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Enpam. Smi contro contribuzione obbligatoria: “Inutile va eliminata”. La replica dell’Ente previdenziale: “È legittima e conveniente”


Il presidente onorario del sindacato De Matteis attacca l’ente previdenziale dei medici: “La contribuzione obbligatoria versata dai medici ad ENPAM non realizza nessuno effetto positivo per la categoria medica”, Dura replica del Cda dell’Ente: “Chi parla di benefici irrisori a fronte di quanto versato non sa fare i conti”.

30 SET - “La contribuzione obbligatoria versata dai medici ad ENPAM non realizza nessuno effetto positivo per la categoria medica. Chiediamo al Ministro Andrea Orlando e al Ministero del Lavoro, ente vigilante, di intervenire per porre fine a questo inutile prelievo previdenziale da parte di EMPAM (Ente nazionale di previdenza e assistenza medici) sulle buste paga dei medici” così Cosmo De Matteis, Presidente Onorario del Sindacato Medici Italiani, in una dichiarazione che rende pubblica la decisione d’inviare una lettera dicastero del lavoro.

“Sono già qualche migliaio le firme di medici ad una petizione che chiedono l’eliminazione della contribuzione obbligatoria, per una categoria di dipendenti che con questo contributo pensionistico non riceve assolutamente miglioramenti per il suo mantenimento, a causa del fatto che ENPAM eroga una contribuzione irrisoria a fronte di quanto versato dai medici”.

“ENPAM e suoi vertici, invece, di aprire un confronto, dinnanzi al dissenso dei propri iscritti, scelgono la strada della repressione.  Intervengono, infatti, presso i Presidenti di Ordine dei Medici per conoscere le opinioni di iscritti espresse a riguardo alla Fondazione ENPAM e la loro regolarità contributiva previdenziale; questo atteggiamento ci ricorda pratiche autoritarie della storia del nostro paese”.

“Sono anni che sindacati, professionisti medici, società civile chiedono di rivedere le norme di ENPAM in tema di controlli e trasparenza. È arrivato adesso il momento di una svolta. Il ministro vigilante, l’on. Orlando, intervenga, non intendiamo avallare le logiche anti democratiche e poche trasparenti di ENPAM!”.
“Stiamo valutando, di promuovere insieme a molte forze della categoria medica, nuove forme di protesta per porre fine a questi soprusi” conclude De Matteis.
 
La replica del Cda Enpam
“La contribuzione è legittima e conveniente. Altro che repressione, difendiamo il decoro dei medici”, si legge in una nota di replica.
 
“Come responsabili di una Cassa – prosegue - che ha il compito costituzionale di garantire le pensioni e l’assistenza ai contribuenti, prendiamo le distanze da affermazioni che non trovano alcun riscontro né sui numeri assoluti né sul confronto con altre forme di previdenza, ma che si basano su percezioni del tutto soggettive e scollegate dalla realtà. Ricordiamo che, da quando esiste la Repubblica, l’obbligatorietà per tutti i medici di contribuire all’Enpam è stata ribadita per ben tre volte dalla legge, e altrettante volte la Corte costituzionale si è pronunciata per sottolinearne la legittimità in nome di superiori esigenze di solidarietà sociale, professionale e di equilibrio di gestione”.
 
“In ultimo – continua l’Empam -, nel 2020, persino la Commissione Europea – pronunciandosi sul caso di un’altra professione sanitaria – ha dichiarato il sistema previdenziale delle Casse previdenziali in linea con l’ordinamento dell’Ue. Inoltre ricordiamo che lo Statuto, i bilanci e le delibere dell’Ente sono approvate regolarmente dai Ministeri vigilanti. Chi parla di benefici irrisori a fronte di quanto versato non sa fare i conti. L’Enpam infatti valorizza tutti i contributi pagati dagli iscritti restituendoli sotto forma di prestazioni con una corrispettività pari o superiore a quanto accade nel sistema pubblico”.
 
“Che le tutele garantite dalla Fondazione alla categoria siano inutili – evidenzia l’Ente - sarebbe più coraggioso andarlo a dire alle decine di migliaia di colleghi che hanno ricevuto sostegni aggiuntivi per il Covid-19, oppure ai non autosufficienti che percepiscono un assegno di long term care, agli orfani o ai medici e familiari in difficoltà che sopravvivono solo grazie ai sussidi straordinari che l’Enpam eroga, oltre alle pensioni più che proporzionali rispetto a quanto versato. Per quanto riguarda la presunta assenza di un confronto rimaniamo stupiti che l’accusa provenga da quanti scrivono sui social network con dei toni palesemente aggressivi, inneggiando persino ad imbracciare armi o ad esecuzioni sommarie, in contrasto stridente con l’appartenenza a una categoria che per vocazione e professione le persone le cura”.
 
“Riaffermiamo – conclude la nota - la correttezza della scelta di proporre affermazioni tanto false quanto gravi, nei contenuti e nei toni, all’attenzione di chi, nella propria autonomia, ha il compito istituzionale di valutarne la compatibilità con il codice deontologico della professione”.

30 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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