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Vaccini e lavoro. Il 95% dei medici competenti li ritiene importanti in presenza di rischio biologico

di Domenico Della Porta

I numeri sono contenuti in una scheda informativa dell’Inail in cui viene illustrata una ricerca proprio sulla percezione dei Medici Competenti di fronte alla gestione della vaccinazioni sul posto di lavoro.

23 LUG - La quasi totalità dei medici competenti (95%) è attenta alla vaccinazione sul posto di lavoro in presenza di un rischio biologico e 2 su tre di questi professionisti, a parte l’obbligatorietà della legge di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, la 81/2008, ritiene tale pratica estremamente importante. Questo interessante dato è emerso da una recente Scheda Informativa (allegata), pubblicata qualche giorno fa dall’ INAIL in cui viene illustrata una utilissima ricerca proprio sulla percezione dei Medici Competenti di fronte alla gestione della vaccinazioni sul posto di lavoro “MEDICO COMPETENTE E PROMOZIONE DELLE PRATICHE VACCINALI NEI LUOGHI DI LAVORO. UN’INDAGINE CONOSCITIVA”.
 
Un anno fale questione è stata richiamata nel corso di un importante convegno sulla tutela della salute sul posto di lavoro dalla Regione Emilia Romagna, nel corso del quale si indicava tra le priorità per il medico competente oltre al  tema delle vaccinazioni obbligatorie e di quelle raccomandate la gestione del Rischio Biologico nell’ambiente di lavoro sanitario, con l’identificazione dei ruoli di altre figure, il tema degli infortuni a Rischio Biologico ed il conseguente rischio d’infezione, per le problematiche relative al follow-up, per i rilevanti costi complessivi, sanitari e non sanitari, derivanti dalla gestione dell’infortunio.  In ambito occupazionale, precisa la ricerca dell’INAIL, le vaccinazioni rappresentano un importante strumento di tutela della salute per gli esposti ad agenti biologici.
 
Infatti, laddove la valutazione dei rischi evidenzi la necessità di misure speciali di protezione, il datore di lavoro (DL) - su parere conforme del medico competente (MC) - adotta la vaccinazione come misura protettiva particolare per i lavoratori che non siano già immuni all’agente biologico. Le vaccinazioni possono essere obbligatorie, come requisito di legge, per poter svolgere uno specifico lavoro (verifica n capo al DL) o raccomandate per poter lavorare in sicurezza (verifica in capo al MC). La messa a disposizione e la somministrazione dei vaccini deve essere integrata all’interno di una più ampia strategia di prevenzione che tenga conto: dell’obbligatorietà o meno del vaccino, del rischio di contrarre la patologia senza vaccino, degli esiti clinici della patologia per cui si propone il vaccino, dell’esistenza di misure efficaci alternative, delle caratteristiche immunologiche e dello stato di salute del soggetto. Il lavoratore deve essere adeguatamente informato dal MC sul rischio valutato, sui vantaggi/inconvenienti delle vaccinazioni proposte e, all’atto vaccinale, sottoscrivere il consenso.
 
A tal proposito, il ruolo del MC è di fondamentale importanza per implementare l’utilizzo della pratica vaccinale come strumento di prevenzione nei luoghi di lavoro in quanto, in funzione dei compiti che riveste, egli rappresenta una figura centrale del sistema di gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori. Pertanto, nell’ottica di un modello valutativo integrato di salute sia della popolazione generale che del lavoratore, la presente indagine si propone di analizzare le eventuali barriere e di individuare gli strumenti più idonei per migliorare la copertura vaccinale, con l’obiettivo specifico di ottimizzare l’utilizzo della pratica vaccinale in contesti lavorativi in cui la presenza del rischio biologico è maggiormente rappresentata.
 
 
Domenico Della Porta

23 luglio 2019
© Riproduzione riservata

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