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Aggressioni ai sanitari. La Fnomceo presenta il docufilm “Notturno” con Maria Grazia Cucinotta. Il plauso di Speranza

di Ester Maragò

Le loro storie dei medici che hanno subito un’aggressione verbale o fisica sono al centro del docufilm ‘Notturno’ voluto dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici e presentato oggi alla Camera. Anelli: “Un film-denuncia sulla violenza contro i medici, ma soprattutto sulla solitudine, su un’organizzazione che lascia i professionisti da soli”. Speranza: “Violenza nei luoghi di lavoro è inaccettabile”

05 FEB - “Una successione di pugni e sono crollato”. “Sono stata minacciata con un’arma”. “Non mi sentivo sicura”. “Quello che si presentava era sangue dappertutto e il dottore è crollato a terra”. “Ci si sente abbandonati”. “Hai il timore di non riuscire a svolgere l’attività con la stessa passione di prima”.
 
Sono parole che vanno dritte allo stomaco quelle pronunciate dai medici vittime di violenza. E anche queste, come le aggressioni che donne e uomini del Ssn hanno subito, fanno male. Un dolore sicuramente diverso, ma che non può essere ignorato, soprattutto quando li senti dire: “Però alla professione non si rinuncia”.
 
Il docufilm “Notturno” prodotto da Draka Cinema con la regia di Carolina Boco e fortemente voluto e pensato dalla Fnomceo è andato in scena oggi a Roma nell’affollata aula dei gruppi parlamentari alla presenza del ministro della Salute Roberto Speranza. Un film documentario di 45 intensi minuti che raccolgono testimonianze di medici e giornalisti, di vittime ed istituzioni e si intrecciano alle immagini del turno di notte di una guardia medica, al racconto delle paure, della determinazione e della fragilità di essere persone, oltre che medici in prima linea.
Il Film con Maria Grazia Cucinotta, Isabella Ragno e la partecipazione di Massimo Giletti e Gerardo D’Amico e con le testimonianze di Filippo Anelli, Giovanni Bergantin, Vito Calabrese, Tiziana Mattiazzi, e Ombretta Silecchia, sarà messo a disposizione degli Ordini professionali per organizzare delle proiezioni. Nella fase iniziale sarà trasmesso su Amazon prime e in seguito sulla grande distribuzione.
 
“Uno strumento di comunicazione che va nella giusta direzione: far comprendere a tutti quanto sia prezioso il nostro servizio sanitario e il lavoro quotidiano che le donne e uomini del Ssn portano avanti” ha detto il ministro Speranza. “Spesso ci si dimentica del valore del Ssn e proprio in questi giorni in cui siamo in allerta per il coronavirus ci si rende conto di quanto pesi avere un Ssn di grande qualità come c’è in Italia – ha sottolineato – la violenza nei luoghi di lavoro è inaccettabile. È sempre sbagliata e verso chi si prende cura di noi ancora di più. Il testo di legge contro la violenza agli operatori sanitari approvato all’unanimità in Senato è ora in discussione alla Camera e sono allo studio alcune modifiche. C’è una disponibilità piena di tutte le forze politiche per velocizzare l’iter. Credo sia positivo lasciare il provvedimento al dibattito parlamentare, ma se i tempi dovessero diluirsi non esiterei a esercitare i poteri che la Costituzione riconosce al Governo per intervenire”.
 
Per il ministro serve un provvedimento ad hoc, ma “bisogna affiancare alla parte legata alla deterrenza, agli strumenti giudiziari, una grande operazione di carattere culturale in favore dell’Ssn e dei suoi professionisti, un asset fondamentale per l’Italia sul quale bisogna investire. Ecco perché credo che modelli di comunicazione come il docufilm Notturno vadano nella direzione giusta. Inasprire le pene è giusto, ma serve un’azione culturale”.
 
“Dobbiamo sconfiggere quella che sta diventando una vera e propria emergenza di sanità pubblica – ha detto Filippo Anelli, presidente delle Fnomceo – un’emergenza che richiede una risposta articolata. Un Ddl che auspichiamo arrivi in fretta in porto da solo non basta, abbiamo bisogno anche di interventi di carattere organizzativo-strutturale e culturale. Dobbiamo per far conoscere le frustrazioni e i timori di quanti lavorano in condizioni difficili. Abbiamo quindi iniziato questo percorso ricordando Paola Labriola, psichiatra di Bari brutalmente assassinata mentre svolgeva il proprio lavoro”.
 
“Un medico su 2 ha subito aggressioni e il 30% degli ambulatori non rispetta norme su sicurezza. I dati emersi da un questionario on line al quale hanno partecipato oltre 5mila professionisti, soprattutto medici, parlano chiaro – ha aggiunto Anelli – il 4% ha dichiarato di aver subito aggressioni fisiche e il 50% di aver ricevuto aggressioni verbali. Soprattutto l’80% ritenevano che queste azioni fossero prevenibili. E lo sconforto è il dato più drammatico che emerge: tra il 30-40% degli operatori pensano che non ci sia niente da fare”.

Quello della violenza sugli operatori sanitari è un da affrontare con velocità, ha quindi aggiunto Fabiola Bologna (M5S) membro della Commissione Affari Sociali della Camera. “Dobbiamo agire velocemente. Il Ddl – ha detto – è stato calendarizzato per questo mese. Entro il 7 febbraio dovranno essere presentati gli emendamenti. Questo provvedimento è un passo fondamentale per dare un segnale di vicinanza ai nostri medici. Il docufilm farà capire anche dal punto di vista emotivo cosa affrontano i medici. È importante trasmettere alla cittadinanza le loro difficoltà. Per questo credo sia importante proiettarlo nelle aziende sanitarie per far prendere coscienza di quanto il fenomeno possa danneggiare il benessere dei nostri operatori”.
 
“Ci dimentichiamo troppo spesso di queste persone che offrono un servizio per la comunità mettendo a rischio la propria vita. Non ci soffermiamo mai davanti ai reali problemi, non c’è nulla che tutela il medico dalle tante aggressioni, professionisti che vanno protetti perché salvano le nostre vite” ha infine detto Maria Grazia Cucinotta che nel film recita il giuramento di Ippocrate: “Curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna”.
 
Ester Maragò

05 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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