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In Piemonte i medici “scappano” dagli ospedali. Troppi stress e rischi. L’indagine dell’Anaao


Un numero crescente di medici ospedalieri decide di dimettersi e cercare soluzioni lavorative alternative nel Privato o sul Territorio. In particolare lo studio Anaao Piemonte fotografa oggi la fuga verso la medicina di famiglia: nel 2019, in Piemonte, ben 114 medici dipendenti degli ospedali si sono iscritti alle graduatorie regionali di Medicina Generale, per poter essere chiamati ad esercitare come medico di famiglia. Altri 41 hanno partecipato al concorso per il corso di formazione in medicina generale. LO STUDIO

09 OTT - Il lavoro ospedaliero è negli ultimi anni peggiorato. I reparti sono stati depauperati di personale e l’eccessivo carico di lavoro burocratico, le scarse possibilità di progressione di carriera, il rischio di denunce e di aggressioni hanno creato lentamente un clima di insoddisfazione. I medici sono sempre meno, sono stanchi, sono demotivati. E dunque cercano alternative. Così l’Anaao Piemonte spiega le motivazioni che spingono 1 medico ogni 16 della Regione a sognare la fuga dagli ospedali pubblici, per lavorare altrove (nel privato o sul territorio). “Possiamo concludere che ben 493 medici dipendenti in Piemonte cercano di scappare dal lavoro ospedaliero”, spiega l’Anaao.

Al privato si collegano maggiori stipendi e migliori condizioni di lavoro. Ma anche il territorio diventa sempre più attrattivo. La speranza nel passaggio dalla dipendenza al convenzionato, invece, è soprattutto quella di ridurre i turni disagevoli: “Basta notti e festivi, orari più elastici, maggiore autonomia”, spiega l’Anaao. Riguardo alla remunerazione, “è relativa al numero di pazienti, ma è facile in pochi mesi aumentare lo stipendio percepito da ospedaliero”, è la considerazione dell’Anaao, che in un recente studio ha fotografato la fuga dei medici ospedalieri piemontesi verso la medicina di famiglia.
 
Nel 2019, in Piemonte ben 114 medici dipendenti degli ospedali si sono iscritti alle graduatorie regionali di Medicina Generale, per poter essere chiamati ad esercitare come medico di famiglia. Di questi 114 medici, il 72% è di genere maschile (nella fascia d’età over 52 prevalgono i medici uomini). L’età media è di 56 anni.

Dei 114 medici che sperano di essere chiamati dalle graduatoria per lavorare come mmg, il 30,7% lavora in Pronto Soccorso, il 14% in Rianimazione, il 13,1% in Medicina Interna e il 10,5% in Chirurgia. Il disagio è pertanto maggiore laddove si eseguono numerosi turni notturni e festivi.

Scelta ancora più sofferta è invece quella di lasciare il lavoro a tempo indeterminato da medico dipendente per riprender a studiare e, dopo 3 anni di borsa di studio a 980 euro, avere il titolo per entrare nella graduatoria per medico di famiglia.  Devono seguire questo iter i medici più giovani, abilitati dopo il 1994. In Piemonte 41 medici hanno partecipato al concorso. L’età media è di 37 anni. Il 58,5 % dei medici è, al contrario del gruppo precedente, di genere femminile.  “Anche in questo caso, le specialità da cui proviene il maggior numero di medici sono quelle che hanno un maggior carico di turni disagevoli, notturni o festivi”, spiega l’Anaao Piemonte.

09 ottobre 2020
© Riproduzione riservata

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