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Ssn, finanziarizzazione, guerra e sciopero generale

di Gianluigi Trianni

18 APR - Gentile Direttore
lo scorso 10 aprile ho partecipato al convegno ”Fine dell'austerità e nuovo intervento pubblico: un'ipotesi di governo nei nuovi equilibri globali del 2025”. È un anno, il 2025, caratterizzato dalla Terza guerra mondiale, che rischia di ampliarsi e deflagrare oltre quei “pezzetti", che percepì e segnalò per primo, solo pochi anni fa, Papa Francesco e dalla svolta protezionistica dei dazi innescata dal presidente USA D. Trump, paragonabile, per portata storica, agli accordi di Bretton Woods, alla bancarotta di Lehman Brothers ed alla pandemia da Covid 19 (cfr. M. Draghi Corsera 25.04.12).
Stiamo vivendo oggi una vorticosa accelerazione della crisi della globalizzazione neoliberista, che è alla base delle guerre militari ed economiche in corso.

In questo contesto è inaccettabile che il governo Meloni nei giorni scorsi abbia incontrato i rappresentanti degli imprenditori ed abbia ipotizzato una manovra di oltre 30 mld di euro a sostegno delle imprese, e non abbia neanche finto di sentire la necessità di incontrare i rappresentanti dei lavoratori e dell’associazionismo civile.

Anzi il Documento di Finanza Pubblica 2025, appena approvato dal governo, ne preveda il mantenimento all’asfittico 6,4% del PIL:


Nel frattempo, i processi di privatizzazione e di finanziarizzazione sono in ulteriore espansione, e costituiscono, anche in Italia, un rischio immanente.
È di questi mesi la notizia, ad esempio,(4) che CVC Capital Partners, società britannica di private equity, con sede nell’isola di Jersey nel canale della Manica, e fondo di investimenti di 191 mld di euro, già in possesso del pacchetto di maggioranza nelle industri farmaceutiche Recordati e Doc Generici, sta trattando l’acquisto del 30 e il 40%, quindi il controllo, del Gruppo San Donato, il principale gruppo ospedaliero privato in Italia.
In proposito segnaliamo che Wood, McLean e Sachs autorevoli studiosi della finanziarizzazionein generale ed in sanità indicano proprio nella sanità pubblica l’“antidoto” essenziale”ai molteplici effetti dannosi sulla salute pubblica dell’espendersi del “asset manager capitalism”.
Effetti dannosi sulla salute pubblica che descrivono in correlazione con le tipologie di attività finanziaria e meccanismi di impatto in un quadro sinottico che di seguito riproponiamo in versione tradotta.

Fig. 1


Una lettura attenta e paziente del quadro sinottico consente di “rivivere” e individuare anche nello specifico italiano attuale, le interrelazioni negative tra “asset manager capitalism“ e Salute pubblica.

Ad esempio, in tema di “influenza sulle politiche e sui processi decisionali” governo e maggioranza hanno appena stabilito il trasferimento dalle farmacie ospedaliere a quelle convenzionate della distribuzione di farmaci antidiabetici con conseguente aumento dei costi per il SSN.
Tra le altre, di recente si distinguono per efficacia comunicativa e documentazione le denunce su questi temi di Gabanelli e Ravizza, (12), la cui opera è costante sulle pagine di uno storico organo dell’imprenditoria e della finanza italiane e su un seguito media televisivo.

Purtroppo, Gabanelli e coll, sul versante soluzioni, quando ad esse fanno cenno, prestano però il fianco alle tesi speculative dell’insieme delle scuole neoliberiste italiane, anche della “sinistra” neoliberale, che recentemente hanno collegialmente sostenuto (13) essere” necessario adottare un modello di co-programmazione (passando da una logica di government ad una di governance) in grado di coinvolgere soggetti pubblici e privati sia nel finanziamento sia nell’erogazione, sulla base del precedente principio di universalismo proporzionale”.

È una proposta che apre la strada al modello finanziarizzato del sistema sanitario USA, il cui fallimento assistenziale) Gabanelli (stessa) e Tortora 14) hanno segnalato al grande pubblico!

Batt e Morgan più in particolare hanno segnalato l’impatto delle società di “Private Equity” in USA, e non solo, sui sistemi di “long care” già prima della pandemia di Covid-19, ma anche nel suo corso.

Tale impatto è stato relativo sia agli “esiti” strutturali (livello di personale inferiore), che a quelli organizzativi (qualità dell’assistenza inferiore, deprivazione alimentare, condizioni igieniche precarie) che a quelli clinici (diffusione di infezioni, tassi di infezione di Covid-19 superiori del 25% e di decesso del 10,2% rispetto alla media).

Da ultimo non si può oggi, nel 2025, parlare di sanità e rifuggire dal tema della guerra e della pace.
Nonostante gli appelli del Presidente i FNOMCEO “Si fermi ondata di terrore, si apra un tavolo di trattativa” (07.10.2024) e “Rispettare il diritto umanitario, malati e medici non diventino i bersagli dell’orrore” (29.03.2025) ,(17), nel paese di Gino Strada, guerra e pace sono nei fatti scandalosamente “sotto trattati”, o addirittura assenti, dai pronunciamenti e dalle rivendicazioni del “mondo” associativo e sindacale del settore.

Eppure, la guerra, essa stessa terrorismo, e quella in corso anche a forte rischio di evoluzione in termonucleare, in quanto prassi di morte è la negazione della Medicina, quindi della deontologia e della professione medica e di ogni altra professione sanitaria.

Per di più è prassi per sostenere la quale vengono sottratte risorse fiscali dello stato all’insieme dei Servizi Pubblici!
Non è il caso che il sindacalismo Confederale e no, in sanità e in generale, pensi ad una mobilitazione costante e crescente sino a giungere ad uno sciopero generale per una politica di Pace, contro la politica e l’economia di guerra che va adottando il governo in Italia?

Al seguente link è possibile scaricare l'analisi in versione integrale

Prima che sia troppo tardi

Gianluigi Trianni
Medico di Sanità pubblica
Medicina democratica

Ringrazio per la collaborazione Aldo Gazzetti

18 aprile 2025
© Riproduzione riservata

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