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La quarta ondata in Germania è colpa dei “Corona-Schwurbler”

di Gian Marco Rizzuti

23 NOV - Gentile Direttore,
sono un giovane medico che lavora in Germania e titolare del blog “Sagen Sie 33”. Venerdì scorso, il Direttore Sanitario del Centro dove lavoro ha dichiarato che, siccome siamo ormai entrati nella quarta ondata della pandemia da Coronavirus, torniamo di nuovo in “Katastrofe-Mode”. In sostanza sono stati ripristinati i vecchi protocolli di sicurezza: nessun ingresso ai parenti dei pazienti, tranne che per alcune eccezioni (bambini, pazienti terminali); terza dose obbligatoria per tutti i collaboratori dell’ospedale; si operano prima di tutto i pazienti urgenti, ma gli altri malati– quelli rinviabili per capirci – non vengono dimenticati e trattati su appuntamento.
 
In più, un intero piano è stato adibito ai pazienti Covid: circa una trentina di posti, espandibili fino ad un massimo del doppio, con la possibilità, se la terapia intensiva è satura, di monitorare i pazienti e collegare i macchinari per stabilizzare le funzioni vitali.
 
Qui in Germania l’incidenza del Coronavirus – nel momento in cui scrivo – è di 387 per 100mila abitanti. Ieri ci sono stati circa 30mila contagi e 60 morti. Secondo alcuni analisti, si andrà ad un Lockdown verso metà dicembre e a gennaio verrà discussa l’introduzione dell’obbligo vaccinale che dovrebbe entrare in vigore per marzo 2022.
 
I motivi di questo aumento? Sono da ricercarsi in più fattori, principalmente nel background culturale di omeopatia, negli “”Heilpraktiker” (i medici empirici) e nell’ideologia del “sopravviva il più forte”.
 
Leggevo da più parti qualche giorno fa che questo substrato culturale antiscientifico si chiama “Darwinismo sociale”, una corrente di pensiero che tende a vedere la società umana regolata dalle stesse leggi del mondo animale e naturale – la cosiddetta “lotta per la sopravvivenza”. In pratica ci sono molte persone che pensano che chi muore per “una semplice polmonite” è destinato in ogni caso a morire.
 
Stiamo parlando della Germania che - citando il giornalista Udo Gümpel - è “da un lato un Paese con il massimo numero di Premi Nobel in Fisica, Chimica e Medicina, il Paese dei Robert Koch, degli Albert Einstein, dall'altro lato però pieno di ‘Schwurbler’, come chiamano in tedesco i negazionisti incalliti di ogni evidenza scientifica”.
 
Non è quindi certo un caso che in tutti e tre i paesi “tedescofoni”, tra cui anche la provincia di Bolzano, ci siano percentuali molto basse di vaccinati e un altissimo numero di infetti.
 
Come si fa a combattere tutto questo? Introducendo l’obbligo vaccinale per tutti. Una soluzione a portata di mano, una soluzione politica.
Ci impegniamo per favore a porre rimedio a questo stato di cose?
 
Gian Marco Rizzuti

23 novembre 2021
© Riproduzione riservata

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