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Giorno della memoria. Psicologi Emilia Romagna: “Occasione per sensibilizzare sui migranti”

Per l’Ordine degli psicologi dell’ER “riflettere sulla Shoah e sullo sterminio nazista è un'occasione per mettere in guardia da ignoranza, discriminazione e intolleranza etnica” che caratterizza anche le polemiche sui migranti. “Lottare contro un nemico irreale – spiegano gli psicologi - può costituire una fuga da un quotidiano difficile e permette di riversare parte della frustrazione e della rabbia”. Ma l’obiettivo è “un capro espiatorio costruito”.

21 GEN - In vista della Giornata della Memoria della Shoah, che si celebra il 27 gennaio, l'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna esprime “vicinanza a quanti ancor oggi soffrono per quegli eventi” ed evidenzia la necessità di “ricordare una tragedia immane e impedire che cada nell’oblio e nella negazione” anche alo scopo di “comprendere le ramificazioni del pregiudizio e del razzismo ed evitare che tali tragedie si ripetano”.

La Giornata della memoria, per gli psicologi dell’ER, “può consentire di imparare a identificarle nel loro nascere, dando il giusto peso ai segni premonitori, come ad esempio l’originarsi del pregiudizio e il suo diffondersi, che possono essere il primo passo verso conseguenze devastanti. Dal ricordo di quella tragedia è importante imparare a riconoscere anche le odierne espressioni violente che vengono dalla paura per chi viene considerato distante o diverso, come può accadere nel caso dei migranti”.

“Il pregiudizio - per definizione - non è basato sui fatti. È espressione – spiega l'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna - di opinioni comuni. Appartiene a quel tipo di opinioni che tendono a resistere al cambiamento anche alla luce di nuove conoscenze. Il pregiudizio è negativo: un atteggiamento di rifiuto o di ostilità verso una persona in quanto appartenente a un gruppo. Si fonda su quelli che la psicologia definisce ‘stereotipi’, attribuzioni di determinati tratti a un gruppo, minoritario o socialmente debole, da parte di altri. Il pregiudizio svolge una precisa funzione psicologica all’interno di un gruppo, contribuendo a definire e rafforzare l’identità sociale dello stesso con la partecipazione emotiva legata al senso di appartenenza. Quanto più tale identità è percepita come minacciata, tanto più si tende a preservarla o a ricostituirla categorizzando e semplificando l’ambiente sociale. Si accentua il contrasto noi/altri, magnificando l’immagine di sé e denigrando quella degli altri, ora come allora”.

“Tale processo psicosociale porta alla discriminazione di individui e gruppi diversi dal 'noi' e può alimentare o giustificare giudizi negativi e ostilità. Si può manifestare con comportamenti violenti 'banali', tristemente comuni, fino ad arrivare a vere proprie persecuzioni e allo sterminio come nel caso della Shoah”, spiega Anna Ancona, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.

La storia della Shoah “è legata all’antisemitismo, all'odio e al pregiudizio nei confronti del popolo ebraico, basato sull’assegnazione a tutti gli ebrei di caratteristiche uguali”. “Riflettere sulla Shoah e sullo sterminio nazista è un'occasione per mettere in guardia da ignoranza, discriminazione e intolleranza etnica, soprattutto in un momento storico caratterizzato da un clima socio-culturale che favorisce un atteggiamento di chiusura, inducendo 'paure dell’altro, del diverso', come nel caso dei migranti. L’immigrazione rischia di essere identificata come la causa di insicurezza e malessere, minaccia della stabilità economico-sociale ed essere associata a un pericolo che deve essere evitato o addirittura eliminato. Messaggi che innescano la paura di essere aggrediti, la rabbia per non essere difesi e un senso di grande sfiducia verso le istituzioni, creano una situazione adatta alla nascita di avversioni e risentimenti xenofobi”, aggiunge Ancona.

“Attualmente – continua il presidente degli psicologi dell’ER - un ruolo determinante viene svolto dai mezzi di comunicazione, che spesso tendono ad amplificare eventi e situazioni che coinvolgono migranti sviluppandone una visione negativa. La portata comunicativa dei mass media fa sì che i dati di realtà, anche positivi, del fenomeno migratorio finiscano sullo sfondo dell’informazione, mentre in primo piano viene trasmesso il messaggio che è necessario avere paura degli 'stranieri' e, quindi, difendersi da loro. Vanno in questa direzione anche i social network, che hanno il potere di raggiungere milioni e milioni di persone, consentendo la diffusione anche dei pensieri più violenti”.

“Lottare contro un nemico irreale – conclude Ancona - può costituire una fuga da un quotidiano difficile e permette di riversare parte della frustrazione e della rabbia verso un capro espiatorio costruito. Anche per questo un certo tipo di suggestioni ha un grande potere di penetrazione nella popolazione. Il Giorno della Memoria non deve essere solo un modo formale e rituale di ricordare la tragedia dell’Olocausto, ma un'occasione per acquisire conoscenza e consapevolezza: sapere e comprendere affinché non accada più, interiorizzando il concetto che ogni persona è unica, ha valore e dignità." Conclude Anna Ancona, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna”.

21 gennaio 2019
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