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Tamponi dai veterinari in Veneto. Sivemp dice no a Zaia: “Sarebbe un abuso professionale”


Maria Chiara Bovo, segretario regionale del Sivemp Veneto, esclude assolutamente che i veterinari possano essere coinvolti nell’esecuzione dei tamponi ai cittadini, come prospettato dal presidente del Veneto, Luca Zaia. “Forse nella concitazione dell’emergenza è sfuggito che l’esecuzione di attività di questo tipo rappresenterebbe, da parte dei veterinari, un abuso di professione infermieristica o medica. Rinnoviamo la nostra disponibilità, ma esprimiamo la nostra ferma contrarietà a svolgere funzioni in aree in cui non abbiamo competenza né copertura giuridica”.

05 NOV - Veterinari coinvolti nell’esecuzione dei tamponi? “No grazie”. La Sivemp Veneto risponde così all'ipotesi prospettata dal presidente della Regione, Luca Zaia. "Ci troviamo, a sorpresa, tirati in ballo per lo svolgimento di un’attività di medicina umana in cui dovremmo sostituirci ad operatori sanitari e infermieri in prestazioni di loro competenza. Forse nella concitazione dell’emergenza è sfuggito che l’esecuzione di attività di questo tipo rappresenterebbe, da parte dei veterinari, un abuso di professione infermieristica o medica”, dichiara Maria Chiara Bovo, segretario regionale del Sivemp Veneto.

Da Bovo, quindi " ferma contrarietà a svolgere funzioni in aree in cui non abbiamo competenza né copertura giuridica”. Per la segretaria regionale Sivemp "anche le Usl dovrebbero riflettere su rischi e conseguenze che attività svolte al di fuori delle previsioni normative e contrattuali potrebbero avere per loro”.

“Rinnoviamo la nostra totale disponibilità a mettere le nostre conoscenze di sanità pubblica a supporto del Sistema sanitario regionale — chiarisce Bovo — chiedendo però che la nostra professionalità sia impiegata nella tante e importanti attività di prevenzione e sorveglianza per cui siamo stati formati e assunti e che possiamo svolgere ai massimi livelli”. La portavoce dei veterinari pubblici al lavoro nelle Usl ricorda, quindi, che a marzo la categoria aveva offerto la propria disponibilità a partecipare alla definizione delle strategie di contrasto all’epidemia, “sulla base delle proprie approfondite e specifiche competenze epidemiologiche, oltre che di trattamento e isolamento dei focolai infettivi. Ma questa offerta è stata ignorata”.

“Ci sembra stiano sfuggendo basilari questioni di competenze - ribadisce Bovo -. I veterinari impiegati nelle Usl controllano l’intera filiera agroalimentare e la salubrità degli alimenti, dall’allevamento alla tavola, attuando nel contempo la sorveglianza sulle malattie animali, tra cui quelle trasmissibili all’uomo. Tutti compiti a tutela della salute pubblica, che non possono essere sospesi e che infatti sono stati assicurati anche durante il lockdown”.

05 novembre 2020
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