Covid. La denuncia Cimo-Fesmed: “Sfruttata pandemia per un task shifting contro i medici”
Il sindacato: “Ribaltare le evidenti carenze strutturali legate alle incapacità di approvvigionamento dei vaccini con azioni di task shifting a scapito della professionalità dei medici, rappresenta una provocazione inaccettabile”.
19 APR - “Sono in atto scelte incomprensibili da parte dei decisori politici ed istituzionali e in particolare un tentativo di sfruttare il lungo dramma della pandemia come veicolo per “riposizionare” le attribuzioni nelle professioni sanitarie a danno dei medici, con effetti di rischi sanitari non calcolati e ulteriore disorientamento dei cittadini”. È quanto sostiene le Cimo-Fesmed che ribadisce così la propria posizione in relazione a diversi interventi, giudicati “poco lungimiranti se non ostili alla categoria dei medici, che ha affrontato e affronta in prima linea l’impatto del virus negli ospedali”.
“Dalle mascherine chirurgiche “sbagliate” raccomandate ai sanitari – rileva il sindacato - come dispositivo di protezione individuale, che hanno causato gravissime conseguenze, al conteggio dei tamponi con la successiva aggiunta dei test rapidi per abbassare, nelle statistiche, il tasso di positività; ed ora l’autorizzazione a quasi tutte le figure sanitarie di poter svolgere le funzioni di vaccinatore immaginando che l’anamnesi, il consenso informato e le procedure mediche legate ad eventuali effetti collaterali siano competenza e bagaglio professionale di chiunque, a dispetto della sicurezza delle cure”.
“Ribaltare le evidenti carenze strutturali legate alle incapacità di approvvigionamento dei vaccini con azioni di task shifting a scapito della professionalità dei medici, rappresenta una provocazione inaccettabile” commenta
Guido Quici, presidente di CIMO-FESMED. “Siamo sicuri che i cittadini saranno in grado, dopo questa esperienza Covid, di capire la differenza che passa tra decisori e chi davvero cura i pazienti. Non possiamo poi stupirci se il sentiment degli italiani sia sempre più sfiduciato verso le Istituzioni, ma parallelamente siamo altrettanto convinti della crescita di fiducia che gli stessi cittadini ripongono nei confronti dei medici e degli infermieri, impegnati a fronteggiare, soprattutto negli ospedali, una malattia virale dagli esiti imprevedibili”.
Per CIMO-FESMED, politica e Istituzioni nazionali e regionali d”evono saper far tesoro del recupero del ruolo del medico innescato come effetto collaterale da questa pandemia mondiale. La sua centralità e il suo rapporto con il paziente sono il vero valore aggiunto che l’emergenza sanitaria ha finalmente evidenziato: un riscatto reputazionale verso i medici che rimarca la reale fiducia dei cittadini nella loro competenza. E questo, probabilmente, inizia a preoccupare qualcuno. Ma questa volta i medici non staranno in silenzio”.
19 aprile 2021
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