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Tamponi antigenici negli studi dei medici di famiglia. Le proposte del Sigm per superare criticità


Volontarietà dell’adesione, in base al carico di lavoro. Ottimizzazione delle risorse, da destinare al potenziamento e alla diffusione capillare di tensostrutture, strutture mobili, ambulatori in cui personale dedicato sia disponibile ad eseguire un appropriato numero di tamponi al giorno. Attivazione di un sistema di prenotazione diretta dei tamponi al fine di ottimizzare tempi e risorse, riducendo nel contempo il carico di lavoro dei Dipartimenti di Sanità Pubblica. Queste le proposte Sigm in audizione al Senato.

13 NOV - Il Segretariato Italiano Giovani Medici (Sigm) ha evidenziato una serie di criticità nella proposta di esecuzione dei tamponi antigenici rapidi da parte dei Medici di Medicina Generale, riportata al Titolo III, art. 18 e 19 del “Decreto Ristori”, e soprattutto nel suo inserimento all’interno dell’Accordo Collettivo Nazionale che regola la convenzione tra i Medici di Medicina Generale ed il Servizio Sanitario Nazionale, avvenuto attraverso la firma di un solo sindacato, seppur quello maggioritario per numero di iscritti.

Ad illustrarle è stato Riccardo Vaccari, Coordinatore del Dipartimento di Medicina Generale del Sigm, nel corso dell’audizione al Senato svoltasi lunedì 9 novembre.

Questi i punti critici principali:
- Sicurezza degli ambienti: molti MMG hanno studi piccoli, spesso ubicati in condomini o in edifici con destinazione d’uso mista, nei quali non è possibile garantire la separazione dei percorsi;
 
- Sicurezza dei pazienti: anche per i medici che operano all’interno di Medicine di Gruppo ed anche quando gli ambulatori sono ubicati all’interno delle case della salute, le sale d’attesa sono comuni ad altri colleghi e ad altri servizi, eventualmente occupate da pazienti cronici, immunodepressi, anziani o pazienti fragili e con comorbilità;
 
- Sicurezza degli operatori: spesso i MMG si trovano tuttora a lavorare da soli nei loro ambulatori, mentre per le procedure di vestizione e svestizione, affinché siano svolte in sicurezza, è necessario essere almeno in due;
 
- Ottimizzazione dei DPI.
 
Questa prima serie di criticità, a parere del Sigm, "potrebbe essere ovviata dalla possibilità che viene data ai MMG di usufruire di spazi dedicati all’interno delle strutture delle Ausl, adeguatamente attrezzati e dotati di personale di supporto. D’altro canto però tale servizio imporrebbe ai MMG di sospendere l’attività ambulatoriale e domiciliare di assistenza ai pazienti, cronici e non, i cui bisogni non si sono certo ridotti con l’avvento della pandemia da SARS-COV2".

"All’attività ordinaria, in questi mesi, si è aggiunta infatti quella che i MMG devono garantire per sopperire alle carenze del sistema. L’MMG è rimasto in molti casi l’unico riferimento per molti pazienti, rimanendo al loro fianco, rispondendo 7 giorni su 7 alle telefonate, lavorando anche fino a tarda ora per continuare a garantire:
- Monitoraggio telefonico;
- Attività ambulatoriale, programmata ed urgente;
- Visite domiciliari ai pazienti intrasportabili;
- Segnalazioni dei casi sospetti COVID o dei contatti di pazienti positivi ai dipartimenti di prevenzione dell’ASL;
- Presa in carico globale delle cronicità;
- Cure di fine vita, di concerto con la rete delle cure palliative;
- Campagna antinfluenzale;
- Gestione dei pazienti con particolari esigenze sociali derivanti da isolamento o da problematiche familiari e socio-economiche, che si sono inevitabilmente accentuate nel corso dell’emergenza sanitaria.
 
"Si tratta quindi di capire il ruolo del Medico di Medicina Generale - prosegue il Sigm -. In questo momento la categoria paga il fatto di non avere un’identità ben definita, vista l’assenza di un Settore Scientifico Disciplinare di riferimento, di una Scuola di Specializzazione per formare i suoi professionisti, e di un Core Curriculum di competenze specifiche della branca. Riteniamo che il medico di famiglia si debba occupare della presa in carico globale del paziente, della gestione delle cronicità, della promozione della salute, aspetti essenziali che non vanno assolutamente trascurati. Alla luce di ciò, il MMG deve continuare a svolgere il suo ruolo specifico e non deve essere obbligato a diventare l’esecutore forzato di un atto tecnico imposto da un contratto non condiviso e firmato da una sola sigla sindacale".
 
La proposta Sigm si articola in tre punti:
- Volontarietà dell’adesione, in base al carico di lavoro;
- Ottimizzazione delle risorse, da destinare al potenziamento e alla diffusione capillare di tensostrutture, strutture mobili, ambulatori in cui personale dedicato sia disponibile ad eseguire un appropriato numero di tamponi al giorno;
- Attivazione di un sistema di prenotazione diretta dei tamponi, come avviene già in alcune AUSL, al fine di ottimizzare tempi e risorse, riducendo nel contempo, il carico di lavoro dei Dipartimenti di Sanità Pubblica, che potrebbero occuparsi a pieno ritmo della sorveglianza epidemiologica e del tracciamento dei contatti dei casi positivi.

"La Medicina Generale è a disposizione della collettività in questa fase delicata dell’emergenza e molti colleghi stanno dimostrando di essere presenti al fianco dei loro assistiti, ora più che mai. Nessuno si tira indietro di fronte alle necessità emerse a causa della pandemia, ma non condividiamo una decisione che rischia, a nostro avviso, di sottrarre risorse ad un’attività importante per investirle in un servizio che risulterebbe essere il duplicato di servizi già esistenti, ma meno efficace e più dispendioso", conclude il Sigm.

13 novembre 2020
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