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Perché occorre pagare il doppio le prestazioni aggiuntive

di Luciano Moretti

02 MAR -

Gentile Direttore,
da qualche tempo la Federazione CIMO-FESMED Marche lavora affinché venga adottata una legge regionale che raddoppi la tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive dei medici ospedalieri, passando da 60 euro all’ora a 120 ed equiparando, di fatto, la retribuzione dei dipendenti al compenso dei medici a gettone delle cooperative. Un provvedimento già adottato da Lombardia e Veneto, che stimolerebbe di più i medici della sanità pubblica a rendersi disponibili a coprire i turni per colmare la carenza di personale nei reparti in difficoltà.

Basterebbe utilizzare una parte del budget stanziato per le cooperative (80 milioni solo nel 2021) per dare un maggiore riconoscimento ai medici che lavorano di più per evitare, in molti casi, la chiusura delle strutture.

Sappiamo bene come prestazioni aggiuntive e cooperative siano al momento le uniche strade percorribili per continuare ad assicurare i servizi ai pazienti. È una realtà che non condividiamo, che va affrontata a livello nazionale risolvendo una volta per tutte la carenza di personale, ma con cui dobbiamo fare necessariamente i conti. E allora si faccia quantomeno in modo che i turni coperti dai gettonisti e dalle prestazioni aggiuntive siano equiparati da un punto di vista retributivo.

Qualche giorno fa, insieme agli altri sindacati dell’Intersindacale Marche della dirigenza medica e sanitaria, abbiamo incontrato i Direttori delle AST regionali e l’Assessore con delega alla Sanità Filippo Saltamartini, che si è impegnato a verificare la proposta in Conferenza Stato-Regioni. Abbiamo inoltre chiesto di prevedere incontri periodici anche sugli assetti organizzativi, attuali e futuri, nelle diverse realtà sanitarie regionali. Intendiamo lavorare congiuntamente con le Istituzioni per programmare le assunzioni, stabilizzando gli specialisti con contratti a tempo determinato e stipulando convenzioni con tutte le Università per poter assumere gli specializzandi. Abbiamo inoltre chiesto un tavolo tecnico per la ricognizione della costruzione dei fondi contrattuali dal 2017 ad oggi, in modo da poter giungere alla sottoscrizione dei contratti collettivi dal 2018 ad oggi, e per l’emanazione di linee guida sulla graduazione degli incarichi, spesso inattuata o attuata con grave ritardo.

Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane. Intanto continua il lavoro sindacale nelle singole aziende. La vicenda più clamorosa che stiamo seguendo riguarda l’AST di Ancona e, guarda caso, proprio il tema delle prestazioni aggiuntive: da una parte l’Azienda deve ancora pagare le prestazioni aggiuntive effettuate dai colleghi a novembre e dicembre scorsi per ordine di servizio (attendiamo spiegazioni), e dall’altra obbliga, sempre con ordine di servizio, circa 150 colleghi degli ospedali di Jesi, Senigallia e Fabriano a lavorare in Pronto soccorso senza rispettare il diritto al riposo. Ci sono medici che fanno la guardia notturna in Pronto soccorso e che la mattina successiva, invece di riposarsi a casa, devono presentarsi nel loro reparto. Si tratta di uno scandalo per il quale abbiamo attivato l’Ispettorato del Lavoro, che aprirà un’indagine per accertare queste violazioni ed emanare le eventuali sanzioni.

Certo, spesso si ha l’impressione di stare continuamente a rattoppare le falle di una nave che ha già sbattuto contro le rocce. Ma senza quelle toppe, la sanità colerebbe a picco.

Luciano Moretti

Presidente Federazione CIMO-FESMED Marche



02 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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