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Sciopero medici sanità privata. Fnomceo a Speranza: “Faccia ripartire trattativa contratto”


L’Ordine nazionale ha espresso la solidarietà alla protesta indetta dalla Cimop. Anelli: "Non è mai bello vedere i medici in piazza invece che negli ospedali: la nostra missione è quella di essere vicino a chi soffre, a chi ha problemi. E, dopo la piazza, scrive al Ministro.

24 GEN - "Non è mai bello vedere i medici in piazza invece che negli ospedali: la nostra missione è quella di essere vicino a chi soffre, a chi ha problemi. In un comparto come quello privato, questa situazione diventa ancor più accentuata perché gli interessi economici talvolta diventano quelli prevalenti. E i medici devono mediare tra la garanzia del diritto alla salute, prioritario, e le esigenze economiche". Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, si è rivolto questa mattina, in Piazza Montecitorio a Roma, ai medici della Cimop (Confederazione italiana medici ospedalità privata), riuniti in presidio in occasione dello sciopero di 24 ore indetto per oggi.

"So che fate uno sforzo notevole in questo, conosco i disagi che si vivono nella realtà del privato - ha continuato Anelli -. Una realtà importante nel Paese, che oggi costituisce un pilastro fondamentale per garantire il diritto alla salute. Però il disagio della professione ci attraversa trasversalmente: per lungo tempo la professione ha lasciato il passo alle dinamiche economiche, invece che deontologiche".

"Vorrei ricordare invece che i medici sono oggi uno dei principali strumenti attraverso cui i diritti previsti dalla Costituzione sono garantiti. Senza i medici non si può garantire il diritto alla salute, un diritto inalienabile previsto dalla Costituzione - ha aggiunto ancora - I professionisti oggi rendono possibile la nostra democrazia, che si basa sui diritti costituzionali: garantirli significa garantire la democrazia. Ecco perché credo che essere presenti in piazza oggi sia una lesione di questi diritti, e i cittadini dovrebbero comprendere il momento difficile che attraversa il nostro Paese".

"Non è soltanto una difficoltà di carattere economico, che naturalmente ha la sua importanza perché oggi voi siete qui a rivendicare un giusto diritto a un giusto compenso, ma è anche una difficoltà nel momento in cui le istituzioni non riescono a garantire i diritti dei lavoratori e in particolare dei medici - ha concluso -. Sono qui a portarvi la solidarietà della professione, di tutti i medici italiani. Ho sempre preso parte a qualsiasi manifestazione perché ritengo che la professione oggi sia il punto strategico di questo Stato. Promuovere i professionisti significa promuovere i diritti. È un ruolo sociale fondamentale. Senza i medici non c'è democrazia".

E, dopo la piazza, Anelli ha preso carta e penna e ha subito scritto una lettera al Ministro della Salute Roberto Speranza, perché utilizzi la sua autorevolezza per far ripartire la trattativa e portarla in porto.

"L'impegno che come Professione medica ci siamo assunti alla luce della Sua più che apprezzata spinta propulsiva ad attivare un "Cantiere per la Riforma del Servizio Sanitario Nazionale" mi induce ad affermare, oggi, che l'obiettivo di un modello di assistenza sanitaria virtuoso che è l'obiettivo a cui tendere, in questo progetto riformatore, non può che passare dal riconoscimento di tutte le componenti che di questo SSN sono attori a diverso titolo - ha scritto il Presidente Fnomceo al ministro della Salute -. Riconoscimento dell'apporto che ciascuna componente determina all'interno del Sistema Salute che solo potrà, a mio avviso, garantire la risposta puntuale, efficiente ed efficace alla domanda assistenziale che diventa ogni giorno più esigente in termini di qualità e di professionalità".


"Non si può negare che l'attuale sistema assistenziale in Italia faccia conto anche sulla componente dei medici in ambito di diritto privato, per rispondere alla domanda di salute dei cittadini. Colleghi medici di ambito privatistico la cui trattativa contrattuale è ferma e che si trovano oggi nella necessità di lasciare le corsie per scendere in piazza al fine di vedere riconosciuti diritti essenziali - ha proseguito -  Il rispetto della pari dignità della Professione medica è un principio che non dovrebbe necessitare di sottolineature laddove la formazione, competenza, professionalità e abnegazione costituiscono il medesimo bagaglio culturale e professionale per i colleghi medici in regime di dipendenza pubblica, il cui contratto è stato recentemente rinnovato rispetto ai colleghi di ambito privato, in attesa di rinnovo contrattuale da più di 15 anni".
 
"Mi appello, Onorevole Ministro, alla Sua sensibilità e soprattutto alla Sua autorevolezza per consentire la conclusione della trattativa contrattuale dei medici di ambito privatistico che metta fine ad una disparità di trattamento che non ha motivazioni né giustificazioni - ha concluso -   Sono convinto che solo attraverso il rispetto della dignità professionale di ciascun medico, rispetto che costituzionalmente deve essere economicamente garantito si possa procedere in un percorso di generale miglioramento sociale e culturale".

24 gennaio 2020
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