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Roma. Alla Radiologia del San Gallicano il massimo riconoscimento Eurosafe per la radioprotezione

Ripa di Meana,. “Tra i primi IRCCS pubblici ad aver avviato il processo di qualità in un’ottica di centralità della persona, operatore e paziente attraverso la creazione del dose team e pianificazione di studi scientifici per l'ottimizzazione di processi e procedure che evitino il consumismo radiologico”

31 MAG - L’Istituto San Gallicano si è aggiudicato le 5 Eurosafe Imaging Stars, il massimo riconoscimento europeo in materia di radioprotezione, certificazione valida fino al 2023. È il primo centro di ricerca pubblico in Italia a ottenerlo. 

“Gli IFO, Regina Elena e San Gallicano anche in questo campo sono centro di riferimento a livello nazionale per il monitoraggio e la appropriatezza della dose radiologica”, commenta il direttore generale Francesco Ripa di Meana,. “Tra i primi IRCCS pubblici ad aver avviato il processo di qualità in un’ottica di centralità della persona, operatore e paziente attraverso la creazione del dose team e pianificazione di studi scientifici per l'ottimizzazione di processi e procedure che evitino il consumismo radiologico.”

Diversi gli step che si sono resi necessari per rendere fattiva la direttiva, ed essere considerati dall’Europa centri di avanguardia 

In primis c’è la registrazione e la comunicazione delle dosi radiologiche dell’esame, con il dato sulla quantità di radiazioni a cui sono stati esposti i pazienti nel corso dell’esame radiologico o medico nucleare che entra nel referto. Importantissimo è poi l’aggiornamento costante degli hardware e software del parco macchine in modo da ridurre la dose a valori in linea con gli standard nazionali. Ancora, è richiesta dalla direttiva la capacità di valutazione attenta da parte dei medici sulla necessità di prescrizione delle indagini radiologiche, di medicina nucleare e dei trattamenti radioterapici, consultando le varie figure professionali coinvolte, seguendo le linee guida e facendo quindi un bilancio tra rischio e beneficio sul singolo paziente.

Questi argomenti sono stati al centro di un Workshop su “Direttiva Euratom 59/13: Fase attuativa” tenutosi oggi a Roma.

Negli ultimi anni si utilizzano apparecchiature TC di nuova generazione, che permettono di ottenere in pochi secondi le immagini con una maggiore risoluzione rispetto al passato e con un aumento della capacità diagnostica. “Tuttavia – specifica Francesco Solivetti, Responsabile della Radiologia ISG - questi vantaggi sono ottenuti al prezzo di un aumento della dose di radiazione e quindi del rischio potenziale di carcinogenesi. Inoltre, protocolli diagnostici prevedono scansioni multiple con e senza mezzo di contrasto che duplicano o quadruplicano le dosi al singolo paziente”.

Nasce così la direttiva Euratom 2013/59 per la protezione contro i rischi di tumori radio-indotti da parte del personale medico, degli operatori sanitari e dei pazienti.

“Una grande attenzione in tal senso la meritano i pazienti oncologici - sottolinea Antonio Guerrisi radiologo ISG - poiché eseguono indagini TC ripetute nel tempo per follow-up e monitoraggio di terapia, e ciò comporta conseguenti dosi cumulative a cui sono sottoposti. Emerge quindi la necessità di monitorare le dosi nel corso di vita della persona.”

“Il fisico medico in questa ottica di avanguardia tecnologica e radioprotezione – spiega Lidia Strigari, Responsabile della Fisica Medica IFO - costituisce una interfaccia essenziale tra gli specialisti e le macchine, e assicura la massima qualità dell’esame con la minor dose possibile di radiazioni.”

“Siamo in attesa della fase attuativa – conclude Aldo Morrone, Direzione Scientifico ISG – ma intanto attraverso il dose-team ci portiamo avanti anche con la ricerca per ridurre i livelli di esposizione della popolazione. In particolare il San Gallicano, grazie a un team multidisciplinare di eccellenza, ha ricevuto un riconoscimento a cinque stelle dal network Eurosafe Imaging Stars.”

31 maggio 2018
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