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Congressi internazionali medici, l’Italia deve diventare una sede competitiva

di Valeria Caso 

11 SET - Gentile Direttore,
mi rivolgo a Lei per sollevare una questione riguardante l'organizzazione di congressi internazionali medici in Italia. Il mio focus principale riguarda la recente decisione della World Stroke Organization (WSO) di preferire Barcellona come sede del suo congresso annuale nel 2025, nonostante la mia proposta, in qualità di tesoriere della WSO, di scegliere Roma, la città eterna. È fondamentale notare che l'evento avrebbe attirato oltre 4.000 delegati, insieme a rappresentanti dell'industria, organizzazioni dei pazienti e altri partecipanti.

Questi congressi internazionali non rappresentano solamente un'opportunità per la comunità medica di condividere conoscenze e promuovere l'innovazione, ma generano anche un impatto economico positivo per la città ospitante. Si stima che ogni delegato contribuisca con oltre 300 euro al giorno in spese, incluse pernottamenti, ristorazione, tasse di soggiorno e altre spese connesse. Con oltre 4.000 delegati previsti, ciò avrebbe rappresentato un contributo significativo all'economia locale.

La scelta della Nuvola di Roma come sede del congresso della WSO avrebbe potuto fornire un notevole impulso al settore alberghiero, della ristorazione e del turismo nella città eterna. Tuttavia, costi elevati e complicazioni burocratiche hanno fatto propendere per Barcellona. È importante sottolineare che la Nuvola di Roma, con la sua bellezza e posizione, avrebbe potuto rappresentare un autentico riscatto per la città, specialmente dopo l'amara esperienza del Congresso della European Society of Cardiology (ESC) nel 2016, dove il presidente del congresso dichiarò: “There will never again be an ESC conference in Rome”. In quell'occasione, più di 20.000 cardiologi si ritrovarono alla Fiera di Roma, con una carenza di taxi che causò disagi significativi, lasciando un'impronta negativa nella memoria della comunità medica.

In molti paesi europei, i centri congressi governativi offrono sovvenzioni statali e agevolazioni fiscali, come l'esenzione dall'IVA, per attrarre eventi internazionali. Ad esempio, l'"International Barcelona Convention Center" è un esempio tangibile di questa politica. Questo rimborso dell'IVA ha influenzato la decisione in favore di Barcellona, nonostante la superiorità di Roma come centro congressi e location. Queste iniziative incoraggiano la scelta di tali sedi come location ideali per i congressi. Un'applicazione di politiche simili da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) per la Nuvola di Roma e altre strutture analoghe in Italia potrebbe notevolmente aumentare l'attrattività del nostro paese come destinazione per eventi internazionali.

È essenziale notare che la Nuvola di Roma è gestita da EUR Spa, una società controllata al 90% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e al 10% dal Comune di Roma. Questo apre la porta a un coinvolgimento più strategico e proattivo del MEF, al fine di rendere l'Italia una destinazione più competitiva per i congressi internazionali.

Inoltre, va sottolineato che l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) richiede la registrazione per ogni convegno, un requisito che rende l'iter burocratico italiano ancora più impegnativo rispetto al resto d'Europa, una situazione difficile da giustificare considerando la nostra appartenenza alla Comunità Europea.

Spero sinceramente che questa mia lettera possa catalizzare una riflessione e una discussione pubblica per rendere Roma e l’Italia una meta competitiva per l'organizzazione di congressi internazionali medici (e non solo). Questo non riguarda solo gli aspetti economici ma anche la comunità scientifica italiana, che lavora instancabilmente per portare a termine progetti di ricerca al fine di migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti.

Valeria Caso
Tesoriere della World Stroke Organisation
Dirigente Medico
Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia, Perugia

11 settembre 2023
© Riproduzione riservata

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