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La Asl Roma 6 ritira la disposizione che escludeva gli psicologi dalla direzione delle strutture complesse: accolto l’intervento dell’AUPI

di Fabio Sordini

19 MAG - Gentile direttore, dopo l’intervento del Sindacato degli Psicologi AUPI-FASSID, la Direzione Generale della ASL Roma 6 ha modificato l’Atto Aziendale inizialmente proposto, che prevedeva l’esclusiva riserva agli appartenenti al profilo medico per la direzione di strutture complesse nel Dipartimento di Salute Mentale. Una previsione che contrastava apertamente con la normativa nazionale vigente e con l’indirizzo consolidato della Regione Lazio.

L’AUPI - ricorda una nota - ha prontamente segnalato che tale scelta violava il principio dell’accesso pluricategoriale, riconosciuto per legge e più volte ribadito da circolari regionali, che stabilisce la possibilità per diverse figure professionali, tra cui i dirigenti psicologi, di accedere agli incarichi di direzione di strutture complesse e dipartimentali. La Direzione della ASL Roma 6, nella versione approvata dell’Atto, ha dunque corretto il funzionigramma, ristabilendo i principi di parità e rispetto delle competenze previste per tutte le professioni sanitarie. Una scelta che l’AUPI ha accolto con soddisfazione, riconoscendo al Direttore Generale dott. Giovanni Profico una significativa capacità di ascolto e dialogo con le rappresentanze sindacali.

Secondo quanto previsto dal D.P.R. 484/1997 e ribadito da varie circolari regionali, le strutture complesse del Dipartimento di Salute Mentale possono essere dirette sia da psichiatri sia da psicologi, in base alla specificità della struttura e senza preclusioni aprioristiche. La stessa Regione Lazio, già nel 2006, aveva chiarito l’obbligo di includere i dirigenti psicologi tra i possibili candidati agli incarichi di direzione. L’AUPI ha inoltre sottolineato come negli anni diversi dirigenti psicologi abbiano ricoperto con successo il ruolo di direttore nelle UOC Dipendenze Patologiche e nei Centri di Salute Mentale, dimostrando sul campo la validità di un modello multiprofessionale. Nonostante questo importante passo avanti, permangono ritardi nell’attuazione della “Funzione Aziendale di Psicologia”, istituita dalla legge n.176/2020. Questa disposizione nazionale riconosce alla Psicologia un ruolo trasversale nella sanità pubblica e prevede la presenza stabile della figura dello psicologo nei processi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Secondo l’AUPI, l’integrazione effettiva di questa funzione in tutte le aziende sanitarie del Lazio è un passaggio imprescindibile per garantire equità di accesso ai servizi psicologici e valorizzare il contributo della professione nei diversi ambiti assistenziali, dalle cure primarie all’assistenza ospedaliera e territoriale.

In attesa dell’approvazione in Parlamento del testo unico sullo psicologo di base nelle cure primarie, l’AUPI auspica che anche la Regione Lazio, una delle poche a non avere ancora una propria normativa in merito, approvi finalmente una legge regionale che istituisca questo servizio nel Servizio Sanitario Regionale (SSR). Esistono già due proposte di legge, una della maggioranza e una dell’opposizione: serve solo la volontà politica di procedere.

Fabio Sordini
Responsabile AUPI Lazio

19 maggio 2025
© Riproduzione riservata

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