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Intelligenza Artificiale e Radiologia. Ė necessario un cambio di passo

di Massimiliano Campana

29 NOV - Gentile Direttore,
prendo spunto da un white paper dell’ASRT (American Society of Radiologic Technologist), volendo poi spostare il discorso sul piano formativo. Quando si parla di Intelligenza Artificiale (AI, in seguito) la maggior parte delle persone pensa ci si riferisca ai “massimi sistemi” non riflettendo sul fatto che siamo circondati da AI quotidianamente: mi riferisco, ad esempio, alle personalizzazioni degli annunci del web, ai suggerimenti sugli acquisti, ai riconoscimenti facciali di Google Photo, fino, per arrivare a cose più "domestiche", al robot lavapavimenti che ha dovuto imparare i perimetri di casa nostra prima di iniziare a pulirla. Sostanzialmente l’intelligenza artificiale lancia un proprio programma e con la raccolta di nuovi dati modifica e, almeno in teoria, migliora sé stessa.

Similmente, almeno questo è l’obiettivo, le tecnologie sanitarie dovrebbero imparare dalle varie attività effettuate dai professionisti sanitari, ottimizzarle e replicarle. In un futuro, ormai nemmeno troppo lontano, si rivela necessario incorporare l’AI alle proprie attività lavorative quotidiane anche per una programmazione, pratica, economica ed etica. In tal senso è necessario che la Pubblica Amministrazione, le Asl e le Università si facciano portavoce un cambio di passo nella formazione andragogica dei Professionisti Sanitari visto il mutato contesto lavorativo. Per quanto riguarda la specifica area dei Tecnici di Radiologia e il loro costante rapporto con le apparecchiature digitali, un approccio con un modulo formativo caratterizzante nel percorso di formazione appare decisamente opportuno con la necessità di integrare tale modulo nei programmi di laurea triennale e non ad eventuali, e facoltativi, master successivi.

Certamente lo sviluppo dell’AI sta facendo passi da gigante ma i limiti etici e legali sono ancora, almeno parzialmente, da disegnare e verificare.

A livello prettamente tecnico, i tanto odiati (per motivi di spazio) raw data avranno un ruolo centrale. Ma anche i report potranno dare informazioni su dose, flussi di lavoro, durata dell’esame dando così informazioni non solo tecniche ma anche amministrative e logistiche.

I principali esponenti della sanità mondiale si aspettano un aiuto importante dall’AI sia per la cura che per il monitoraggio dei pazienti, con importanti risvolti sia etici che economici per le casse dello Stato. Il 10% delle applicazioni di intelligenza artificiale riguarda l’Imaging diagnostico. All’atto pratico nelle radiologie l’AI può aiutare nell’acquisizione, interpretazione planning e storage delle immagini puntando quindi ad una ottimizzazione della diagnosi, dei tempi della stessa e, ad esempio, nel contornare aree ischemiche o neoplastiche da trattare. O, ancora, l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare in attività di screening precoce o addirittura avvisare il radiologo di alcuni referti più urgenti di altri.

Parliamoci chiaramente, non siamo di certo al tempo zero dell’AI in radiologia, ma questo paradossalmente può rivelarsi un problema. TC che autoposizionano il gantry già esistono e sono utilizzate. Alcune funzioni come l’autoidentificazione dell’organo sono già presenti. La raccolta dei dati con i dose report oggi è realtà (e un obbligo di legge) ma l’Intelligenza Artificiale potrebbe aiutare il Tecnico di Radiologia ad ottimizzare la dose in tempo reale senza aspettare i controlli periodici della Fisica Sanitaria. Potrebbe aiutare i Coordinatori nella ottimizzazione di calendari e flussi di lavoro e automatizzare la coda delle priorità delle richieste più urgenti.

I benefici sono evidenti, ma la vera sfida è l’integrazione dell’AI con le discipline non mediche. Chi garantirà che i dati del paziente saranno smarchiati dalle immagini? Chi garantirà che non sarà la stessa AI a cadere nei bias? E soprattutto, come ci si comporta se il paziente rifiuta l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per il proprio caso a favore di un tradizionale e soprattutto esclusivo contatto medico? Si risolverà tutto con l’ennesimo consenso informato?

A questi ed altri quesiti sono chiamati certamente a rispondere Istituzioni ed Industrie. Ma con una Università che non può stare certo ad aspettare i tempi biblici di una Pubblica Amministrazione che annaspa quando si parla di evoluzione.

Dott. Massimiliano Campana
TSRM, Ospedale di Chieti
Laurea in Tecnico Sanitario di Radiologia Medica
Master in Coordinamento delle Professioni Sanitarie della Prevenzione, Tecniche e della Riabilitazione
Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni Sanitarie Tecnico-Diagnostiche
Master in Dirigenza, Docenza e Ricerca nelle Professioni Sanitarie
Laurea Magistrale in Scienze Politiche - Scienze delle Amministrazioni
Master in Amministratore di Sistema

29 novembre 2023
© Riproduzione riservata

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