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Infermiere, un ruolo chiave nella promozione e nella tutela della salute mentale

di Marina Vanzetta

12 SET -

Gentile Direttore,

Nel nostro Paese, il rapporto del SISM – Sistema Informativo per la Salute Mentale del 2023 a cura del Ministero della Salute – riportava un numero di primi contatti durante l’anno pari a 285.101.

Di queste, una percentuale pari al 94,4% ha avuto un contatto coi servizi di Salute Mentale per la prima volta. Nel 2022 gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici sono stati complessivamente 776.829 con tassi standardizzati che vanno da 84.8 per 10.000 abitanti adulti. Gli utenti sono di sesso femminile nel 54% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale delle persone assistite al disopra dei 45 anni (67,2%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi le persone assistite al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55- 64 anni (46% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (6.1% nei maschi e 9.5% nelle femmine).

Dunque, a fronte di un quadro epidemiologico così delineato e, della “territorialità” della presa in carico e della cura della persone con disturbi mentali, l’infermiere di Salute Mentale svolge un ruolo centrale non solo nella cura delle persone ma anche nella costruzione di contesti di vita positivi tutelando e promuovendo la salute mentale.

Lo fa, grazie alla sua presenza sul territorio, agendo competenze specifiche e orientate alla tutela dei valori, alla lotta allo stigma, alla centralità della relazione terapeutica, alla valorizzazione della partecipazione attiva di utenti e familiari, alla promozione e attivazione delle reti informali, all’accesso equo, libero, tempestivo e diretto in caso di urgenza, alla declinazione di risposte diversificate e di trattamenti di riconosciuta efficacia, alla qualità e alla sicurezza delle cure.

Ancora, facendosi attore attivo e promotore del lavoro integrato nell’equipe multidisciplinare e multi-professionale e in rete con i professionisti dei servizi sociali e sanitari.

Come sottolineato nel position statement realizzato dalla Federazione Nazionale delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) e dalla Società Italiana di Scienze Infermieristiche in Salute Mentale (S.I.S.I.S.M.) nel maggio scorso, l’infermiere di Salute Mentale opera a livello ospedaliero, territoriale, domiciliare, comunitario gestendo il processo della presa in carico assistenziale, facilitando l’accesso ai servizi, promuovendo la salute e l’educazione terapeutica, promuovendo e attivando programmi contro lo stigma e lo fa con una visione molto chiara e definita, ovvero che “Non c’è salute senza salute mentale” come definito nel World Mental Health Report: transforming mental health for all” 2022.

Marina Vanzetta

L’Infermiere Online



12 settembre 2024
© Riproduzione riservata

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