Sessanta milioni all’ex manicomio Santa Maria della Pietà, polo del benessere entro il giugno 2025
“In questi anni siamo riusciti ad intervenire sul piano terra con finanziamenti di varia natura. Nel 2019 abbiamo partecipato e vinto un bando pubblico estremamente complesso di LazioInnova. Ho i soldi per arredare, ma al momento sto lavorando con staff minimale e precario. Immagino un Santa Maria della Pietà luogo di multiformi talenti: spazi verdi, sanitari e culturali con luoghi di ascolto e cura..:”. I nodi da sciogliere.
26 MAG - Un nuovo giorno per il Santa Maria della Pietà. Una possibilità di rinascita. Sessanta milioni di euro per la ristrutturazione dei padiglioni con chiusura lavori entro il 2025. Obiettivo ambizioso per la realizzazione di ‘un polo del benessere’ con spazi cohousing, coworking e luoghi di formazione. Una storia fatta di memoria e memorie quella del manicomio più grande d’Europa, chiuso nel 1978 con la legge Basaglia e lasciato in stato di abbandono per anni.
Il progetto di ristrutturazione con fondi PNRR è ‘finalizzato all’inclusione per la creazione di uno stato di benessere fisico, psichico e mentale‘ all’interno del quartiere di Roma nord. Un centro diurno di sostegno a disabili con annesso ambulatorio, progetti di alloggi per persone sottoposte a sfratto e donne vittime di violenza, un centro di educazione ambientale con laboratori per le scuole, e ancora uno spazio dedicato alla cucina e al coworking, mentre su altre aree un restauro conservativo. I padiglioni 16 e 31 resteranno gli uffici municipali e verranno mantenuti i servizi socio-sanitari dell’Asl Roma 1 già presenti e attivi. Un impegno partito da lontano, dal centenario dell’ex manicomio celebrato nel 2014 che ha stimolato la politica. Inaugurato dal re Vittorio Emanuele III in persona, ospitava tremila pazienti in 37 padiglioni circondati da un parco monumentale di 270 mila metri quadrati. La difficile missione di smantellamento fu affidata allo psichiatra
Tommaso Losavio, tra i più stretti collaboratori di Basaglia. In base alla documentazione della commissione capitolina PNRR, nel solo ultimo anno i costi dei lavori sarebbero lievitati di quasi dieci milioni di euro. Senza che sia stato avviato neanche un cantiere.
Custode della memoria, ‘genius loci’ dell’ex manicomio è il Museo della Mente, nel padiglione 6 che grazie al bando di LazioInnova vedrà presto ‘la luce di un nuovo giorno’, racconta all’agenzia
Dire il direttore del Museo della Mente,
Pompeo Martelli. “Il Santa Maria della Pietà è in agenda come elemento di importanza strategica da moltissimi anni- spiega Martelli- nel corso di questo periodo ha avuto molte attenzioni. Dopo la chiusura sono state diverse le spinte progressiste di patrimonio della cittadinanza e uso pubblico. Per me uso pubblico vuol dire lavorare per il benessere della collettività. Il parco del Santa Maria della Pietà è un grande fattore di produzione di benessere, un patrimonio ambientale importante e molto variegato nella sua composizione. Cresciuto nel corso del precedente secolo e curato dall’amministrazione comunale. Diversamente è accaduto per il patrimonio strutturale che nel tempo è andato deteriorandosi, quindi era importante riuscire ad intervenire. In questi anni ci sono state diverse tensioni e progetti, che non sono andati di pari passo con la concretezza. Ci sono stati molti momenti di smarrimento”.
Tuttavia solo nell’ultimo anno per la manutenzione dell’intera struttura i costi dei lavori sarebbero lievitati di quasi dieci milioni di euro. Risultato: dispendio di risorse e padiglioni in decadenza. “Il Museo della Mente- prosegue- interpreta il ‘genius loci’ di questo luogo, rappresenta la memoria e le sue memorie, è il fulcro di questo parco. Un tempo il manicomio era un luogo di sofferenza, ora pensiamolo come polo del benessere. Il museo è da anni un attrattore che fa cultura, coprogettazione, produce testimonianza grazie all’archivio. Una struttura che ha sofferto la capacità di investimento e sviluppo, ora finalmente la possibilità di rilanciare. Per anni abbiamo avuto solo il piano terra del padiglione 6 e il resto dell’edificio lasciato in stato di abbandono”.
“In questi anni siamo riusciti ad intervenire sul piano terra con finanziamenti di varia natura. Nel 2019 abbiamo partecipato e vinto un bando pubblico estremamente complesso di LazioInnova- spiega Martelli- obiettivo è quello di trovare le risorse per implementare uno spazio espositivo con Studio Azzurro. Ora ci troviamo in una situazione estremamente positiva. Stiamo lavorando per completare tutti gli allestimenti. Avremo a breve un museo assolutamente rinnovato e attrattivo. Questo bando quindi rappresenta un grande risultato”.
Esiste un problema di risorse
“Ho i soldi per arredare, ma al momento sto lavorando con staff minimale e precario– specifica Martelli- Stiamo parlando di un progetto che deve essere pronto entro una determinata data. Da anni ho due operatori precari, che rischiano di perdere il posto di lavoro, francamente non vedo il meccanismo d’impresa. Io voglio far in modo che questo spazio possa dare impulso a posti di lavoro e formazione. Ho visto il parco per tanti anni oscillare tra momenti di stasi e rilancio. Si guardi con attenzione al futuro. Non possiamo guardare solo al ‘qui e ora’. Noi finalmente siamo di fronte ad una sfida. Impegnare le risorse nei tempi previsti con capacità di guardare a servizi aperti e stabilmente mantenuti per il pubblico. Tra 24 mesi l’obiettivo è quello di garantire un’offerta stabile e permanente per i cittadini. Avremo a disposizione tutto il padiglione 6 e la possibilità di sviluppare molteplici situazioni con mostre ed eventi”.
Quindi, “immagino un Santa Maria della Pietà luogo di multiformi talenti: spazi verdi, sanitari e culturali con luoghi di ascolto e cura. Tuttavia esiste il rischio di avere una bellissima struttura tecnologica priva dei tecnici. Dobbiamo guardare tutti i processi. Queste strutture sono dei luoghi sensibili, li possiamo riorganizzare nel modo migliore, ma dobbiamo evitare di costruire luoghi che poi alla fine si svuotano per mancanza di risorse ed energie”, conclude.
“Restituire il parco alla città riqualificando tutti gli edifici rendendo l’intera struttura un polo del benessere”, è l’augurio di
Giuseppe Ducci, direttore del Dipartimento di Salute Mentale. “Continueranno ad essere erogate tutte le prestazioni sanitarie già presenti– assicura Ducci- promuovere stile di vita migliore, poli di formazione e agrifood, cohousing e coworking. Un luogo dove le persone possano stare bene. Avere risposte su uno stile di vita diverso e migliore. Questo è un parco bellissimo. Una parte dei fondi è frutto dell’intesa tra comune Roma, Asl Roma 1, Città Metropolitana e Regione. Totale 60 milioni di euro. Non tutti gli edifici saranno finanziati dal Piano. Il Padiglione 6 ad esempio quello del Museo della Mente prevede un finanziamento Pnrr per tetto e facciata, ma il resto di LazioInnova per l’allestimento interno del primo piano. Il museo della Mente quindi diventerà un polo culturale molto importante, un museo orientato all’innovazione. Il secondo padiglione che verrà ricostruito è il padiglione 41 sede dell’impresa sociale, supporting working ovvero del lavoro reale’.
I nodi da sciogliere“La salute mentale è definanziata e questo è un dato di fatto, rappresenta un problema per tutta la sanità nazionale. C’è la necessità di un impegno serio nella Regione Lazio. Per quanto riguarda il Santa Maria della Pietà il problema ora non è il personale, ma spendere i fondi nei tempi previsti e rendicontare correttamente. La nostra preoccupazione è quindi spendere presto e bene le risorse destinate. Quasi 10 milioni per il Museo della Mente. A breve ci saranno 26 cantieri e tante attività non possono essere interrotte, una grande sfida per centrare l’obiettivo’, aggiunge Ducci.
“Abbiamo due anni intensi. Ci dobbiamo organizzare per riuscire a garantire prosecuzione corretta del servizio all’interno di un cantiere. Fino ad ora il Santa Maria della Pietà ha avuto costi di gestione importanti e considerevoli. Il futuro lo immaginiamo con una progettazione avanzata che potenzia la vocazione di ogni area. Non pensiamo di ampliare l’offerta sanitaria. Vogliamo mantenere quella che c’è adesso, sviluppando altre attività intorno di formazione cohousing, coworking, ed educazione alimentare. Restituirlo alla città con la possibilità di vivere questo posto”, conclude.
26 maggio 2023
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