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Il dibattito sul finanziamento della sanità si sposta da Gruber a Formigli, ma il livello non migliora

di Claudio Maria Maffei

21 MAG -

Gentile direttore,
pochi giorni fa ho commentato qui su Qs lo scontro tra Meloni e Schlein in occasione dell’ultimo premier time e il dibattito che ne è seguito su Otto e mezzo. In particolare, avevo commentato la affermazione del giornalista Italo Bocchino, sostenitore convinto della bontà della azione del Governo Meloni su tutti temi compresa la sanità, circa il presunto aumento della spesa sanitaria pro capite che sarebbe passata secondo l’ISTAT dai 2.144 del 2019 ai 2.947 del 2024, dato interpretato da Bocchino come segnale della maggiore possibilità di accesso alle prestazioni sanitarie da parte dei cittadini italiani grazie al Governo di centrodestra insediatosi il 22 ottobre 2022. Come ho avuto modo di commentare nel mio precedente intervento il dato dei 2.947 euro di spesa pro capite origina nella pubblicazione OCSE Health at a glance: Europe 2024 che fornisce però i dati del 2022, riportati a suo tempo anche qui su Qs. Avevo aggiunto che si tratta di una spesa che comprende anche quella privata che in Italia è particolarmente alta.

La palla del dibattito sulla sanità nelle trasmissioni di approfondimento de La 7 è poi passata a Piazza pulita, trasmissione condotta da Corrado Formigli, che ha trattato la questione nella edizione del 15 maggio, in cui era stato “apparecchiato” un confronto sul tema del finanziamento della sanità tra Italo Bocchino e la Professoressa Elsa Fornero economista e a suo tempo Ministra del lavoro e delle politiche sociali del Governo Monti. Mi aspettavo che nei giorni tra Otto e mezzo e Piazza Pulita Italo Bocchino avesse studiato e la Professoressa Fornero avesse ripassato. Purtroppo così non è stato come i volenterosi potranno vedere e ascoltare in questo breve spezzone della trasmissione. Per i più pignoli c’è qui la registrazione dell’intera trasmissione. Ma lo spezzone basta.

Italo Bocchino ha confermato la bontà dei suoi dati relativi al 2019 e al 2024 sia in termini numerici che di interpretazione. Sulla bontà fa fede l’OCSE cui Bocchino attribuisce lo studio, mentre sulla interpretazione Bocchino non si pone alcun dubbio convinto com’è che si tratti di quanto ha speso ogni cittadino italiano nei due anni messi a confronto grazie al finanziamento pubblico della sanità. Gli errori accumulati in poche frasi da Bocchino sono quasi più delle parole da lui utilizzate per presentare i “suoi” dati:

E la Professoressa Fornero? Purtroppo la Professoressa Fornero ha dato una interpretazione confusa ai dati presentati da Bocchino, senza fare presente nessuno dei punti da me sollevati. Non è riuscita così a evidenziare la grossolanità della tesi di Bocchino secondo cui il Governo Meloni avrebbe fatto crescere del 36% la capacità di spesa pubblica pro capite tra 2019 e 2024.

E Formigli? Corrado Formigli ha cercato in modo evidente di affidare alla Professoressa Fornero il compito di “bocciare” in economia Bocchino, che invece si è permesso di contestare la competenza della Professoressa in economia. Ma anche Formigli non aveva studiato.

Sintesi finale (mia). Quando si parla di sanità in televisione (anche in quella solitamente seria e attenta) c’è sempre una atmosfera involontaria da Bar dello Sport, in cui si litiga e qualcuna/o spara dati a caso, ma non c’è verso di far arrivare una informazione comprensibile allo spettatore. Magari così l’audience sale, ma non sale certo la consapevolezza sui temi della sanità di chi sta di fronte allo schermo. Proposta: moderatori che hanno studiato, invitati che sanno quello di cui parlano e obbligo per tutti di fornire le fonti dei dati presentati e le motivazioni delle affermazioni formulate.

Claudio Maria Maffei



21 maggio 2025
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