Gentile Direttore,
in questi giorni mi scrive un conoscente per lamentare che “dopo cinque telefonate a cinque Cup diversi veneti la ecografia addome completo con impegnativa non la si riesce a prenotare. Ma nemmeno visite dermatologiche con impegnativa”; mi riferisce che per tale motivo ha voluto anche scrivere al Sindaco.
Evidentemente queste erano le sue richieste, ma so per certo che in Veneto come ormai in quasi tutta Italia , prenotare una prestazione sanitaria nel pubblico è diventata una odissea. Provate per esempio a prenotare una visita oculistica…
I motivi sono molti, alcuni anche facilmente intuibili: gli specialisti che lavorano nel pubblico sono sempre meno (dalle specialità ne escono in quantità insufficiente, molti sono andati in pensione, altri hanno lasciato il pubblico per il privato dove trovano condizioni di lavoro migliori) , ci sono ancora da recuperare gran parte delle prestazioni rimaste bloccate dal covid (il nuovo direttore regionale della sanità veneta Annichiarico in una intervista alla Nuova Venezia di questi giorni ha dichiarato che il Veneto ha finalmente smaltito le prestazioni accumulate con lo stop al Covid), le richieste sono in costante aumento dato l’incremento delle patologie croniche e una popolazione sempre più anziana.
Fatto sta che la realtà dei fatti mostra un SSN in forte affanno e destinato a collassare sotto gli occhi di tutti se non si metteranno rapidamente in atto dei correttivi.
Gli appelli a salvare il nostro SSN ormai non si contano più : su questo giornale Cavicchi ha aperto un Forum dopo aver scritto un libro “Sanità pubblica addio”; Cartabellotta presidente della Fondazione Gimbe si sta particolarmente spendendo su questo tema e ad esso viene dedicata la 15° conferenza Gimbe che si terrà il 31 marzo a Bologna; ma molti altri autorevoli esponenti del mondo sanitario, dal Presidente Fnomceo Anelli, ai rappresentanti sindacali, alle società scientifiche si spendono quasi quotidianamente su questo tema, lanciando appelli anche dalle pagine di questo giornale.
Ciò nonostante non succede nulla.
Non succede nulla perché la politica non appare interessata alla questione. A parte le dichiarazioni della Schlein che appena eletta ha affermato che “faremo le barricate per salvare il SSN”, nella realtà dei fatti succede poco o nulla.
C’è una sola cosa a questo punto che potrebbe smuovere la politica: una grande e duratura mobilitazione che vedesse i cittadini scendere in piazza a difesa del diritto alla salute come per esempio è successo in Spagna.
Ma perché qui nessuno si mobilita? Io intravvedo diverse cause.
La malattia rimane una esperienza in qualche modo individuale, che resta nell’ambito del proprio privato; creare una coesione dei cittadini su questi temi non è semplice perché si tratta di condividere un vissuto intimo, anche se solo per mettere in luce le difficoltà di accesso alle cure.
Un altro aspetto riguarda la mancata consapevolezza di quanto sta accadendo. La maggior parte di chi si scontra con le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie pensa che si tratti di casi quasi isolati che riguardano una branca specialistica o un determinato territorio.
Rimane poi il fatto che molti non hanno ancora collegato la salute e l’accesso alle cure con il governo della sanità e quindi è come se le colpe di una mancata prestazione siano imputabili solo all’operatore sanitario( infermiere, tecnico, medico) che le deve elargire anziché ad una gestione politica che da anni ha de-finanziato il sistema. Ne è prova che in Lombardia alle elezioni regionali non c’è stata nessuna presa di distanza da chi ha governato durante il covid (e non si può certo dire che la gestione della pandemia sia stata ottimale!).
C’è bisogno di una presa di coscienza collettiva, bisogna far capire ai cittadini che stiamo perdendo il diritto alla salute, che sta venendo meno uno dei capisaldi della nostra costituzione e che abbiamo tutti il diritto/dovere di lottare perché questo non avvenga.
Condivido in toto le parole di Nino Cartabellota “Finché i cittadini non scenderanno in piazza, la politica non metterà al centro il tema della sanità pubblica”; ma perché questo avvenga bisogna che tutti gli stakeholders della sanità pubblica si facciano promotori di una grande campagna di sensibilizzazione che possa portare ad una mobilitazione massiccia: ora o mai più.
Ornella Mancin