Anticancro in fascia C? Sì, ma comunque paga l’ospedale
di Paolo Marchetti
02 LUG -
Gentile direttore,
sono il Prof. Marchetti, direttore dell'Oncologia del Sant'Andrea. Ho letto il suo articolo "
Due nuovi anticancro..." sui nuovi farmaci inseriti in fascia C, prima della definizione del prezzo di vendita da parte di AIFA. Desideravo effettuare una precisazione, per i tanti lettori del suo giornale. I farmaci di fascia C sono disponibili anche in Ospedale, qualora non siano sostituibili con altri prodotti (come nel caso dei due farmaci citati nel suo articolo).
Almeno per quanto riguarda aflibercept e pertuzumab, questi sono stati inseriti in fascia C, ma con regime di dispensazione OSP1 (quindi ad esclusivo uso ospedaliero). Ciò significa che gli Ospedali potranno acquistare i prodotti su richiesta specialistica per i Pazienti seguiti in regime ambulatoriale o di DH o di ricovero (infatti la prescrizione è OSP1) a totale carico della struttura. Altro discorso è la rimborsabilità da parte delle Regioni all'Ospedale, ma questo non riguarda il Paziente, a cui viene comunque garantito il farmaco, proprio perché inserito nel Prontuario Nazionale (anche se in fascia C). Spero di esserle stato utile e di essere utile ai tanti Pazienti che avrebbero letti allarmati il suo articolo.
Paolo Marchetti
Professore Ordinario di Oncologia Medica alla Sapienza di Roma,
Direttore U.O.C. Oncologia Medica, Ospedale Sant'Andrea, Roma
Gentile professore,
grazie per le sue precisazioni. C’è da dire però che, se in questi due casi la dispensazione avviene solo in ospedale o in strutture ad esso assimilabili (come specificato dalla determnina Aifa che abbiamo
pubblicato ieri) è pur vero che il problema del “solo per pochi”, resta.
Cambia il soggetto. Non più il singolo paziente, come nel caso di quei prodotti innovativi distribuiti solo a pagamento in farmacia, ma l’Asl o l’Ao che saranno costrette a pagarsi con fondi propri questi nuovi farmaci, sperando, come lei sottolinea, in un potenziale (ma non certo, né obbligato) rimborso dalla Regione.
Il problema della discrezionalità sull’accesso, pertanto, c’è. Solo che si sposta dal singolo alla struttura, anche perché non è detto che tutti gli ospedali italiani possano permettersi, soprattutto in questi tempi di tagli al budget, di acquistare questi nuovi medicinali ad alto costo.
C.F.
02 luglio 2013
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