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Una delega specifica alla Sanità Digitale all’interno del Ministero della Salute

di Nicola Brandolese 

15 NOV -

Gentile Direttore,
in un contesto di cambiamento successivo alla pandemia, il Governo appena insediato ha oggi il compito di tradurre le opportunità del PNRR in condizioni per migliorare la vita di ciascuno. La sanità rappresenta in Italia una delle componenti di spesa più importanti in rapporto al PIL, circa il 7%, anche se con un trend da qui al 2025 di riduzione di quasi 1 punto percentuale.

Per questo la priorità deve essere garantire assistenza di qualità, efficienza e accessibilità. Il ruolo di medici, infermieri, farmacisti è prezioso quanto più si mostra nel rapporto quotidiano con i cittadini ed è insostituibile. Ma è l’innovazione digitale la premessa per garantire nel tempo la qualità del Sistema Sanitario Nazionale, per dare strumenti di lavoro adeguati ed efficientare i costi, per ridurre le diseguaglianze territoriali, per implementare la riforma dell’assistenza territoriale, per migliorare la comunicazione tra ospedale e territorio, per ridurre le liste di attesa, per rendere più accessibile la medicina di prossimità.

Per tutto ciò che c’è da fare, auspico un segnale di futuro: che tra le funzioni di governo sia riconosciuta una delega specifica alla Sanità Digitale all’interno del Ministero della Salute.

Il presidente Meloni alcuni giorni fa ha dichiarato in Senato che la digitalizzazione rende accessibile lo scambio di informazioni e massimizza i benefici per i cittadini. È allora urgente ingaggiare soprattutto i professionisti della salute, promuovendo presto incentivi o crediti di imposta per fare in modo che medici e studi medici si dotino di sistemi digitali.

Egualmente serve aggiornare il piano per la cronicità, coinvolgendo partner tecnologici per integrare le soluzioni di e-health e migliorare i percorsi di cura dei pazienti.

Inoltre, appare evidente che la telemedicina e le prestazioni sanitarie tradizionali dovranno essere complementari, prevedendo tariffari adeguati ed omogenei, così come servirà investire sulla televisita e sulla prenotazione digitale nelle aree interne - che coprono quasi il 60% del territorio - nelle aree rurali o dove vi è carenza di medici di medicina generale.

Infine, sul fascicolo sanitario elettronico va superata la frammentazione tra regioni che spesso ne limita l’utilizzo per cittadini e personale medico. È il momento di promuovere un Tavolo di lavoro permanente per la Sanità Digitale, sul modello di quanto realizzato in altri paesi europei, che coinvolga il Ministero della Salute, le rappresentanze dei professionisti della salute, i pazienti, ma anche i fornitori di servizi tecnologici, che possono rivelarsi per le istituzioni tra i partner più importanti per favorire il popolamento FSE. L’esistenza di un ecosistema interoperabile e certificato dove i dati siano utilizzati in modo strutturato è fondamentale per sviluppare politiche sanitarie, per organizzare campagne di prevenzione e screening efficaci.

A tutela della sanità come bene pubblico, le istituzioni devono farsi promotrici di un ecosistema favorevole e accessibile, assicurando un nuovo patto di collaborazione tra settore pubblico e attori privati. Per innovare velocemente lo Stato e le Regioni dovranno essere decisivi non nella creazione diretta di strumenti e prodotti digitali, ma nella regolamentazione a favore della collettività, nella definizione di norme di sicurezza e portabilità dei dati, nella creazione di un perimetro di standard e certificazioni che garantisca serietà ed efficienza valorizzando le competenze già esistenti tra gli attori privati.

Uno sforzo sinergico verso una maggiore digitalizzazione auspicata dai nostri connazionali, come rilevato dalla recente indagine condotta da Quorum/YouTrend per Doctolib, dalla quale emerge come la maggior parte degli italiani ritiene che strumenti digitali intuitivi migliorino i percorsi di cura e il 73% del personale medico ritiene che soluzioni tecnologiche siano fondamentali per lavorare al meglio. Il 60% degli italiani è favorevole ad ampliare il ricorso a strumenti digitali per gestire la propria vita sanitaria, ma un cittadino su due non è soddisfatto dell’accessibilità all’assistenza sanitaria.

Superare le frammentazioni, promuovere gli investimenti innovativi e incentivare le buone pratiche permette agli attori del settore sanitario di sviluppare le soluzioni che meglio si adattano alle necessità di cittadini e professionisti della salute. È fondamentale promuovere lo sviluppo digitale nell’interesse comune di realizzare una sanità più equa, più trasparente, più facile.

Nicola Brandolese

CEO Doctolib Italia



15 novembre 2022
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