Carenza posti letto e personale alla Asl RM 4. La denuncia dei sindacati medici e della dirigenza sanitaria
In una nota Anaao Assomed – Aaroi-Emac – FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari – CIMO-FESMED chiedono un incontro urgente sia per la parte sindacale che per la Commissione paritetica.
30 NOV -
Le organizzazioni sindacali Anaao Assomed – Aaroi-Emac – FP CGIL Medici e Dirigenti Sanitari – CIMO-FESMED della ASL Roma 4 denunciano in una nota “le gravi carenze di personale Medico nei reparti ospedalieri, in modo particolare quelli che più sono sotto pressione per gli effetti del COVID; così come le strutture territoriali, anch’esse sottorganico”.
Sotto accusa anche “i ritardi nella convocazione dei collegi tecnici per il passaggio di fascia dell’indennità di esclusività; in alcuni casi dell’ordine di anni” e “il ritardo nell’erogazione del residuo della retribuzione di risultato 2020 (a luglio 2022 erogata solo in parte!) e della retribuzione di risultato di tutto il 2021”.
“La nostra Azienda - scrivono i sindacati - sta attraversando molto probabilmente uno dei periodi più difficili ma da alcuni anni non è sicuramente attrattiva per i Medici che dovrebbero colmare le gravi carenze elencate; le motivazioni sono molteplici:
- le retribuzioni sono tra le più basse a livello regionale
- i notevoli ritardi nel riconoscimento economico previsto da contratti ormai scaduti da anni
- i colleghi Medici vanno in pensione prima possibile, privando l’Azienda di professionalità acquisite negli anni
- i colleghi Medici più giovani cercano di trasferirsi in altre Aziende più attrattive
- le sostituzioni dei colleghi che “fuggono” sono difficili perché chi è nelle graduatorie concorsuali rifiuta l’assunzione nella nostra Azienda in considerazione di incentivi economici e professionali non adeguati o non concorrenziali
- i colleghi specialisti delle branche Mediche sono costretti a ruotare nel reparto di Medicina per colmare vuoti che sono la conseguenza di errori strutturali e di errata programmazione sanitaria
- i colleghi del Pronto Soccorso che sono costretti a liberare le barelle delle ambulanze o quelle nel corridoio ricoverando i pazienti in appoggio in altri reparti, costringendo il Medico di guardia a girare per tutto l’ospedale, riuscendo a malapena a guardare i pazienti; ne consegue un aumento del rischio sia per i pazienti che per i Medici”.
Per i sindacato, poi, “rimane aperto il problema del danno che subisce la stragrande maggioranza della popolazione No-Covid che si vede negate o quantomeno ritardate le cure e le prestazioni a cui ha diritto”.
“La Direzione Strategica - sempre secondo i sindacati - in questi ultimi tempi non ha dato spazio al confronto più volte sollecitato attraverso mail di richiesta di soluzione ai problemi evidenziati volta per volta”.
E per i sindacati “le risposte che si sono rese evidenti sono:
• l’aumento dei posti letto per far fronte all’emergenza, senza un corrispettivo incremento del personale Medico da dedicare all’assistenza; tappando i buchi con specialisti che, malgrado le migliori intenzioni, non riescono a trattare le più disparate patologie e, in ogni caso, a garantire la necessaria continuità assistenziale.
• Essere considerati efficienti perché al Pronto Soccorso non stazionano barelle o ambulanze; ma la soluzione è semplicemente fuorviante perché il problema è spostato altrove ma sempre all’interno dell’ospedale
• Contestare ai colleghi Medici di non dimettere celermente i pazienti, senza considerare che i pochi colleghi della UOC presenti non possono fornire le cure migliori ai pazienti loro affidati
• Utilizzare le cooperative che, ad un prezzo quasi doppio, non garantiscono sempre la copertura dei turni, inviano colleghi stranieri (con tutte le problematiche legate alla comunicazione), oppure pensionati con specializzazioni le più disparate. Sarebbe forse più utile, anche in prospettiva, utilizzare Medici specializzandi come è accaduto in altre Aziende”.
“Se l’Azienda parla di “gioco di squadra” allora confidiamo in un incontro urgente sia per la parte sindacale che per la Commissione paritetica”, conclusono i sindacati.
30 novembre 2022
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