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Gettonisti. Magi (Omceo Roma) “Costano fino a 250 euro/ora contro i 45 di uno strutturato. Il ministro risolverà questa aberrazione” 

“Tra le altre cose i gettonisti viaggiano da un pronto soccorso a un altro e non hanno la contezza dell’organizzazione, la conoscenza dei reparti del pronto soccorso di quel determinato ospedale, compresi i percorsi per poter ricoverare i pazienti, magari agevolando e accelerando le attivita” denuncia il presidente Omceo Roma

27 FEB -

“Sono pienamente d’accordo con il procuratore regionale del Lazio, Pio Silvestri, perchè ha centrato i punti fondamentali della problematica legata al fenomeno dei medici a gettone. La prima problematica è di stretta competenza della Corte dei Conti, perché legata ai costi di questo tipo di attività: faccio notare che i costi dei gettonisti variano dai 150 ai 250 euro/ora, contro i 45 euro/ora di uno strutturato. Il problema è che si tratta di soldi pubblici, poiché a pagare è la regione, è il governo”.

Lo sottolinea all’agenzia Dire il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.

“Ove si è compreso che l’attività di pronto soccorso è ad alto rischio e va necessariamente remunerata più di quanto venga pagata in questo momento – prosegue - questi soldi potrebbero magari essere allocati in ambito strutturale piuttosto che nella voce ‘beni e servizi’, dove troviamo la seconda problematica, quella legata alla qualità della prestazione, problematica che lo stesso procuratore Silvestri ha messo in evidenza, ovvero che i gettonisti non sono persone selezionate per la loro capacità professionale, perchè oggi per lavorare nel Servizio sanitario nazionale bisogna, per legge, essere specialisti”.

“È invece chiaro - precisa il presidente dell’Omceo di Roma - che i gettonisti possono essere non specialisti, avere qualsiasi età e non è detto che siano competenti in una determinata materia. Sono certamente medici, su questo non ci piove, ma non hanno una specializzazione in materia”.

“Tra le altre cose - tiene a sottolineare Antonio Magi - viaggiano da un pronto soccorso a un altro e non hanno la contezza dell’organizzazione, la conoscenza dei reparti del pronto soccorso di quel determinato ospedale, compresi i percorsi per poter ricoverare i pazienti, magari agevolando e accelerando le attività. Chiaramente possono creare problematiche di tipo qualitativo e noi sappiamo bene che sul pronto soccorso la qualità, a volte, significa salvare la vita delle persone. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha già messo in conto questa tematica, l’ha messa sotto osservazione - conclude - e vuole risolvere il prima possibile questa aberrazione”.



27 febbraio 2023
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