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Manovra. Balzanelli (SIS118): “Il Governo finanzi anche il 118 e non solo il Pronto Soccorso”


“Chiediamo e pretendiamo rispetto dalle istituzioni, a partire dal governo perché siamo anche noi servitori dello Stato e non i fantasmi eccellenti della Sanità nazionale. Se scendessimo, tutti insieme, in piazza, si fermerebbe all’istante la sanità per acuti del Paese” ha detto il presidente del Sis 118 secondo il quale la prima linea del Sistema dell’Emergenza sanitaria nazionale rappresentata “dal sistema di emergenza territoriale 118 e non dal Ps”

09 NOV - “Se si trovino le risorse per destinare 90 milioni di euro quale misura economica incentivante a medici, infermieri e Oss del Pronto Soccorso, peraltro pienamente meritati, si trovino, nello stesso tempo, e nello stesso provvedimento legislativo, i fondi per il pari incentivo a medici, infermieri ed autisti-soccorritori del Sistema di Emergenza Territoriale 118 nazionale, altrettanto pienamente meritati sul campo. Auspico che il ministro Speranza includa il Sistema di Emergenza Territoriale 118 tra i soggetti istituzionali beneficiari di una incentivazione economica del personale.”
 
Così, Mario Balzanelli, Presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118 (SIS118), a commento della decisione da parte del ministro della Salute Roberto Speranza di allocare 90 milioni di euro per l’incremento stipendiale del personale medico, infermieristico ed Oss del Pronto Soccorso finalizzato ad evitare la desertificazione del servizio.
 
“La prima linea del Sistema dell’Emergenza sanitaria nazionale – continua Balzanelli – è, istituzionalmente e in concreto, rappresentata, per tutte le più emergenze medico-chirurgiche, dal Sistema di Emergenza Territoriale 118 e non dal Pronto Soccorso. Riconoscere la necessità strutturale di supportare la prima linea, che nei vari territori regionali cade visibilmente a pezzi, smantellata e depotenziata da logiche politiche e governative aberranti e trasversali degli ultimi 20 anni, a quanto pare ancora operative, deve significare rendere merito, intanto, a tutti gli operatori del Sistema 118, tutti e nessuno escluso, medici, infermieri ed autisti-soccorritori. Siamo l’unico sistema istituzionale tempo dipendente dello Stato, viviamo con il cronometro nella mente e nel cuore, ci precipitiamo a salvare vite umane nei contesti operativi più ostili e rischiosi, h 24, 365 giorni all’anno, di giorno e di notte, festivi e superfestivi, salendo a piedi scale, scendendo dirupi, correndo sotto la pioggia, andando a sdraiarci sotto macchine ribaltate. Interveniamo – prosegue – sulla strada, nei sottoscala, ad alta velocità a bordo di auto, moto, ambulanze ed elicotteri, entriamo nelle case di 60 milioni di persone, nelle case di tutti gli italiani, subiamo maltrattamenti, aggressioni, lesioni fisiche e morali, minacce a volta. Più di tutto, noi del Sistema 118, salviamo, ogni santo giorno, innumerevoli vite umane, adulti, bambini, neonati, anziani, vittime di malori e/o di traumi improvvisi. E lo facciamo in nome e per conto dello Stato”.
 
Il 118 nazionale vede, ormai, i medici abbandonare in massa il servizio, e i mezzi di soccorso sempre più insufficienti rispetto alle crescenti necessità del servizio, ricorda ancora Balzanelli: “Tutto questo, prima che gli operatori, lo pagano i cittadini, sulla propria pelle. Non siamo i figli di un dio minore e non siamo secondi a nessuno. Chiediamo e pretendiamo rispetto dalle istituzioni, a partire dal governo – conclude Balzanelli – perché non abbiamo elemosine da chiedere e nessuno ci sta facendo un favore dato che, ricordo, siamo anche noi servitori dello Stato e non i fantasmi eccellenti della Sanità nazionale. Se noi scendessimo, tutti insieme, in piazza, si fermerebbe all’istante la Sanità per acuti del Paese”.

09 novembre 2021
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