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Covid. Strumenti non sterilizzati usati per più pazienti. Gli anestesisti del San Camillo di Roma si ribellano: “Accusa inaccettabile”

Ventisei anestesisti rianimatori dell'Unità Operativa Shock e Trauma sottoscrivono una lettera aperta contro le accuse rivolte da un articolo di Repubblica. “Rigettiamo in toto le accuse È indubbio che l’ospedale stia vivendo un momento particolarmente delicato e che tutto il personale sia chiamato da giorni ad uno sforzo sovrumano”. Quindi chiariscono: “Mai nessuno di noi si macchierebbe di un gesto tanto ignobile”.

09 NOV - Gli anestesisti rianimatori dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini dell'Unità Operativa Shock e Trauma rigettano in toto le accuse loro rivolte in merito all’impiego sui pazienti di strumenti sporchi o infetti e rispondono alle accuse comparse su Repubblica. "È indubbio che il nostro ospedale - come tutti i nosocomi del nostro Paese - stia vivendo un momento particolarmente delicato della sua storia, ed è altrettanto innegabile che tutto il personale coinvolto nell’assistenza sia chiamato da giorni ad uno sforzo sovrumano per garantire assistenza sanitaria qualificata a tutti i pazienti, Covid e non. Tuttavia raccontare la stanchezza che questo carico di lavoro ci procura come elemento di causa di disinteresse ed incuria totale per il benessere dei malati, è qualcosa di assolutamente inaccettabile e falso”, dichiarano i 26 anestesisti rianimatori firmatari della lettera.

I medici parlano di “un’accusa che davvero non ci aspettavamo, da chi fino a ieri ci dedicava attenzione e paginate di giornali chiamandoci ‘eroi’". E “a queste 'penne facili' che piegano l'informazione a strumentalizzazioni lontane dalla 'mission' dei medici” evidenziano “orgogliosamente che anche a fronte di tante difficoltà il paziente – inteso come persona e non come mero codice di accesso – è sempre il centro intorno al quale ruota tutta la nostra giornata lavorativa e che MAI nessuno di noi si macchierebbe di un gesto tanto ignobile nei confronti di chi potrebbe essere nostra madre, nostro fratello, nostro figlio”.

"A latere di questa vicenda poco decorosa che ci ha coinvolto nostro malgrado - concludono gli anestesisti rianimatori dell'Unità Operativa Shock e Trauma dell’Ao San Camillo - , a noi rimane la soddisfazione nell’incrociare lo sguardo grato di coloro a cui siamo riusciti a restituire un congiunto o di chi anche avendo patito una grande perdita ci ricorda con stima e affetto.  A loro ed a chi in queste ore ci ha pubblicamente sostenuto e difeso va il nostro grazie, nella speranza che chi oggi ci denigra pubblicamente possa un giorno rendersi conto che non siamo nemici da combattere o abbattere mediaticamente ma alleati da difendere in una lotta che dovrebbe vederci tutti uniti”.
 

09 novembre 2020
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