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Assistenti sanitari scrivono al Governo: “Investite su di noi per la tutela della salute pubblica”


Evidenziando il contributo della categoria nella sorveglianza sanitaria attiva, utile ad esempio garantire idonee condizioni igienico-sanitarie non solo negli ambiti sanitari, l’Associazione Nazionale Assistenti Sanitari (Asnas) chiede un riconoscimento delle competenze specifiche dell’assistente sanitario e strategie per nuove assunzioni. Ma anche azioni per incrementare il fabbisogno formativo. LA LETTERA

28 APR - L’emergenza coronavirus “ha evidenziato” che “la Sanità Pubblica, con i suoi Dipartimenti di Prevenzione, non è stata sufficientemente supportata/alimentata per contrastare l’impatto della pandemia”. E questo perché “nel tempo, sono stati depauperati gli organici, e tra le figure dedicate gli Assistenti Sanitari, sottovalutandone le competenze specifiche legate alla prevenzione, educazione e promozione della salute”. Lo scrive, in una lettera indirizza a Governo e Regioni, ’Associazione Nazionale Assistenti Sanitari (Asnas).

L’Asnas chiede ai destinati della missiva di prendere atto che, “al di là delle necessità assistenziali per i casi conclamati da gestire negli ospedali, il territorio è rimasto sguarnito e insufficientemente operativo riguardo al controllo, al contenimento della diffusione del virus e alla sorveglianza sanitaria”. Ma “on un contesto sanitario in cui vige un’esigenza maggiorata di attivare posti letto e reparti di terapia intensiva, per far fronte ai nuovi malati, l’impegno per rallentare il contagio dovrebbe prevedere anche un investimento in risorse umane sul Territorio e non solo negli ospedali”.

Tra queste figure professionali, evidenzia l’Asnas, ci sono gli Assistenti sanitari “a cui sono riconosciute le competenze contenute nel DM 69/97 (profilo professionale) per lo svolgimento di attività rilevanti nell’impegno a contenere il contagio da Covid-19”. Tra queste Asns cita la sorveglianza sanitaria attiva dei contatti e degli operatori sanitari; la sorveglianza attiva delle Comunità (ex. RSA, Case di Riposo, Strutture per Disabili) e delle strutture intermedie COVID-19, l’esecuzione dei tamponi; l’attività di rete nello svolgimento del piano di emergenza (Direzione Medica, PS, MMG, PLS, laboratorio analisi, Sindaci); ogni atto comunque riconducibile agli obiettivi della prevenzione, educazione sanitaria e promozione della salute. 

L’Associazione rimarca quindi “l’importanza di un investimento” sugli assistenti sanitari “sia in una prima fase dell’epidemia che in una seconda fase, dove peraltro si giocherà una grande opportunità per il futuro della Sanità Pubblica territoriale”.

Per queste ragioni l’Asnas chiede a Governo e regioni “di riconoscere le competenze specifiche dell’assistente sanitario e non transitarle ad altre figure professionali formate in altri campi”.

Ma anche di "attivare celermente”:
- “strategie per nuove assunzioni al fine di incrementare le attività di Prevenzione e promozione della salute negli ambiti descritti in precedenza, capaci di garantire sicurezza e monitoraggio della ”ripresa”, non tralasciando le attività ordinarie di prevenzione quali  vaccinazioni, screening per la patologie croniche, ecc”.

- “azioni volte a incrementare il fabbisogno formativo per l’anno 2020/2021 e sostenere l’attivazione presso le Università di tutte le Regioni in cui è espresso il fabbisogno formativo già da questo anno accademico (ad oggi sono solo 10 le sedi universitarie per la loro formazione) ed alcune di queste sono minacciate di chiusura, a beneficio di professioni non specifiche in questo campo”.

28 aprile 2020
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