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Patto per la Salute. Incontro Speranza-Fials. Carbone: “Alzare tetto di spesa per il personale”


Confronto tra il Ministro della Salute e il sindacato. Sul tavolo i lavori del Patto per la Salute e Legge di Bilancio. Dalla Fials giudizio positivo sulle misure ma critiche al Mef per la posizione su tetti di spesa per il personale e risorse per la valorizzazione delle professioni sanitarie.

25 NOV - “Positivo l’incontro tra la FIALS e il Ministro della Salute, Roberto Speranza sui temi del nuovo Patto per la Salute e la manovra di bilancio 2020”. È quanto afferma il Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone.
 
La FIALS ha espresso una “condivisione di massima alle linee generali del Patto della Salute che, così come rappresentato nel documento di bozza del Ministero, non solo abolisce il ticket sulla specialistica, ma ha soprattutto l’obiettivo primario di ristabilire il rispetto del diritto alla salute e alle cure dei cittadini tramite l’accesso, in tempi rapidi e certi, a servizi e a prestazioni di qualità, stabiliti nei Livelli Essenziali di Assistenza.  Seppur con delle modifiche, è necessario che il suo iter venga velocizzato. Il patto per la Salute è un’opportunità che non può essere sprecata per le divergenze attuali di vedute tra il Ministero della Salute, la Conferenza delle Regioni ed il MEF”.
 
Critico invece, sulla scheda 3 della bozza del Patto della salute riguardante le risorse umane: “I professionisti sanitari sono la prima leva per garantire l’appropriata erogazione dei Lea e la sicurezza e la qualità delle cure.
 
“Rispetto ai contenuti dell’articolato – precisa - , necessita aumentare il limite di spesa per il personale dal 5%, come previsto nel d.l. Calabria, almeno al 20% dell’incremento del fondo sanitario rispetto al finanziamento dell’anno precedente. Vi sarebbero in aumento 400 milioni nel 2020 con i quali poter fare fronte all’emergenza legata alla cronica carenza del personale, soprattutto nelle regioni con piano di rientro che sono quelle più in difficoltà sotto questo punto di vista. Così come bisogna mettere mano con sollecitudine alla definizione degli standard del personale, soprattutto per le professioni sanitarie, sia a livello di servizi ospedalieri che territoriali, con una metodologia definita con la partecipazione attiva delle OO.SS. di categoria rappresentative e non lasciata solo a quella ragionieristica delle Regioni e del MEF.
Bene, il contenuto dell’articolato sul superamento della norma legislativa per garantire con tempestività il reclutamento di nuovo personale”.
 
Forte e decisa, la posizione espressa dalla FIALS al Ministro Speranza, “contro il MEF che ha posto il diniego a risorse economiche aggiuntive per la valorizzazione e lo sviluppo professionale delle relative competenze delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione, nonché del servizio sociale, come proposto e sostenuto, nella scheda risorse umane del Patto, dal Ministero della Salute e dalle Regioni per valorizzare lo sviluppo professionale con incarichi professionali  tenendo conto della formazione acquisita”.
 
“La posizione del MEF – sottolinea - è un ulteriore affronto per tutti quei professionisti sanitari che ogni giorno garantiscono un’assistenza di qualità ai nostri cittadini e cancella in poche righe le aspettative e il sogno dei nostri professionisti di poter finalmente veder riconosciute le proprie competenze, con il conferimento degli incarichi”.
 
“A questi professionisti - ha ribadito Carbone - vanno garantiti gli stessi diritti della dirigenza e cioè il sistema degli incarichi professionali previsto per ogni professionista, rinnovabile senza limite temporale (anche per gli incarichi gestionali) nonché esercitare l’attività intramoenia e riconoscere l’indennità di esclusività. Non sussiste più alcuna motivazione che li discrimini”.
 
“Al Ministro Speranza – afferma il leader Fials - è stato chiesto di sostenere lo sviluppo e la valorizzazione delle competenze professionali con risorse aggiuntive adeguate, proprio per permettere anche un iter più spedito dei lavori della Commissione Paritetica presso l’ARAN, sulla nuova classificazione del personale.
Ed ancora, di aumentare almeno del 5% del monte salari regionale – rispetto all’attuale 1% - le risorse che le Regioni devono mettere a disposizione delle proprie Aziende ed Enti Sanitari per incrementare i fondi contrattuali del personale. Tali risorse ha chiesto Carbone, rispetto ai contenuti dell’articolato del Patto per la Salute, devono tendere a valorizzare tutte le professionalità, nessuna esclusa e remunerare, anche, i compensi dei dipendenti che effettuano attività di guardia e di reperibilità”.
Rispetto al potenziamento delle reti strutturali di assistenza territoriale socio-sanitaria e la presa in carico nel percorso di cura, ripreso nella bozza del Patto della Salute – scheda n. 8 – Carbone ha precisato “che non può e non deve restare incompiuto l'obiettivo di questo articolato di dare risposte certe al problema delle disuguaglianze territoriali e della migrazioni sanitaria. Per rilanciare il potenziamento della sanità territoriale e la piena dignità in ogni campo con la sanità ospedaliera, un ruolo determinante lo può e lo deve svolgere l’organizzazione distrettuale delle Cure Primarie, ad iniziare dalla medicina generale attraverso lo sviluppo di aggregazioni non solo di medici di famiglia o pediatri di libera scelta ma anche e soprattutto di equipe multiprofessionali e multidisciplinari, in questo quadro di riferimento assume un ruolo primario l’assistenza domiciliare garantita dall’infermiere di famiglia e quella territoriale dalle professioni infermieristiche nel ruolo di case manager nella presa in carico di pazienti in condizioni croniche ad alta complessità o di non autosufficienza/disabilità e al profilo gestionale del personale infermieristico nel nuovo Ospedale di comunità”.
 
Per gli aspetti della manovra di bilancio 2020, Carbone, a conclusione dell’incontro, ha chiesto al Ministro Speranza “interventi diretti, d’intesa con il Ministro della Pubblica Amministrazione Dadone, per aumentare le risorse economiche per i rinnovi contrattuali 2019-2021, la stessa decontribuzione degli incrementi contrattuali che significherebbe avere una busta paga netta più pesante, la detassazione dei premi di produttività collettiva e di risultato del personale (attuale performance) con un’aliquota al 10%, la concessione di un anno di tempo in più per la stabilizzazione dei precari in sanità, il mantenimento della R.I.A. (Retribuzione individuale di anzianità) nei fondi contrattuali, una modifica sostanziale all’attuale normativa che rimanda a tempi biblici e nega la liquidazione immediata del trattamento fine rapporto di lavoro come avviene nel settore privato”.

25 novembre 2019
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