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La coperta è sempre più corta

di Emilio Cariati 

06 AGO - Gentile Direttore,
in questi giorni si stanno susseguendo con tanta enfasi diversi articoli su molti giornali, tutti aventi un unico sfondo, valorizzare le professioni sanitarie mediche e non mediche, ricostruire e/o salvare il SSN, in quella sua unicità di Equità, Uguaglianza e Universalità ma, per far ciò bisogna occuparsene collegialmente Regioni e Istituzioni Parlamentari, dando vero credo a cui si è stati chiamati nel Rappresentare la Nostra Democrazia.

Il Popolo italiano ogni giorno ha fame di Sanità non solo di occupazione, la gente è disperata, mentre altra è rassegnata che aspetta solo la naturale fine quando il buon Dio deciderà, a differenza di tanti che pur di non pensare a questi problemi preferiscono divertirsi, credo che mai come in questo momento storico bisogna elevare il proprio io come persona umana e come cittadino, rendendosi consapevoli della realtà attuale sempre più diversificata da Regione a Regione e da territori a territori, non si può andare avanti in questo modo.

Molteplici sono i problemi ma quelli che rivestono carattere d’urgenza sono le Liste d’attesa, unica soluzione, pubblico e privato convenzionato e non, insieme devono interagire in questo momento lasciando ogni diatriba dietro, avendo un unico fine quello di ridurre al massimo le tante istanze dei cittadini, è impensabile che per alcuni esami nel privato accanto l’attesa è ridotta al minimo nel pubblico qualora c’è disponibilità è lontana centinaia di chilometri oppure fuori provincia.

In TUTTI, pubblico e privato convenzionato e non, deve prevalere la buona volontà e disponibilità ad aggregarsi per cercare di smaltire le bibliche attese, nel poter dare risposte ai bisogni e alle preoccupazioni dei cittadini, non si può vivere in un Paese sempre più sull’orlo del default sanitario, manca poco oramai verso questo momento, possibile che nell’arco della giornata non c’è un momento per rivedere la realtà nella sua cruda condizione piuttosto che porla all’opinione pubblica edulcorata di quei pochi interventi che bravi operatori sanitari pongono in essere per credo deontologico e spirito umanitario, la professione sanitaria si differenzia dalle altre per la sua valenza missionaria. Sembra quasi che ci sia un intorpidimento sociale al punto che tutti questi articoli che stanno scorrendo non riescono a sensibilizzare le coscienze, altrimenti è inspiegabile vedere scorrere la quotidianità in maniera “alquanto normale” senza un vivo interesse attorno a queste problematiche che fra non molto metterà a dura prova la stessa convivenza civile.

Perciò, occupiamoci e preoccupiamoci della salute dei cittadini piuttosto che di altre cose che al momento non destano urgente interesse di pubblica utilità, come ad esempio il Ponte sullo Stretto di Messina, che non è una priorità ma, solo un modo per creare malumori nel popolo, cerchiamo di essere più umani, ci sono altre priorità che oltrepassano di gran lunga il ponte, come ad esempio l’erosione delle coste, la viabilità interna, la Sicurezza, che oramai è diventato un problema quotidiano, anche nella stessa sanità, non bastano più le tante telecamere piazzate ovunque, c’è bisogno di cultura di aggregazione, attraverso momenti di vario genere dallo sport al tempo libero, nei giovani c’è un isolamento tecnologico che fa paura, i momenti di socialità sono per lo più virtuali attraverso i tanti social che reali verso la sana convivenza, la persona umana deve vivere in mezzo agli altri, cerchiamo di dare spazio alle istanze del popolo e ai rappresentanti dei territori quali i Sindaci, talvolta le scelte devono essere condivise con le istituzioni del luogo piuttosto che calarle da altre sedi.

In un tale contesto è giusto ricordare alcune frasi della celeberrima canzone di Franco Battiato, Povera Patria, parole sempre attuali ma dimenticate da tutti, “……Povera patria Schiacciata dagli abusi del potere Di gente infame, che non sa cos'è il pudore Si credono potenti e gli va bene quello che fanno E tutto gli appartiene...Se avremo ancora un po' da vivere La primavera intanto tarda ad arrivare….”; proprio così, la Primavera tarda ad arrivare e chissà fra quando arriverà, perché al momento con questa realtà attuale le prospettive sono di diversa direzione, non certamente verso una più accettabile vivibilità umana. Riscopriamo noi stessi, in quel comune e umano senso di appartenenza che da sempre ci unisce come persone nell’unico sentimento che è l’Amore, da cui possiamo alimentare la Speranza colei che potrà dare un po' più di lustro a questo nostro Cielo attualmente scolorito non solo dalle avversità climatiche ma anche dalle tante avversità sociali.

Emilio Cariati
Infermiere

06 agosto 2024
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