Gentile Direttore,
il ministro della Salute ha contestato alla Regioni le resistenze ed i ritardi dell’applicazione del decreto-legge sulle liste d’attesa, problema endemico della Sanità da almeno un ventennio. Tra le altre cose Schillaci fa riferimento alle risorse stanziate ad hoc dal Ministero nel periodo 2022 – 2024 che secondo la Corte dei Conti non sono state utilizzate dalle Regioni e in alcuni casi impiegate per riparare i buchi di bilancio delle Asl. Succede con molti fondi dedicati, ad esempio del GAP (gioco d’azzardo patologico), dove gli stanziamenti per contratti ad operatori che dovrebbero lavorare nella prevenzione di questa imponente dipendenza sociale sono destinati non di rado a colmare i vuoi di settori attigui ai SERD, ad esempio la carenza di medici in Salute Mentale. Ciò che si è verificato ad esempio in Sicilia.
Tra le aree scoperte dei bisogni dei cittadini vi è quella della psicoterapia, di cui si parla poco ma che incide in modo saliente sul benessere individuale, di coppia e familiare. In atto essa è offerta dai CSM della Salute Mentale, dai SERD ( ma solo per chi è portatore di una dipendenza patologica ), in taluni casi dai Consultori familiari, dalla NPIA per i minori, e dai Servizi di Psicologia ove esistenti. Considerato il numero insufficiente di psicologi-psicoterapeuti operanti nel SSN, che sono coloro che nella maggior parte dei casi fanno psicoterapia, l’offerta rispetto alla richiesta è del tutto inadeguata. La psicoterapia nel settore pubblico è un’azione di benessere determinante che può abbassare la spesa psicofarmacologica e ridare dignità a molti pazienti che tendono alla cronicità. Tuttavia essa è erogata col contagocce: da un lato per la carenza di sanitari abilitati (ovviamente diversi dallo psicologo di base che, laddove esiste, ha compiti di filtro del bisogno), dall’altro per una certa resistenza a non intaccare l’intramoenia o l’attività comunque privata molto più redditizia per i professionisti specializzati.
Il Ministero ha sottolineato come le risorse per sopperire alle liste d’attesa, che non possono non riguardare adesso anche la psicoterapia, sono state erogate anche per il ricorso all’intramoenia o al privato, quando non è utilizzato lo spazio di fine settimana per accorciare le attese del cittadino. E’ tempo di pensare all’accesso a queste prestazioni inglobandole tra quelle prettamente mediche e strumentali, giacché gli individui si ammalano di molte patologie iniziando com’è accertato da disagi prolungati trattati unicamente con regolatori dell’umore ed ansiolitici.
Roberto Cafiso
Psicoterapeuta
Componente Tavolo Tecnico Salute Mentale