionalità mediche!”.

25 marzo 2019
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