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Covid. D’Amato: “Rete regge, ma i posti covid vanno incrementati”. Parole forti su prezzi test dal privato: “Chi specula è schifoso”

L’assessore audito ieri in Commissione Salute per fare il punto sull’emergenza. La riorganizzazione delle rete ospedaliera, ha detto D’Amato, prevede la messa a disposizione di 2.913 posti Covid, di cui 532 attivati per la terapia intensiva, quasi il quadruplo dell’attuale esigenza. Sul ruolo dei laboratori privati per l’esecuzione degli screening, che D’Amato aveva già criticato negli scorsi giorni per lo scarso impegno nonostante la manifestata disponibilità, l’assessore ha chiarito che ogni tipo di speculazione sarà perseguita.

23 OTT - “Attualmente abbiamo 1.226 ricoverati con sintomi e 129 in terapia intensiva e la rete sta reggendo ma è stato necessario rimodellarla nuovamente e passare alla settima fase, quella allegata all’ordinanza firmata dal presidente Zingaretti e dal Ministro della Salute, che vede una messa a disposizione di posti covid pari a 2.913, di cui 532 attivati per la terapia intensiva, quasi il quadruplo dell’attuale esigenza”. Lo ha detto ieri, in commissione Sanità del Consiglio regionale, l’assessore regionale alla Sanità e integrazione sociosanitaria, Alessio D’Amato, riferendo sull’emergenza sanitaria da pandemia Covid-19, con particolare riferimento alla situazione nel Lazio e al piano degli interventi.

“Abbiamo una situazione epidemiologica che, come sapete, viene monitorata dal coefficiente cosiddetto Rt, che dà l’indicazione della replicazione del virus”, sono le parole di D’Amato rilanciata da una nota di sintesi sulla seduta realizzata dal Consiglio regionale. “Questa settimana l’indice Rt a livello regionale è a 1,38, con una incidenza lievemente più bassa nella città di Roma e lievemente più alta nelle province di Latina, Frosinone e Viterbo”, ha aggiunto. Per quanto riguarda l’andamento numerico, l’assessore ha riferito che da qualche giorno il Lazio si sta attestando su una tendenza di circa 1.200 casi positivi giornalieri.

Per le prossime settimane, D’Amato ha detto che lo scenario dipenderà dall’andamento della curva dei contagi: “Ci attendiamo che le misure preventive messe in atto possano portare benefici in termini di minor contagi e, di conseguenza, di minor utilizzo della rete ospedaliera”, ha auspicato l’assessore.
 
A chiusura della panoramica sui numeri, D’Amato ha elencato alcune tra le principali strutture che hanno rimodulato la propria attività per approntare posti per ricoveri Covid-19, con le relative disponibilità: Spallanzani (278), Policlinico Umberto I (274), Gemelli-Columbus (243), ospedale militare del Celio (150), San Filippo Neri (120), Policlinico Tor Vergata (117), Icc Casal Palocco (120), ospedale Belcolle di Viterbo (102) e Santa Maria Goretti a Latina (118). Sui posti letto complessivi, inoltre, l’assessore ha precisato che “questi sono dimensionati su un livello superiore anche all’attuale andamento della curva. Nel momento in cui le cose dovessero peggiorare verranno assunte ulteriori decisioni rispetto ad altri plessi od ospedali che oggi non rientrano nella rete.”.

L’assessore si è poi soffermato sulla situazione dei tamponi e sulla possibilità di farli fare anche alle strutture private. “Rispetto alla situazione attuale sicuramente vi è una incidenza maggiore di casi positivi asintomatici e questo è legato anche al fatto che già da diversi mesi è aumentata la capacità di testing. Oggi il Lazio è la prima regione d’Italia per il totale dei casi testati in rapporto alla popolazione ed è in corso un ulteriore rafforzamento della rete di testing e tracciamento che riguarda la possibilità di accedere solo attraverso prenotazioni on line per fluidificare l’accesso (serviranno solo il numero ricetta dematerializzata e il codice fiscale). La sperimentazione, già in corso all’Irccs Santa lucia, al Santa Maria della Pietà e al Forlanini, da martedì prossimo riguarderà tutta la città di Roma, per poi essere estesa a tutta la rete regionale”.

Sulla possibilità di fare i test anche nelle strutture private, D’Amato è stato molto chiaro: “Noi abbiamo sottoscritto un accordo con tutte le associazioni private, Aiop, Unindustria, Federlazio e Anisap, per la somministrazione dei cosiddetti tamponi rapidi, test antigenici sia di natura quantitativa che qualitativa. Loro hanno accettato e sottoscritto il prezzo calmierato di 22 euro per i tamponi rapidi. Se ci sono situazioni in cui il prezzo viene portato a 60 euro, questo io lo ritengo – scusate se lo dico – schifoso! E lo dico proprio in questi termini, perché significa speculare sui cittadini e questo non l’accetterò mai, privato o non privato. Queste strutture, di cui forniremo i nominativi pubblicamente, non sono solo scorrette nei confronti dei cittadini ma stanno anche adottando una strategia speculativa che vedrà questa Regione fortemente contraria”.

A tal proposito D’Amato ha ricordato che “ieri è partita una manifestazione di interesse per la possibilità di processare almeno 5.000 tamponi al giorno, che si concluderà lunedì e verificheremo in che modo il mercato sarà in grado di corrispondere a questa ulteriore esigenza di potenziamento della rete.”. L’assessore ha anche comunicato che oltre 330 medici di medicina generale hanno aderito alla manifestazione d’interesse per fare test rapidi negli studi, gratuiti per i cittadini, e che c’è anche “una forte interlocuzione con tutto il mondo delle farmacie per arrivare rapidamente anche a un’intesa per la somministrazione dei test sierologici e dei vaccini antinfluenzali.”. Su questi punti, D’Amato ha auspicato un maggiore impegno di tutte le categorie, compresi i pediatri, per rafforzare la rete di intervento.

Per quanto riguarda la situazione nelle scuole, D’Amato ha detto che ci sono stati 1.077 interventi e 75 scuole con focolai, per un totale ad oggi di 1.993 casi positivi, di cui 1.670 studenti (soprattutto delle scuole medie superiori) e 323 casi tra il personale scolastico. Sta funzionando il test sierologico nelle scuole, con l’adesione di 70mila docenti.

“Se nelle prossime settimane l’incidenza della curva non subirà riduzione, lo scenario va rivisto. Rivolgo un appello ai singoli territori perché vengano fatte rispettare tutte le indicazioni. Priorità al mondo del lavoro e della scuola però c’è ancora scarso rigore che non aiuta nel controllo della curva e dei casi”, ha concluso l’assessore.

Per quanto riguarda le richieste e le domande poste dai consiglieri durante l’audizione, il vicepresidente della commissione, Loreto Marcelli (M5s) ha elencato una serie di urgenze da risolvere per fronteggiare la crisi: aumentare il numero dei tamponi e accelerare le risposte, estendere la rete coronet e potenziare i drive in, anche con percorsi separati per i disabili e la predisposizione di siti semiaperti per tutelare la salute degli operatori, rafforzare le case della salute per i malati no covid e, infine, indicare degli orari fissi in cui i medici di famiglia devono obbligatoriamente rispondere al telefono.

Alessandro Capriccioli (+Europa Radicali) ha chiesto chiarimenti sui numeri dei tamponi di controllo e dei soggetti già testati, sul rapporto ricoveri/terapie intensive e sull’utilizzo degli alberghi per i soggetti in quarantena.

Antonello Aurigemma (FdI) ha invitato a fare uno sforzo comune, di tutte le forze politiche, per fronteggiare l’emergenza. In quest’ottica, ha auspicato maggiore condivisione delle scelte e maggiore ascolto delle proposte delle opposizioni.

Valentina Corrado (M5s) ha chiesto maggiore chiarezza sulle procedure da seguire nei casi di positività riscontrati nelle scuole e ha proposto di utilizzare il sito Sanità Lazio per aggiornamenti in tempo reale su quello che devono fare le famiglie e le scuole in questi casi, anche attraverso la stesura di veri e propri ‘vademecum’.

Anche Roberta Lombardi (M5s) ha sottolineato la carenza di informazioni per i cittadini, con riferimento anche al sito della Regione, che – a suo avviso – non mette subito in evidenza le istruzioni fondamentali da seguire nei casi di necessità. A tal proposito Lombardi ha auspicato una campagna di comunicazione mirata e calibrata per ciascun soggetto coinvolto. Il presidente

Giuseppe Simeone (Fi) ha manifestato preoccupazione perché il numero dei ricoveri attivati è uguale a quello di marzo mentre, rispetto allo stesso periodo, è aumentato notevolmente il numero dei casi accertati. Simeone ha anche sottolineato le criticità legate alla lentezza del tracciamento dei contatti dei casi positivi a causa del ritardo nei risultati dei test.

Chiara Colosimo (FdI) ha fatto due proposte all’assessore: da una parte, reclutare anestetisti e rianimatori che sono andati in pensione negli ultimi anni per sopperire alla carenza di personale; dall’altra, dare priorità nei tamponi alle persone più fragili e ai sintomatici.

Francesca De Vito (M5s) ha chiesto di aumentare il numero di tamponi molecolari e di rafforzare i controlli nei pronto soccorso sui livelli di sicurezza per i degenti non positivi e per il personale.

Per Massimiliano Maselli (FdI) è necessario concentrare la gestione dei casi Covid in strutture dedicate e richiamare il personale sanitario in quiescenza. Per quanto riguarda invece la possibilità di effettuare i test nelle strutture private, secondo Maselli devono lavorare solo quelli che hanno i requisiti.

23 ottobre 2020
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