Gino Strada curerà gli italiani. Ma di cosa stiamo parlando?
di Marino Nonis
17 APR -
Gentile Direttore,
mi chiedo a questo punto se Gino Strada non costituisca una vera e propria “emergency” del buon senso e della realtà delle cose. Ricapitoliamo:
Sabato scorso, 13 aprile 2013, intervista di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” (
http://www.youtube.com/watch?v=Vk07abp-77o), trasmissione seguita da più di qualche milione di concittadini (nonché di ottima reputazione), e il nostro se ne esce con affermazioni del tipo: “il nostro era un buon servizio sanitario nazionale (…), 9 milioni di italiani non hanno di che curarsi (…), il 30% della spesa sanitaria costituisce margine e profitto per i privati e se il servizio sanitario nazionale fosse veramente pubblico, non avremmo problemi (…),remunerare per prestazione è contrario all’etica (…),trasformare gli ospedali in aziende è stato un delitto (…) e via di questo passo per oltre 20 minuti;
Tre giorni dopo, presentati i risultati delle consultazioni “quirinarie” del Movimento 5 Stelle sul blog
www.beppegrillo.it e risulta prima Milena Jole Gabanelli e secondo Luigi Strada detto Gino (sì è proprio lui);
Ieri su QS
il pezzo di Ivan Cavicchi “
Se Gino Strada cura gli italiani” dove con la consueta passione e vis polemica si lanciano provocazioni del tipo: “
Nella sanità ridotta all’assurdo è paradossale il fatto che se non ci fosse quel sant’uomo di Gino Strada o le inchieste di Riccardo Iacona con “Presa diretta” nessuno parlerebbe del dramma della sanità…anche se di dramma si tratta”. Per carità poi condivido Ivan quando scrive “
La maggior parte di noi fa finta di niente. Ma se crediamo davvero nella sanità pubblica tocca a noi denunciare i rischi che stiamo correndo. Non ci possiamo permettere di essere indifferenti. Dobbiamo costruire una opinione sociale sul problema della sanità a partire da un programma di riforme per il diritto alla salute, e reagire al “riformista che non c’è” fino a costringerlo a ragionare su un’altra politica. “Un diritto, una sanità”, lo slogan” mentre non sono proprio convinto dell’ottimistica chiosa finale “
E tutte le contraddizioni, le assurdità sarebbero come per magia cancellate spendendo il giusto, dando a tutti il necessario, nei modi più adeguati, e con una buona qualità”.
Non so dove ho sentito che il giro d’affari complessivo di Emergency è di circa 26 milioni di €/anno, credo per la grandissima parte impiegati all’estero. Di che stiamo parlando? E’ meno del mio piccolo ospedale anche se non ho difficoltà a riconoscere ed anzi mi inchino di fronte alle meritorie ed eccezionali iniziative e alle azioni a favore degli ultimi della terra in Africa (Sudan) o in Afghanistan, ma l’Italia o l’Europa (tutta), per favore, sono un’altra cosa! … e se mi permette, qualcuno lo deve pur dire.
Marino Nonis
Direttore sanitario Ospedale Cristo Re, Roma
17 aprile 2013
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