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Covid nei più piccoli. Le difficoltà dei pediatri nella gestione dei casi

di Associazione Culturale Pediatri Milano

20 GEN - Gentile direttore,
nella pratica clinica quotidiana di Pediatri di Famiglia ci stiamo trovando di fronte a una serie di problematiche applicative delle attuali norme di controllo dell’epidemia in corso che necessiterebbero di tempestiva correzione.

Riportiamo alcuni esempi di incongruenza nell’osservare o applicare le disposizioni nella pratica corrente.
1. Paziente guarito o vaccinato da meno di 120 giorni deve comunque effettuare il tampone a T0 e a T5 in caso di contatto scolastico.

2. Nessuna differenza nelle procedure dei contatti stretti scolastici nei bambini vaccinati.

3. Indispensabile attestato di fine isolamento per la riammissione scolastica sicura.

4. Gli attestati di quarantena riportano che TUTTI i bambini delle nelle scuole dell'infanzia e primaria vanno in quarantena per 10 giorni rispettivamente con 1 o 2 casi di positivi in classe. Le indicazioni del Ministero riportano comportamenti diversificati in base allo stato di vaccinazione delle persone, bambini compresi. I bambini che hanno completato il ciclo vaccinale da più di 14 giorni e meno di 120 giorni dovrebbero fare una autosorveglianza per 5 giorni e indossare una FFP2 per 10 giorni senza dover fare un tampone perché per loro non vale la regola della quarantena. Quindi se un bambino (under 12) che ha completato il ciclo vaccinale da più di 14 giorni e da meno di 120 giorni ha un contatto con un positivo in ambito scolastico fa una quarantena di 10 giorni mentre se lo stesso bambino ha un contatto stretto in altro ambito basta che faccia una autosorveglianza per 5 giorni e indossi una mascherina FFP2 per 10 giorni senza dover fare un tampone.

5. Non c'è distinzione nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria tra stato vaccinale e non vaccinale o di guarito: questo ostacola l'adesione alla campagna vaccinale. Le famiglie non intravedono benefici dal vaccino. Ed i guariti, che hanno già fatto isolamento, rischiano ulteriori quarantene.
 
6. È incongruente che, un bambino guarito o vaccinato da meno di 120 giorni che frequenta la scuola d’infanzia o quella primaria, in caso di contatto scolastico positivo, debba fare la quarantena come tutti gli altri ma se il contatto è un famigliare possa frequentare la scuola con sorveglianza. Questo vuol dire paradossalmente che un guarito anche da una settimana deve farsi la quarantena per contatto scolastico, ma un vaccinato con fratello convivente positivo non ha obbligo di quarantena e frequenta la scuola con FFP2.
 
7. Dopo 4 giorni di riapertura delle scuole, la mattina del 13 gennaio u.s. oltre 7000 segnalazioni di casi positivi sono giunte all’ATS Brianza. Quante quarantene 10 giorni sono partite per bimbi asili nido e scuola infanzia? Quante richieste di tamponi T0 e T5? Quanti molecolari? Quanti genitori a casa dal lavoro? Quanti insegnanti e personale scolastico a casa anche essi genitori o contatti?
 
8. La strategia di tracciamento basata sulla determinazione a T0 e T5 produce un uso fuori controllo dei tamponi evidenziando portatori sani e aumentando le classi in DaD senza controllare l’epidemia.
 
9. Come documentato dopo meno di 10 giorni nessuno che pur rimanga positivo al tampone molecolare è in grado di infettare altri sono quindi irrazionali le quarantene lunghe 21 giorni.
 
10. Tamponare una scolaresca per un caso positivo al tempo zero e T5 e chiudere le classi per 2 positivi, blocca famiglie intere con tutte le conseguenze del caso. Per non parlare dell’onere economico che gravita intorno all’esecuzione di questi tamponi, costo del materiale, di chi lo esegue, di chi li processa e così via. E’ proprio necessario inseguire questi probabili
asintomatici?
 
11. La strategia di adottare una scuola da parte di un PdF rischia di sovrapporsi al lavoro che svolgono i referenti Covid delle scuole, i quali fin dall’inizio della pandemia hanno esercitato un controllo conseguente alle indicazioni fornite dal Ministero della salute. Esigiamo invece che ognuno faccia bene il lavoro che gli è chiesto: i referenti Covid ognuno nella sua scuola e noi nei nostri ambulatori verso i pazienti che ci sono affidati.
 
I tamponi servono a fare diagnosi in soggetti sintomatici, monitorare la diffusione dell'epidemia nella popolazione, controllare attivamente l'epidemia identificando gli infetti. Tre finalità essenziali per il controllo della pandemia, sinora perseguite con difficoltà e senza un’adeguata e tempestiva correzione. Forse anche perché si sono inseguiti i tamponi e meno chi doveva essere testato.

Angela Biolchini, Sara Casagranda, Giuseppina De Gaspari, Lucia Di Maio, Laura Mauri, Mario Narducci, Aurelio Nova, Letizia Rabbone, Raffaella Schirò, Luciano Scotti, Federica Zanetto
Associazione Culturale Pediatri Milano

20 gennaio 2022
© Riproduzione riservata

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