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Sui contratti ai medici in formazione del primo e secondo anno

di Riccardo Lucis

06 SET -

Gentile Direttore,
le scrivo in merito alle discussioni in corso, pubblicata da vari quotidiani locali nel periodo estivo, tra Regione FVG e il Governo riguardo ai contenuti della Legge Omnibus in tema di Sanità, in particolare riferimento all’emendamento 97 quinquies, dove si declina la possibilità di conferire, in via eccezionale e fino al 31 dicembre 2023, incarichi individuali con contratto di lavoro autonomo ai medici in formazione specialistica del primo e secondo anno di corso, per i servizi di emergenza-urgenza.

Eviterò di commentare la polemica dei rari colleghi che si erano dichiarati preoccupati da questa possibilità, dimostrando ignoranza riguardo la situazione che si sta vivendo nei nostri nosocomi e mancanza di idee e proposte concrete.

È invece utile e importante commentare la scelta “provocatoria” di sostituirsi alle competenze dello Stato, da parte della regione non solo riguardo al trattamento economico del personale sanitario dirigente e di comparto, ma soprattutto sull’impiego dei medici specializzandi sin dal loro primo anno di iscrizione, la quale scelta si inserisce in un panorama sanitario che necessita di riforme a partire dalle sue basi, iniziando da una riscrittura strutturale del SSN che integri realmente ospedale e territorio, provando a superare le sterili contrapposizioni nate per lo più dalla scarsa visione di alcuni e dal principio del dividi et impera.

Il primo passo verso questa direzione deve però prevedere un rinnovo preliminare dei contratti di formazione specialistica (e dei corsisti dei corsi di formazione specifica in medicina generale) per molti motivi, i principali dei quali sono:

Si vede positivamente alla proroga dei termini di assunzione per gli specializzandi a partire dal III° anno di specializzazione ex DL Calabria al 31/12/2023 (DL 24/2022 convertito in Legge 52/2022) e si plaude alle lotte nazionali a difesa di realtà ove tali assunzioni non risultano espletate, magari a favore di soluzioni estere, ma va posta attenzione alla ricerca di condizioni lavorative dignitose, declinate nelle singole realtà contrattuali regionali e aziendali, e di concerto nazionali, tali da attrarre i colleghi a scegliere o a rimanere nel nostro SSR, lavorando serenamente, e al contempo di favorire i colleghi che vi entreranno, anche per il tramite del DL Calabria, ed evitare loro di diventare dei “tappa buchi” di una gestione della sanità a volte di dubbia idoneità.

Coi dati sui pensionamenti e le fughe dal SSR attuali come evidenziato da ANAAO, inoltre, si dovrà probabilmente compiere il coraggioso passo proposto dalla Regione FVG in tutto il territorio nazionale, ampliandolo a tutti i servizi ospedalieri e territoriali e migliorandone la contrattazione proposta: va indagata l’assunzione con CCNL anche degli specializzandi iscritti ai primi anni, previo superamento di regolare concorso e in subordine agli aventi diritto.

Questo, assieme alla riforma della formazione in Medicina Generale e alla tutela dei “corsisti” che ancora scelgono questa strada, lacunosa anch’essa delle tutele sopra considerate, potrà rappresentare hic et nunc una semina che confidiamo germoglierà, di concerto a ulteriori riforme, in un nuovo SSN, a salvaguardia di una Salute che deve rimanere pubblica e di pubblico accesso. Ma se non iniziamo il percorso ora, allora quando?

Riccardo Lucis

Segretario Aziendale ASUFC ANAAO FVG
Medico in formazione specialistica UNIUD - Udine



06 settembre 2022
© Riproduzione riservata

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