Gentile Direttore,
questa volta non voglio riferirmi ad articoli precisi ed a precisi professionisti che di questi tempi si occupano premurosamente del futuro della Medicina di Famiglia, accomunati innanzitutto dal non farne parte e ossessionati dalle “magnifiche sorti e progressive” dove a loro avviso la salvifica dipendenza traghetterebbe il nostro Paese nei suoi bisogni di Assistenza Primaria.
Forse così potrò evitare di essere scorrettamente citato altrove (un vero successo per un “peone”!) in risposte di singoli senza l’allegazione del mio scritto cui si fa riferimento…intelligenti pauca!
Il mio ragionamento mira a prevedere gli scenari che si realizzerebbero se tutto ciò andasse in porto: un’uniformità contrattuale con funzioni di fiduciarietà dei vari esercenti al sistema e non al cittadino, e la creazione di un sistema sanitario privatistico che naturalmente “integrerebbe” (le virgolette perché in realtà in buona parte sostituirebbe) le falle che immediatamente si aprirebbero.
E’ chiaro che tale struttura si pascerebbe della distruzione della figura del Medico di Famiglia, relegato ad un tassello alabardato ed autoritario (tale è quello che in molli versi secondo costoro è il “gate-keeper”) di una complessa struttura politico-burocratico-amministrativa governata da chi in tanti anni, pur laureato in Medicina od altro, ha di fatto scelto la politica del corridoio e dell’apicalità burocratica piuttosto che quella del lavoro sul campo, l’unica cosa che conta se si vuole parlare di realtà pratiche per cui si ha l’ambizione di proporre soluzioni.
Logicamente un sistema che funzionasse autonomamente renderebbe superfluo il ricorso a tali fondi “integrativi”, la cui ragion d’essere origina proprio da un’insufficienza programmata a tavolino del servizio pubblico così da delegarne compiti e funzioni, beninteso a chi può permetterseli, nonché dal desiderio di creare e mantenere carrozzoni dove - è logico - ci sarebbero ben precisi conduttori…
Ecco quindi “mutatis mutandis” riesumare nella sostanza (l’unica realtà effettuale, il resto sono solo chiacchiere!) il vecchio sistema Bismarck rivolto sostanzialmente ai lavoratori, cosa buona e giusta se tutti avessero la fortuna di essere tali, con la veloce visita specialistica in alternativa alla vituperata inefficienza del sistema pubblico con le sue lunghe liste d’attesa, con il ricorso diretto al secondo livello diagnostico senza alcuna intermediazione e quindi con le inevitabili scollature anamnestico/diagnostiche con la Medicina di primo livello, con gli allettanti “pacchetti” di analisi et similia concorrenziali con i tickets pubblici e quindi originatori del definanziamento, con un’allettante autostrada a pagamento al centro e vecchie e rattoppate strade complanari ai suoi lati, magari con un apposito burocratismo nelle motivazioni allegate alle richieste di indagini e di visite per scimmiottare i delirii delle attuali assicurazioni private e nelle ipotizzabili richieste di retrodatazioni inevitabili per via dell’accesso diretto al secondo livello (falso ideologico, questo sconosciuto…) e con la riproposizione dell’ ”azzardo morale”, del “cream skimming” e della “selezione avversa” in un burlesco “trenino” che si snoda su tavoli diversi e con scarti improvvisi…
E’ chiaro che molti sono gli appetiti intorno all’ENPAM, umanamente comprensibili per via della solidità del medesimo che ha resistito a svariati ricatti sulla sostenibilità dell’erogazione delle pensioni nonostante un progressivo e maligno innalzamento degli anni da garantire, fallito miseramente perché chi si occupa di Enti - appunto - fallimentari non può ipotizzare che ci possano essere altri meccanismi virtuosi, ma non giustificabili se fanno da corollario alla NEGAZIONE DEL MEDICO DI FIDUCIA che è la sostanziale e drammatica conseguenza che i cittadini patirebbero.
E ai quali è arrivato il momento di rivolgersi per smascherare ipotesi la cui sintesi è questa!
Francesco Buono