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Clinical Trial Center della Regione Lazio. Modelli a confronto per l’investimento del futuro

Un summit al Sant’Andrea-Sapienza raduna i principali attori della ricerca clinica per un confronto volto a rafforzare la sinergica collaborazione tra aziende sanitarie, associazioni di pazienti, Farmindustria e Regione Lazio.

18 SET - Si è svolto il 16 settembre scorso all’Ospedale Sant’Andrea-Sapienza il primo evento di confronto dedicato ai Clinical Trial Center (CTC) della Regione Lazio, un’occasione di scambio e crescita rivolta ai diversi attori coinvolti nel panorama della sperimentazione clinica. I CTC si sono affermati come servizi essenziali per istituti di ricerca, strutture sanitarie e aziende ospedaliero-universitarie che ambiscono a mantenere e accrescere la loro competitività nella ricerca. Gli interventi in aula dei rappresentanti di importanti realtà come Sant’Andrea, IRCCS Gemelli, Policlinico Umberto I, IFO, Ospedale Bambino Gesù hanno evidenziato come, a fronte di organizzazioni diverse, nonché risorse umane, strumentali e facilities declinate sulle specificità degli studi clinici e della natura delle istituzioni, tutti i CTC stiano vivendo una fase di significativa crescita, sia in termini di volume di attività sia in riferimento alla qualità della ricerca, sempre più focalizzata su alti standard di sicurezza.

“La Regione Lazio – si legge in una nota diramata a conclusione dell’evento -, con la sua consolidata vocazione alla ricerca e le sue strutture d’eccellenza, si conferma come punto di riferimento e vertice di quella triangolazione collaborativa necessaria per un proficuo e continuo avanzamento della sperimentazione clinica. Con un valore finanziario di 33 milioni e 88 associazioni di pazienti coinvolte, il Lazio assume un ruolo di preminenza a livello nazionale nel settore, posizione evidenziata anche dai dati di Farmindustria, l’associazione delle imprese farmaceutiche che rappresenta l’altro interlocutore privilegiato al tavolo dei relatori”. In questo contesto, è stato identificato anche un altro vertice del poligono: le associazioni e organizzazioni non lucrative. “Queste realtà, rappresentate in aula da AISM e UNIAMO, assumono un ruolo sempre più significativo, non solo nel supporto, ma anche nell’orientamento della ricerca clinica in ambiti critici come il cancro, le neuroscienze e le malattie rare”, spiega la nota.

Dal confronto conclusivo, con il contributo di alcuni presidenti di Comitati Etici e della Regione Lazio, emerge chiaro l’auspicio affinché i dialoghi avviati durante l’incontro possano continuare a svilupparsi con costanza e a generare risultati concreti, a vantaggio dei pazienti. “Sinergie finalizzate ad affrontare le sfide ancora aperte, da una formazione accademica specifica circa la stringente regolamentazione sulla ricerca allo snellimento delle complesse procedure per accertare l’idoneità della struttura, dall’acquisizione di personale specificatamente formato per coordinare le sperimentazioni ad una maggiore diffusione dell’informazione rivolta ai medici di medicina generale e ai loro pazienti”. Il canale di confronto rimane aperto, con l’obiettivo di promuovere un futuro sempre più collaborativo e innovativo nella ricerca clinica.

18 settembre 2024
© Riproduzione riservata

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