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Farmacap. Si inaspriscono i rapporti tra Stefanori e i sindacati

Guerra a suon di comunicati. Il commissario smentisce di essere “il perno della privatizzazione” e accusa i sindacati di “stravolgere la realtà dei fatti per coprire gli errori sinora compiuti dalla parte sindacale”. Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Usi ribadiscono: “Il commissariamento serve a traghettare Farmacap verso la privatizzazione. Chiediamo un nuovo Cda e un nuovo Dg”. Convocata per il 16 gennaio assemblea generale.

09 GEN - Si inasprisce la Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Usi e il commissario per la gestione provvisoria di Farmacap Angelo Stefanori dopo il comunicato diffuso nei giorni scorsi con cui i sindacati denunciavano la Giunta Capitolina e il Consiglio comunale di voler privatizzare Farmacap e Stefanori di essere “il punto cardine di questa operazione”. In una lettera ai dipendenti il commissario smentisce i sindacati, definendo le loro affermazioni “illazioni di pura fantasia”. Stefanori smentisce anche di essere il perno di un progetto di privatizzazione di Farmacap e sostiene che, “pur nel rispetto delle opinioni di tutti (principio che non vale evidentemente nei miei confronti, visti i toni utilizzati)”, il contenuto del comunicato dei sindacati rappresenta “un evidente stravolgimento della realtà dei fatti, diretto a coprire gli errori sinora compiuti dalla parte sindacale, arroccata su posizioni massimaliste ed improduttive”.

Stefanori riferisce che nell’incontro dello scorso ottobre con l’Assessore al Bilancio e i sindacati era stato chiaramente spiegato che “l’Azienda deve andare avanti, economicamente, da sola (cioè senza contributi pubblici) ed il piano industriale doveva reggersi su questo principio”.

Stefanori parla di atteggiamenti di “sostanziale contrarietà a por fine alle inefficienze strutturali dell’Azienda” e di richieste dei sindacati non esaudibili. Per il commissario “non bisogna mobilitarsi, dunque, bisogna ragionare. Mi auguro pertanto che pervengano proposte seriamente fattive su tutti i temi in discussione, perché devono far parte del piano industriale, del quale è inutile chiedere copia: sarà definito con il recepimento delle opinioni anche delle OO.SS., se perverranno in tempi ragionevoli”.

Quanto al tema della società benefit, per Stefanori “sbrigativamente definita una ‘nuova forma di privatizzazione di importazione statunitense’”, è “la veste societaria – afferma il commissario - verso la quale si stanno orientando le farmacie pubbliche, ed ha formato oggetto di apposito convegno Assofarm tenutosi a Napoli il 5-6 dicembre 2018. Nulla di negativo dunque, ma posso comprendere l’istintiva avversione verso un istituto che non si conosce (anche in questo caso, il ragionamento avrebbe aiutato)”.

Stefanori punta poi il dito contro i toni usati dai sindacati: “con una veemenza inusuale nei rapporti sindacali (si è toccato il fondo), che ricorda le fissazioni di Don Chisciotte: speriamo si fermino alle parole”.

La controreplica dei sindacati è stata altrettanto dura. Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Usi le parole di Stefanori sono “di una gravità inaudita come ‘speriamo si fermino alle parole’, in rifermento ad Organizzazioni Sindacali arroccate “su posizioni massimaliste ed improduttive”. Confermano poi la loro posizione in merito al commissariamento come strumento per “traghettare Farmacap verso la privatizzazione” e le polemiche di Stefanori come un modo per “mascherare il suo ruolo di agente della privatizzazione (con l'evidente complicità del Direttore Generale)”.

“Ragionando – affermano i sindacati riprendendo l’invito di Stefanori - serve una mobilitazione permanente che coinvolga la cittadinanza! Per rilanciare l’azienda speciale (pubblica), superare questa lunga fase di stallo e garantire alla cittadinanza servizi migliori, è necessaria la nomina di un nuovo CDA; la selezione di un nuovo Direttore Generale e un piano industriale (che non sia un testamento!) che preveda un reale sviluppo dei servizi, a partire dalla stipula della Convenzione per i servizi sociali, con un incremento del finanziamento rispetto a quella attuale, che scade il 19 marzo (il mancato rinnovo e/o il de-finanziamento della Convenzione sancirebbero il primo passo verso la trasformazione societaria); il riallineamento dell’organico tra le/i farmaciste/i, sottodimensionato di almeno 25 unità (le 13 stabilizzazioni e le 3 “promesse” future assunzioni sono un primo, doveroso ma tardivo atto in questa direzione”).

A questo scopo Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Usi hanno convocato per il 16 gennaio un’assemblea generale, che si svolgerà a Roma dalle 8.30 alle 13 in via Ostiense, davanti alla sede aziendale.

09 gennaio 2019
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