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Medicina generale. Anche Snami e Smi contro il DataRoom della Gabanelli: “Inesattezze e semplificazioni giornalistiche”


Dopo la Fimmg anche gli altri due sindacati del comparto intervengono contro il DataRoom della giornalista che nell’ultima puntata ha affrontato il tema delle cure territoriali nel Pnrr. Testa (Snami): “Estrema disinformazione”. Onotri (Smi): “I medici di medicina generale sono stati in prima linea in questa pandemia, altro che passacarte”.

26 MAG - Dopo le considerazioni nei confronti della Medicina Generale sul Tg La7 e sul Corriere della sera da parte di Milena Gabanelli, storica conduttrice di Report, intervengono dopo la Fimmg anche lo Snami e lo Smi che manifestano il loro dissenso rispetto a quanto scritto dalla giornalista.
 
“Non siamo particolarmente sorpresi - dice Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami - delle esternazioni della Gabanelli nei nostri confronti, ”fanno il paio” con un andazzo nei confronti della Medicina Generale a cui assistiamo quotidianamente, in un crescendo continuo all’insegna della più estrema disinformazione. Questo “festival del qualunquismo” non è assolutamente casuale ma è una tessera di un puzzle che si sta tessendo per far sparire la medicina territoriale, inglobandola in falsi progetti di modernizzazione in nome dell’efficienza e dell’innovazione”
 
“Lo snami si è sempre dimostrato attento e propositivo per la costruzione di un modello ancora più forte di una Medicina Generale più consono ai tempi che viviamo - aggiunge Domenico Salvago, vicepresidente nazionale Snami - . C’è però da chiedersi se chi vorrebbe buttare alle ortiche il bambino con l’acqua sporca è solo un inetto oppure se ci siano interessi ben precisi dietro questo progetto. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, ... si vuole per caso trasformare l’unico comparto sanitario libero, in cui le nomine non vengono fatte dalla politica, in una medicina feudale di vassalli con il bavaglio davanti alla bocca? Chi potrebbero essere i nostri primari a governare il sistema? Per caso gli attuali funzionari, laureati in Medicina ma non Medici, “non frequentatori” della professione?”.
 
“La giornalista ci definisce dei semplici passacarte - puntualizza Gennaro Caiffa vice segretario nazionale Snami - professionisti che non visitano i pazienti salvo rare eccezioni, parla delle ore di ambulatorio ignorando o facendo finta di non sapere che quella è solo una piccola parte della nostra attività quotidiana, riprende la soluzione ipotesi della dipendenza. Non si è fatta la domanda chi nel corso della pandemia ed ancor oggi ha fatto andare avanti l’assistenza sanitaria ai cittadini con gli ospedali con le porte sbarrate e convertiti all’assistenza covid, gli ambulatori specialistici chiusi ed anche adesso che non si è tornati al regime ordinario. Secondo la signora Gabanelli in questo momento chi “manda avanti la baracca”?”.
 
“Se i troppi interessi - conclude Angelo Testa - nei confronti del nostro comparto, l’aumento esponenziale di compiti e mansioni aggiuntive e le considerazioni qualunquistiche e gratuite nei nostri confronti, hanno l’intento di sfiancarci, rimandiamo ai mittenti l’intero pacchetto, sottolineando che hanno sbagliato i destinatari. Siamo semplicemente Medici, umili, ma abituati a risolvere i problemi ed a combattere!”.
 
“L’articolo di Milena Gabanelli nella rubrica DataRoom pubblicata come ogni lunedì sul Corriere della Sera e replicata nel TG LA7 contiene alcune gravi giudizi sul ruolo dei medici di medicina generale e allo stesso tempo certifica che il PNRR cambierà il volto del Servizio Sanitario Nazionale e dei medici di famiglia. Avevamo già rilevato questo cambiamento in più sedi” così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani in una dichiarazione, interviene nel dibattito sollevato dalla giornalista Gabanelli.
 
“Occorre adesso dopo gli annunci che tutti gli attori siano convolti in un percorso partecipato per tutti gli ambiti che prevede la Missione 6 Salute del PNRR a partire dalla medicina di prossimità. Considerando che il punto centrale della Missione Salute del PNRR è quello che prevede le Case di Comunità; l’obiettivo è quello di realizzare entro il 2026 una Casa della Comunità ogni 24.500 abitanti: si punta a realizzare 2.564 nuove Case della Comunità per prendere in carico 8 milioni circa di pazienti cronici mono-patologici e 5 milioni circa di pazienti cronici multi-patologici. Questo modello organizzativo, che coinvolge la medicina generale, con tutti i suoi compiti ad oggi riconosciuti e tutta la rete territoriale dell’assistenza, ha molte criticità e troppe similitudini con le Case della Salute che già hanno visto risultati scadenti in termini di obiettivi di risultato, nei dati pubblicati da Agenas nel 2012. Non vorremmo che il PNRR si rivelasse, per quanto riguarda la sanità, un solo un gigantesco piano di edilizia sanitaria per la costruzione delle sedi delle Case di comunità”.
 
“Avevamo già segnalato, nell’audizione di gennaio scorso presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, come quest’ultimo anno abbia evidenziato quanto sia urgente riformare il nostro sistema sanitario; il nostro SSN è giunto alla prova del Covid manifestando elementi di relativa debolezza rispetto ai principali partner europei. Abbiamo registrato nel 2020 un numero elevato, elevatissimo di medici morti, se confrontato con quello degli altri paesi europei e questo vuol dire che nella rete organizzativa sanitaria qualcosa non ha funzionato e non sta funzionando. La tenuta e la risposta del SSN è stata solo dovuta alla professionalità degli operatori sanitari e dei medici che non si sono tirati indietro, nonostante la condizione lavorativa precaria, la mancanza di DPI e la scarsità di personale. Di fronte alla pandemia il Paese si è trovato impreparato perché il piano nazionale dell'emergenza era fermo da 10 anni, e negli ultimi 20 anni si è continuato a tagliare nella sanità”.
 
“Per questo – rimarca - è ingeneroso mettere sul banco degli imputati i professionisti sanitari. I medici di medicina generale sono stati in prima linea in questa pandemia, altro che passacarte come impropriamente li definisce la Gabanelli; non sappiamo di passacarte morti, ma di medici di medicina generale (più della metà dei medici deceduti) i cui familiari aspettano ancora un risarcimento.  Occorre, da subito, rimettere al centro dell’agenda politica l'importanza della integrazione della medicina generale nella medicina del territorio con misure efficaci e interventi legislativi e anche contrattuali funzionali allo scopo”.
 
“Per queste ragioni auspichiamo, con una richiesta al Ministro della Salute, la riapertura di un tavolo di confronto sindacale sulla medicina generale e in relazione alle Case di Comunità, che coinvolga la medicina generale, con tutti i suoi compiti ad oggi riconosciuti e tutta la rete territoriale dell’assistenza. Chiediamo che con il PNRR s’inauguri un nuovo rapporto di relazioni sindacali che consenta un confronto preventivo rispetto alle scelte operative che il Governo intende adottare per la salute e per la medicina, al fine realizzare le condizioni per delineare un percorso comune, tra le parti, per affrontare le riforme annunciate nel PNRR, evitando, in questo modo, inesattezze e semplificazioni giornalistiche” conclude Onotri.

26 maggio 2021
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