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Specializzazione medici stranieri. Magi e Bartoletti (Omceo Roma): “Penalizzati da norme capestro”


Il presidente e vice presidente dell’Ordine dei Medici contro la norma che chiede ai medici stranieri di produrre l'attestato di conoscenza di lingua italiana entro il 21 maggio per partecipare al concorso di ammissione alle scuole di specializzazione. “Giusto e legittimo che un medico che lavora in Italia sia in grado di parlare italiano, ma questa tempistica esclude di fatto migliaia di professionisti formati in Italia che operano anche da 15 anni nel nostro paese”.

03 MAG - “Uno dei problemi, se non ‘il problema’ di questo Paese è quello di allineare le norme alla vita quotidiana, al vivere di ognuno di noi, alla ‘real life’, aiutando i cittadini ed i professionisti nello sviluppare il lavoro e la professione, dando certezze, garantendo un quadro di riferimento semplice, chiaro, in linea con i tempi”. Ma le disposizioni che chiedono ai medici stranieri di produrre l'attestato di conoscenza di lingua italiana entro il 21 maggio per partecipare al concorso di ammissione alle scuole di specializzazione vanno “in senso opposto” e vanno “cancellate”. È questa la posizione del presidente e vice presidente dell’Ordine dei Medici di Roma e Provincia, Antonio Magi e Pier Luigi Bartoletti.

Magi e Bartoletti evidenziano anche il paradosso di tale regole: “Per ovviare al problema della carenza dei medici da mesi c’è chi evoca sanatorie , chi patrocina il ‘todos caballero’ facendo entrare i non specializzati in reparti Ospedalieri, chi invece se li va a prendere a Timisoara in Romania, chi fa entrare in convenzione medici in formazione, chi benedice la carenza ritenendola un’opportunità per le altre professioni sanitarie; insomma un fritto misto di proposte e allarmi senza raziocinio”. Nel frattempo, però, “si alzano muri assurdi ai medici comunitari che si sono laureati in Italia, abilitati in Italia, iscritti agli Ordini italiani. A loro si chiede nientepopodimeno che la certificazione attestante la conoscenza della nostra lingua corrispondente al livello C1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento delle Lingue (QCER), rilasciata dagli enti certificatori accreditati appartenenti al sistema di certificazione unificato CLIQ (Certificazione Lingua Italiana di Qualità): Società Dante Alighieri, Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena e Università degli Studi Roma Tre. Un percorso ad ostacoli assurdo e paradossale”.

Quella del 21 maggio è infatti, per i vertici dell’Omceo Roma, una norma “capestro” perché “non è tecnicamente possibile il rilascio di tale certificazione in tempi utili per l'iscrizione ai concorsi. Ne consegue che tutti medici stranieri formati in Italia che operano anche da 15 anni nel nostro paese, iscritti agli Ordini di questo nostro confuso Paese sono di fatto tagliati fuori dalla possibilità' di partecipare”.

“Per carità – evidenziano Magi e Bartoletti -, giusto e legittimo che un medico che lavora in Italia sia in grado di parlare italiano, giusto e legittimo introdurre una normativa europea, meno giusto e legittimo non capire che se il contesto è quello della carenza di medici, introdurre una tale norma con questa tempistica che di esclude di fatto migliaia di professionisti dai concorsi e che si ritroveranno nell’imbuto formativo, il purgatorio che abbiamo creato popolato da colleghi che nessuno capisce quale colpa o peccato abbiano commesso”. Per l’Omceo Roma “sarebbe quindi il caso di rivedere la norma”.

03 maggio 2019
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