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“Un medico su 2 ha subito aggressioni e il 30% degli ambulatori non rispetta norme su sicurezza”. Fnomceo torna a chiedere un Decreto Legge: “Non possiamo più aspettare”


L’Ordine dei medici rivela l’esito del monitoraggio svolto dall’Osservatorio istituito presso il Ministero della Salute e i dati di un questionario condotto dalla Federazione dove il 50% dei rispondenti ha dichiarato di essere stato aggredito nell'ultimo anno. Anelli: “Occorre un Decreto Legge che renda subito efficaci i provvedimenti contenuti nel DDL approvato dal Senato e attualmente all’esame della Camera: l’aumento delle pene e la procedibilita d’ufficio”.

01 FEB - Un terzo degli ambulatori di continuità assistenziale non rispetta la normativa sulla Sicurezza. A riferire l’esito del monitoraggio svolto dall’Osservatorio istituito presso il Ministero della Salute, il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, aprendo questa mattina all’Ospedale SS. Giovanni e Paolo di Venezia il convegno “La violenza contro gli operatori sanitari”.
 
Per sconfiggere quella che sta diventando una vera e propria emergenza di sanità pubblica - è notizia di ieri l’irruzione dei familiari di un paziente in una sala operatoria a Brindisi - tre sono, secondo il Presidente Fnomceo, le direttrici da seguire: quella legislativa, quella organizzativo-strutturale, quella culturale di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
 
E, dopo aver fotografato il fenomeno presentando i dati del questionario condotto da Fnomceo, che raccontano come, nell’ultimo anno, il 50% dei 5024 medici intervistati abbia subito aggressioni verbali e il 4% violenza fisica, Anelli è tornato a chiedere un Decreto Legge.
 
“I fatti di cronaca dimostrano che non possiamo più aspettare - ha affermato -. La situazione drammatica in cui versano i nostri medici e operatori sanitari richiede l’emanazione di un provvedimento d’urgenza da parte del Governo. Occorre un Decreto Legge che renda subito efficaci i provvedimenti contenuti nel DDL approvato dal Senato e attualmente all’esame della Camera: l’aumento delle pene e la procedibilita d’ufficio”.
 
“Ma questo non basta - ha proseguito -. È giusto dissuadere gli aggressori e tutelare anche quei colleghi che non vogliono o non se la sentono di denunciare. L’azione più importante è, però, quella di mettere in sicurezza i medici e gli operatori, facendo applicare la normativa e aggiornandola secondo le nuove esigenze e la valutazione dei rischi e prevedendo presidi di polizia nei pronto soccorso e nelle sedi pericolose”.
 
“Occorre infine una svolta a livello culturale - ha concluso -. È con questo obiettivo che abbiamo messo a disposizione dei nostri iscritti corsi di formazione ad hoc per informare e prevenire le aggressioni. È sempre con lo stesso fine che ci siamo fatti promotori prima delle campagne di comunicazione, ora del docufilm “Notturno”, che racconta, attraverso la storia di un turno di notte, intercalata da testimonianze reali, le paure e la solitudine dei medici e degli altri operatori della sanità”. 
 
È proprio con la proiezione del trailer del docufilm, prodotto da Draka Cinema con la regia di Carolina Boco, si è concluso l’intervento.
 

01 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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