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Stanziare fondi economici per chi intraprende il percorso universitario delle Professioni Sanitarie

di Diego Catania 

09 SET - Gentile Direttore,
ho letto con interesse (e un po’ di sconforto) l’analisi del collega Angelo Mastrillo sul calo delle domande ai test di ammissione dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie. In Lombardia, territorio di riferimento per le province afferenti all’Ordine che rappresento, la percentuale scende addirittura dell’8% rispetto all’anno scorso, segnalando una chiara disaffezione dei giovani verso i percorsi professionali in ambito sanitario.

Tra i profili meno attrattivi, purtroppo, molti risultano afferenti all’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione. Mi riferisco, in particolare, a Professioni in forte calo come l’Ortottista, il Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, l’Assistente Sanitario, l’Educatore Professionale, il Tecnico Audiometrista, il Tecnico Audioprotesista, il Terapista Occupazionale... Dal supporto ai soggetti fragili alla prevenzione delle malattie visive e uditive, dalla creazione di dispositivi per le persone con ridotta mobilità all’educazione alla salute, parliamo di profili che, se dovessero sparire, lascerebbero un vuoto impossibile da colmare nel sistema sanitario, minando il diritto alla salute dei cittadini italiani.

Tale situazione preoccupante è il risultato di anni di svalutazione delle Professioni Sanitarie. Ho più volte rilevato la situazione di stagnazione in cui si ritrovano i Professionisti dopo l’assunzione, vincolati a un ruolo statico e impossibilitati a trovare inquadramento adeguato al loro percorso di studi e alle loro competenze. D’altra parte, la ricerca di condizioni di lavoro più soddisfacenti spinge a passare da una posizione all’altra, trasformando una carriera professionale potenzialmente molto stabile in un percorso ‘itinerante’ e discontinuo.

L’instabilità si ripercuote anche in altri ambiti, a partire dai pesanti tagli subiti dalla sanità da parte di una politica poco lungimirante fino alla mancanza di sicurezza in senso stretto. L’estate appena trascorsa è stata segnata da gravissime e frequenti aggressioni al personale sanitario, ma è da tempo che la violenza verso gli operatori della salute è al centro del dibattito pubblico, al punto da essere ormai identificata come fattore di rischio correlato alla Professione; in particolar modo per le donne, che sono spesso il bersaglio preferenziale di questo tipo di attacchi.

Stabilità e sicurezza, dunque, devono essere garantite con azioni mirate da parte del Ministero della Salute, da una parte con l’istituzione di percorsi di carriera definiti e sicuri per le Professioni Sanitarie di area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, dall’altro con interventi di riorganizzazione, sorveglianza e sensibilizzazione per arginare il fenomeno della violenza. Sul breve periodo, invece, occorre intervenire con una massiccia opera comunicativa sui giovani in merito alle caratteristiche attrattive delle Professioni Sanitarie.

Parliamo, innanzitutto, di Professioni con un tasso di occupazione altissimo. Come sottolineato proprio da Mastrillo in un altro intervento pubblicato su questa testata, le Professioni Sanitarie registrano la più alta percentuale di occupati a un anno dalla laurea: percentuale destinata a crescere ulteriormente, vista la ‘fame’ di personale delle strutture. Per contro, benché le prospettive di crescita risultino spesso confuse, esistono competenze avanzate che, se opportunamente coltivate e valorizzate, possono aprire nuovi e più incentivanti percorsi professionali. Un altro sentiero ancora poco battuto, per esempio, è quello della ricerca in ambito accademico, che contribuisce allo slancio della carriera e che può portare ad assumere ruoli di responsabilità in ambito universitario.

E per finire, come Presidente di Ordine, lancio una proposta che sicuramente potrebbe incoraggiare a scegliere uno dei tanti percorsi universitari delle nostre Professioni Sanitarie. Pur comprendendo le difficoltà economiche del Paese, legate al debito pubblico, sarebbe utile stanziare fondi economici da destinare agli studenti, sottoforma di incentivi o di agevolazioni economiche, come ad esempio la riduzione delle tasse universitarie o il rimborso spese per coloro che, con profitto, frequentano il tirocinio universitario.

È una proposta che richiede coraggio da parte dei decisori, senza dubbio audace, che va considerata come una forma di investimento sul futuro del nostro paese. Sempre meglio che ritrovarci fra qualche anno senza più Professionisti Sanitari e con un SSN definitivamente allo sbando.

Diego Catania
Presidente dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio

09 settembre 2024
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