Medicina generale. Smi, Cgil Medici e Simet a Regioni: “Nuova convenzione sia coerente con Pnrr”
Lettera aperta al presidente Fedriga da parte del Sindacato Medici Italiani, Funzione Pubblica Cgil Medici e Sindacato Italiano Medici del Territorio: “Aprire tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per costruire, insieme, un programma di riforma che sia coerente nell’esigenze contrattuali dell'ACN e quelle organizzative contenute nel PNRR”.
29 SET - “Gentile Presidente Massimiliano Fedriga, le scriviamo in merito alla bozza di Accordo Collettivo Nazionale dei medici di medicina generale, ancora in discussione, che per noi è centrale per le prospettive di riforma dell'assistenza territoriale contenute nel PNRR. Apprezziamo che la Conferenza delle Regioni discuta dei cambiamenti che la pandemia impone alle organizzazioni sanitarie e alla medicina generale. Allo stesso tempo constatiamo, con rammarico, che venga proposto un Accordo Collettivo Nazionale (ACN) anacronistico e slegato dalle proposte contenute nel PNRR” così in una lettera aperta,
Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani,
Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN e
Mauro Mazzoni, Segretario Nazionale SIMET.
“Questo ACN – prosegue la missiva -, infatti, non tiene conto dei progetti e della riforma dei rapporti di lavoro che il Piano di Ripresa e Resilienza potrebbe prevedere. Mentre nel documento della Conferenza delle Regioni, si affrontano aspetti centrali che mirano ad una maggiore organizzazione di sistema, sia attraverso le modifiche dei rapporti di lavoro, che non possono continuare ad essere incardinate su un modello della libera professione del medico "single practice", sia attraverso l'istituzione di nuclei operativi polifunzionali, le case di comunità, nelle quali anche i medici potranno essere inquadrati nella dirigenza del SSN. Dall'altra parte la proposta contenuta nell'ACN rimane ancorata a vecchie logiche organizzative che nella pandemia si sono dimostrate inadeguate a sostenere il lavoro dei professionisti. Queste decisioni molto importanti richiederebbero la condivisione delle organizzazioni sindacali di categoria, che al contrario non sono state coinvolte nella loro globalità”.
“Nella bozza di accordo nazionale – rilevano i sindacati -, addirittura, vengono introdotti elementi di arretramento retributivo e gestionale: gli aumenti sono vincolati alla parte variabile della busta paga e alla disponibilità delle singole regioni, generando disparità di trattamento e disuguaglianze nell'offerta di salute dei cittadini. Per queste ragioni siamo convinti che bisogna creare una forte sinergia tra la contrattazione dell’ACN e il confronto sulle proposte della Conferenza delle Regioni per il PNRR, così come auspichiamo un intervento diretto del Ministro della Salute in questo senso”.
“Per i medici di medicina generale si è aperta una stagione difficile, aggravata da una campagna mediatica denigratoria senza precedenti che serve solo a distrarre l’attenzione dei cittadini dal reale problema della grave carenza di professionisti e dallo smantellamento dei servizi sanitari pubblici perpetrato in questi anni. Auspichiamo, infine, che la Conferenza delle Regioni apra un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per costruire, insieme, un programma di riforma che sia coerente nell’esigenze contrattuali dell'ACN e quelle organizzative contenute nel PNRR, per una sanità pubblica, equa ed universale a tutela della salute sociosanitaria della cittadinanza” concludono Onotri, Filippi, Mazzoni.
29 settembre 2021
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