Su evoluzione odontotecnici in professione sanitaria proposte ben distanti da altri Paesi europei
di Saverio Proia
21 MAR -
Gentile direttore,
ho seguito con attenzione le audizioni promosse dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati in merito all’indagine sullo stato e le prospettive delle professioni sanitarie in Italia coinvolgendo tante rappresentanze ordinistiche, scientifiche, sindacali e singoli esperti, tra cui sono stato onorato di essere invitato.
E’ ancora in corso e le audizioni dovrebbero terminare entro aprile, si tratta certamente di un’iniziativa quanto mai lodevole e meritoria di partecipazione e di coinvolgimento dell’insieme delle rappresentanza a vario titolo delle professioni sanitarie e sarebbe auspicabile che il materiale raccolto possa essere utilizzato da parte delle deputate e dei deputati per l’elaborazione di uno o più disegni di legge di iniziativa parlamentare, sarebbe auspicabile in forma unitaria maggioranza e opposizione, in grado di affrontare e avviare a soluzione sia le questioni generali che quelle particolari che da tanto, troppo, tempo affliggono le professioni della salute.
Fra quelle particolari ho notato positivamente che tutte le rappresentanze sindacali degli odontotecnici siano intervenuti nella sostanza e nella forma esprimendo l’analisi dello stato di cose e le proposte per uscire dall’attuale stallo per valorizzare sì la loro professione ma anche per offrire migliori prestazioni a cittadine e cittadini nonché offrire una collaborazione sempre più qualificata agli odontoiatri.
I Sindacati degli odontotecnici ANTLO – Confcommercio, CIIOD Federprofessioni, le rappresentanze della categoria di Confartigianato e CNA, sono state audite e hanno inviato le loro proposte in documenti scritti evidenziando che:
- L’iter di evoluzione in professione sanitaria da arte ausiliaria delle professioni sanitarie era formalmente partito a firma del Ministro Veronesi ma il Consiglio di Stato lo ha bloccato facendo presente che era subentrato la riforma del titolo quinto della Costituzione e questa era materia di legislazione concorrente tra Stato e Regioni;
- I Ministri della Salute che si sono succeduti hanno provato a rifare l’iter con Accordo Stato-Regioni ma c’era sempre una o più regioni che non erano d’accordo;
- Comunque, il Consiglio Superiore di Sanità si è espresso favorevolmente alla bozza di profilo della nuova professione sanitaria di odontotecnico;
- Si è anche modificato con la legge 3/18 per innovare l’iter di individuazione di una nuova professione sanitaria;
- Di questa nuova modalità se ne sono avvalse le rappresentanze degli odontotecnici ma stavolta il Ministero della Salute ha dato parere negativo e le stesse sono ricorse al TAR che gli ha dato torto ma successivamente si sono rivolte al Consiglio di Stato che ha dato ragione agli odontotecnici affermando che era giusta la loro richiesta di evolversi in professione sanitaria e che non c’era nessuna loro sovrapposizione con le competenze dell’odontoiatra;
- A tutt’oggi c’è un’impasse tra Stato e Regioni e la procedura non pare andare avanti;
- Ci sono poi tutte le altre motivazioni di carattere più tecnico egregiamente da loro esposte.
A questo punto sarebbe quanto mai opportuno, a mio modesto parere che il Parlamento negli atti finali del lavoro svolto in questa indagine offra la giusta attenzione a questa problematiche indicando le soluzioni giuste e a breve termine, ricordando che quanto si vuol proporre in materia di evoluzione dell’odontotecnico in professione sanitaria è ben lontano dalle esperienze più avanzate di profilo di “denturist” o meglio di “odontoprotesista" che da anni in vari Stati Europei ed extra europei si sono attuate senza la minima conflittualità nella filiera del dentale…è non l’unica professione sanitaria di quelle della legge 251/00 che presentano una realtà formativa ed ordinamentale non paragonabile ancora, nonostante i progressi ottenuti, con le realtà di tanti altri Stati.
Saverio Proia
21 marzo 2025
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