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Pronto soccorso e medici di famiglia. Noi, intercettori dei codici “pallidi”

di Andrea Beccari

27 APR - Gentile Direttore,
il numero ed il tono delle lettere sul suo giornale che si sono succedute alla chiusura degli AmbMed, la dice lunga sul grado di frustrazione che sta affliggendo la categoria, al di là degli steccati che tardano ancora a crollare. Ma occorre sempre l'onestà intellettuale di voler considerare la situazione per come realmente è ed i dati per quello che sono stati (per chi è riuscito a procurarseli). 
 
Non erano certo gli AmbMed a poter risolvere in alcun modo il problema dell'emergenza sanitaria, ma semmai alleviare talune criticità dei nostri Pronto Soccorso, che emergenze non sono ed i nostro Colleghi ospedalieri scesi nell'arena lo sanno bene. Non possono però rimanere insensibili al fatto che il 70% dei codici bianchi e verdi rimane in P.S. per più di 150 minuti (fonte Osp. S. Pertini 1° semestre AmbMed), anche se solo una piccola percentuale di essi era stato inviata in visita all'AmbMed (20%, di cui la maggioranza codici verdi e non bianchi come atteso, sempre fonte Pertini).
 
La esiguità delle visite effettuate in talune strutture va ricercata quindi in un eccessivo filtro e non in una mancanza di accessi in P.S. Qui infatti l'utenza continua ad arrivare con una eccessiva facilità, complice la totale mancanza di strutture intermedie sul territorio (per favore smettiamo di scrivere di "Case" inesistenti anche sulla carta), la crisi e l'emarginazione sociale (il 20% degli accessi all'AmbMed Pertini sono stati stranieri). Questi utenti tante volte il medico di famiglia non lo hanno proprio e non è ipotizzabile che cerchino cure in altre strutture! 
 
D'altra parte l'accesso incongruo al P.S., con codice bianco, è normativamente tassato con un ticket di 25 euro e quindi riuscire a diminuire la popolazione di chi, stanco dell'attesa preferisce allontanarsi prima di essere visitato ("non risponde a chiamata", crollato al 2% con l'AmbMed Pertini), potrebbe rivelarsi anche economicamente positivo. 
 
E' indubbio quindi che nulla potevano gli AmbMed riguardo ad esempio la cronica carenza di posti letto, primo problema dei nostri DEA, ma i nostri ambulatori possono quotidianamente evitare la pletora di codici "pallidi", intercettandoli lì dove è comune si rechino, al P.S., per divenire altrimenti oggetto delle cure dei nostri Colleghi dell'Emergenza-Urgenza. 
 
Se poi l'ammasso deve divenire una specchietto per poter attirare l'attenzione sull'ennesima problematica dei P.S. ci dispiace. Noi medici di famiglia continuiamo comunque ad operare nei nostri studi singoli, di gruppo, in U.C.P. aperte 12 ore al giorno, senza aver paura di confrontarci oltre gli steccati.
 
Dott. Andrea Beccari
Medico di famiglia, ex AmbMed Osp. S. Pertini di Roma

27 aprile 2013
© Riproduzione riservata

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