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Covid. Dirigenti sanitari del Ministero a Speranza: “Chiediamo riconoscimento economico e professionale”


In una lettera inviata al Ministro si chiede un incontro urgente: “Non pensi l’Amministrazione che come al solito “si fanno le nozze con i fichi secchi” e che tale personale si possa remunerare con lo scarso Fondo della dirigenza, corrispondendo, a posteriori e non riconoscendo il pregresso, le quote di reperibilità e straordinari”. LA LETTERA

22 SET - "In tutto il periodo di emergenza il personale tutto degli Uffici periferici del Ministero della salute, baluardo per la Profilassi Internazionale, ha operato in condizioni estreme sia in termini temporali (h24/24) sia in termini di contenuto (controlli sui passeggeri e controlli sulle navi passeggeri trasformate in lazzaretti, per dirne solo alcune). Non riconoscere a tali dirigenti quanto è riconosciuto ai dirigenti di altri Enti coinvolti nelle emergenze, sia in termini di riconoscimento professionale sia in quelli di riconoscimento economico, equivale a perpetrare le discriminazioni vigenti ancora oggi, anche successivamente all'emanazione della legge 3/2018, nei confronti della dirigenza sanitaria tutta operante nel Ministero della salute. In un Ministero della salute che si pone come elemento centrale di un SSN forte e rinnovato”. È quanto si legge in una lettera indirizzata al Ministro della Salute, Roberto Speranza da Giorgio Cavallero Segretario Generale COSMeDe il Direttivo AASSOMED SIVEMP
 
“Non pensi – si legge nella missiva i l’Amministrazione che come al solito “si fanno le nozze con i fichi secchi” e che tale personale si possa remunerare con lo scarso Fondo della dirigenza, corrispondendo, a posteriori e non riconoscendo il pregresso, le quote di reperibilità e straordinari. Il Fondo non è in alcun modo sufficiente a contenere quanto si descrive. Per il personale in questione vanno immediatamente rilevate e corrette le difficoltà operative, vanno individuati fondi dedicati - anche ricorrendo alle risorse derivanti dalle tariffe per le attività prodotte, di cui peraltro solo il personale sanitario non ha mai beneficiato – ovvero individuando, nelle risorse stanziate per le emergenze, il “quantum” da corrispondere, così come si è fatto – e giustamente - per il servizio 1500 e per gli Uffici di Fiumicino e Malpensa”.
 
“Chiediamo – prosegue Cavallero -, pertanto, un incontro, al fine di rappresentare de visu e approfonditamente gli elementi necessari per la qualificazione della dirigenza sanitaria di un Ministero che si va a porre come elemento centrale di un SSN forte e rinnovato, con la consapevolezza del ruolo strategico e quanto mai essenziale sul confine che è unico (legge costituzionale n. 3 del 2001):
- necessità di sostegno dai vertici per operatività con responsabilità diretta esercitata in piena integrazione con i colleghi del territorio all’interno di piani di risposta locale;
- riconoscimento professionale ed economico di quanto svolto in tutto il periodo di emergenza;
- necessità del riconoscimento di parità di trattamento nell’applicazione degli istituti contrattuali previsti per i professionisti del SSN, che la legge 3/2018 estende ai dirigenti sanitari del Ministero e dell’AIFA, (prima fra tutte l’indennità di esclusività di rapporto che i dirigenti del Ministero sono obbligati ad osservare)”.

22 settembre 2020
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